Sulle tracce del Rinascimento. Pale d’altare nella Diocesi di Massa Carrara - Pontremoli

4° Itinerario tematico Il linguaggio delle pale d’altare: codici, iconografie e simboli

4° Itinerario tematico Il linguaggio delle pale d’altare: codici, iconografie e simboli

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Le pale d’altare, sia nella forma del polittico che della pala quadra, presentano un programma iconografico complesso. Questo Itinerario accompagna il lettore alla scoperta delle immagini, dei personaggi sacri rappresentati, e dei messaggi simbolici in esse racchiusi.

 

 

La maggior parte delle pale d’altare reca al centro l’immagine di Maria seduta su un trono come Regina dei Cieli, con in braccio il piccolo Gesù Bambino. Il tema della Madonna col Bambino, rappresenta il Mistero dell’Incarnazione.  La loro presenza al centro della pala, posta sulla mensa d’altare, infatti, suggeriva ai fedeli il legame tra il Bambino nato da Maria e il Corpo di Cristo offerto sulla croce e presente nell’Eucarestia. (particolari: 1. Virgoletta, 2. Pieve).

 

Altri protagonisti della pala d’altare sono i santi, la scelta dei quali è sempre influenzata dalle devozioni locali. L’opera infatti ha sempre un legame stretto con il luogo per il quale è stata realizzata e con la sua comunità di fedeli, come testimonia l’immancabile presenza del santo titolare della chiesa (3. San Terenzo Monti, 4. Antona). I santi sono connotati dagli attributi, ovvero caratteristiche fisiche, abiti ed oggetti legati ad episodi della loro vita o al loro martirio, che li rendono facilmente riconoscibili da parte dei fedeli (5. Monzone, 6. Cecina, 7. Torano). Talvolta nelle predelle sono raffigurati, in maniera più narrativa, alcuni episodi della loro vita (8. Montignoso S. Eustachio).

A presenziare la scena sacra spesso sono gli angeli. Sono i messaggeri di Dio – ad esempio l’Arcangelo Gabriele che annuncia la gravidanza a Maria (9. Pontremoli) – creature né terresti, né divine. Le ali sono il loro elemento distintivo, e il colore può rivelarne l’appartenenza ad una specifica schiera angelica: i cherubini hanno le ali rosse, mentre i serafini blu. Gli angeli possono essere rappresentati in adorazione oppure nell’atto di cantare o suonare strumenti musicali, in riferimento al loro ruolo di cantori del divino (10. Massa Museo).

Se la pala d’altare era commissionata da un privato, era probabile che egli chiedesse al pittore l’introduzione di un particolare santo a cui era devoto, e che lui stesso si facesse raffigurare nell’opera (11. Carrara).

A completamento del programma iconografico, nelle cuspidi e nelle lunette, sono presenti altre immagini: Dio Padre, raffigurazioni mariane o cristologiche, come l’Annunciazione e la Crocifissione (12. Viano, 13. Fossola).

All’interno della raffigurazione è significativa anche la presenza di altri dettagli che nascondono precisi messaggi simbolici: tra questi la sfera o globo tra le mani di Gesù Bambino, che rappresenta il suo potere sul mondo ( 14. Massa Museo) o la collana di coralli, sempre al collo del Bambino, a ricordare il sangue versato da Cristo ma anche simbolo di protezione, e per questo donato ai nuovi nati (15. Massa S. Giacomo). Particolari animali e fiori tra le mani di Gesù Bambino, della Vergine o talvolta raffigurati all’interno di vasi ai piedi del trono, nascondono precisi messaggi simbolici. Le loro forme, i colori e le tradizioni ad essi legati, ne hanno ispirato l’associazione a temi cristologici, come la Passione, o a valori mariani, come la purezza (16. Licciana Nardi, 17. Codiponte, 18. Montignoso SS. Vito e Modesto).

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