Autore: ambito lucchese
Titolo: Madonna col Bambino in trono e San Geminiano
Data: 1480-1500 circa
Materia e tecnica: tempera su tavola
Misure: 175 x 145 cm
Collocazione: Antona, Chiesa di San Geminiano, testata della navata sinistra
Vedi Scheda CEI – A (Beni Architettonici)
Vedi Scheda CEI – OA (Opera d’Arte)

Scarse sono le notizie sulla storia dell’opera, che non risulta né datata, né firmata. Al momento non sono state ritrovate testimonianze archivistiche che documentino la sua realizzazione e le sue vicende conservative. È probabile che in origine ornasse l’altare maggiore della Chiesa, dal quale potrebbe essere stata spostata tra XVII e XVIII secolo, in occasione della realizzazione del nuovo altare. Il trittico risulta mancante di alcune parti, quali lo scomparto sinistro, le cuspidi e parte della predella: un incendio sviluppatosi in Chiesa nel dicembre 1930 lo ha, infatti, gravemente danneggiato.

La carpenteria lignea del trittico, seppur mutila, mostra elementi in comune con le coeve opere dipinte da Bernardino del Castelletto e altri pittori lucchesi attivi nell’ultimo quarto del XV secolo. Proprio per le notevoli somiglianze si può ipotizzare che tutte le strutture lignee siano state realizzate a Lucca dalle stesse maestranze.

L’opera si caratterizza per la compresenza di elementi tardo gotici e rinascimentali: se ancora è presente la divisione in scomparti con un’importante carpenteria lignea dorata, il pittore, tuttavia, si dimostra a conoscenza delle novità artistiche rinascimentali come dimostra il paesaggio prospettico dipinto alla spalle della Madonna con Bambino e di San Geminiano. Ciò testimonia come nei territori più provinciali il gusto dei committenti fosse ancora indirizzato verso opere dal carattere ancora tardo gotico.

L’opera fa parte dei seguenti Itinerari:

1° itinerario generale Dai monti al mare: pale d’altare in una terra di confine

4° itinerario tematico Il linguaggio delle pale d’altare: codici, iconografie e simboli

Per i personaggi rappresentati vedi qui sotto la mappa dell’opera: