1° Itinerario generale Dai monti al mare: pale d'altare in una terra di confine

10. Domenico Gare, Vergine Assunta e i Santi Terenzo e Giovanni Battista

10. Domenico Gare, Vergine Assunta e i Santi Terenzo e Giovanni Battista

Autore: Domenico Gare
Titolo: Vergine Assunta e i Santi Terenzo e Giovanni Battista
Data: 1525
Materia e tecnica: marmo bianco scolpito
Misure: 460 x 225 cm
Collocazione: San Terenzo Monti (Fivizzano), Chiesa di San Terenzo, coro
Vedi Scheda CEI – A (Beni Architettonici)
Vedi Scheda CEI – OA (Opera d’Arte)

 

 

 

L’opera non è firmata ma la sua attribuzione a Domenico Gare si fonda su un importante documento archivistico, ovvero il testamento del 1525 in cui lo scultore si dice creditore per un’opera realizzata nella Chiesa di San Terenzo. A questo si aggiunge il confronto stilistico che evidenzia il legame della pala di San Terenzo Monti, con altre opere del Gare.

 

Domenico Gare fu uno scultore attivo a Carrara nella prima metà del XVI secolo. Originario della Lorena e per questo detto “Il Franzosino”, arrivò in Italia a seguito del padre, fonditore di campane e divenne uno dei collaboratori dello scultore spagnolo Ordognez che aveva aperto bottega a Carrara. Proprio in questa città si stabilì il Gare e la sua attività si svolse in tutta la Lunigiana, dove realizzò diverse opere in marmo, come la pala  Madonna in trono col Bambino e i Santi Bernardo e Caterina d’Alessandria (oggi nel territorio della Diocesi della Spezia Sarzana Brugnato) ma anche sculture in legno come il San Rocco, oggi conservato presso il Museo Diocesano di Massa.

Domenico Gare, San Rocco, 1525 circa, legno scolpito e dipinto, Carrara, Chiesa delle Lacrime

Probabilmente la pala occupa ancora oggi la sua collocazione originale, murata nella parete dell’abside, come suggerisce la trabeazione marmorea che dall’opera prosegue sulla parete. In origine doveva fare da coronamento ad un altare addossato alla parete. Intorno alla fine del 1600 alcuni lavori  di ristrutturazione della Chiesa portarono anche al ritrovamento delle reliquie di San Terenzo che furono collocate all’interno del nuovo altare maggiore, concluso nel 1707. È probabile che in quel momento la pala marmorea abbia perso il collegamento con il suo altare.

 

Nel marmo della predella è scolpita la traslazione del corpo di San Terenzo su un carro di buoi.
Secondo la tradizione, egli visse nel V secolo. Dalla Scozia, sua terra d’origine, s’imbarcò in pellegrinaggio verso Roma. Giunto al porto di Luni, deciso a proseguire a piedi il suo cammino, si contraddistinse per opere di carità e fede. La popolazione lo volle come vescovo ed allora San Terenzo si mise in cammino verso la città papale per confermare la sua elezione episcopale. Il suo viaggio si interruppe molto presto perché fu ucciso presso il torrente Carrione ad Avenza (Carrara). Il corpo fu nascosto dagli assassini, ma a seguito di diversi segni divini, fu ritrovato e portato in un tempietto costruito nelle vicinanze. Nel IX secolo, il vescovo Gualtieri, decise di traslare le reliquie in un luogo più sicuro. Il corpo santo fu caricato su un carro trainato da buoi, che scelsero proprio di fermarsi nel luogo che ancora oggi ha il nome del Santo. La scelta di rappresentare questo avvenimento era sicuramente funzionale a ricordare il legame del santo con il borgo lunigianese di San Terenzo Monti.

 

Quattro piccole tele, appese alla parete della navata sinistra, descrivono altri episodi salienti della vita del Santo: la morte causata da un gruppo di banditi; il ritrovamento del suo corpo; la traslazione del suo corpo su un carro di buoi , ed infine la scelta della nuova sepoltura.

L’opera fa parte dei seguenti Itinerari:

1° itinerario generale Dai monti al mare: pale d’altare in una terra di confine

3° itinerario tematico Di pittura, marmo e terracotta: i materiali delle pale d’altare

4° itinerario tematico Il linguaggio delle pale d’altare: codici, iconografie e simboli

Per i personaggi rappresentati vedi qui sotto la mappa dell’opera:

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