1° Itinerario generale Dai monti al mare: pale d'altare in una terra di confine
5. Agostino Ghirlanda, Madonna col Bambino in trono e Santi
5. Agostino Ghirlanda, Madonna col Bambino in trono e Santi
Autore: Agostino Ghirlanda
Titolo: Madonna col Bambino in trono e Santi
Data: 1572
Materia e tecnica: dipinto murale
Misure: 350 x 280 cm
Collocazione: Pieve (Bagnone), Oratorio di San Terenziano, altare maggiore
Vedi Scheda CEI – A (Beni Architettonici)
Vedi Scheda CEI – OA (Opera d’Arte)
L’Opera non è firmata ma presenta caratteristiche formali molto simili alla pala d’altare, sempre dipinta su muro, della Chiesa di Torano, firmata da Agostino Ghirlanda. Sul dipinto murale di Pieve, come attestano le fonti, era presente la data 1572, oggi non più leggibile: ciò la renderebbe la prima opera documentata dell’attività del pittore.
Agostino Ghirlanda, si formò, con il fratello Ippolito, nella bottega del padre, Giovan Battista Ghirlanda (1511-1584), pittore originario di Fivizzano. Agostino fu in stretti contatti con il signore di Massa, Alberico I Cybo Malaspina, tanto da dichiararsi nel 1568 suo “familiare”, proseguendo un rapporto di collaborazione con la famiglia ducale già iniziato dal padre con il Cardinale Innocenzo Cybo. Poche sono le notizie sulla sua formazione giovanile, sicuramente orientata verso la pittura genovese, anche grazie agli stretti rapporti tra Massa e Genova.
Lavorò a Lucca e a Pisa dove si distinse principalmente per le sue abilità nelle grandi pitture murali, di carattere sia sacro che profano; realizzò diverse opere anche nella città di Massa, molte delle quali oggi perdute.
Non si conosce la data di nascita del pittore (1550 circa) mentre la sua morte avvenne probabilmente nel 1588.
Il dipinto murale è racchiuso all’interno di una ricca cornice lignea, in parte dorata, che ripropone le forme delle pale quadre, con paraste e trabeazione. L’altare presenta un paliotto dipinto, quasi certamente realizzato assieme al dipinto murale, in cui, tra bande verticali decorate con tralci vegetali, è raffigurata all’interno di un medaglione, la Deposizione di Cristo, stesso soggetto raffigurato nella lunetta che sovrasta la pala d’altare di Torano.
L’Oratorio, che sorge nel mezzo di un castagneto, fu costruito intorno all’anno Mille, come cappella. Una tradizione popolare racconta di un uomo molto ammalato che trovò guarigione dopo aver promosso la costruzione della cappella laddove dapprima due sconosciuti e poi una scritta indicavano di erigere una cappella dedicata ai Santi Prisco e Terenzio (quest’ultimo Vescovo e martire di Luni). Nel 1474 grazie alla munificenza del Conte Antonio Noceti di Bagnone fu ampliato. La parte più antica corrisponde all’area del presbiterio che presenta una copertura a cassettoni con disegni geometrici. L’Oratorio ancora oggi è luogo caro ai barsan, venditori ambulanti che dalla Lunigiana emigravano in cerca di lavoro, il cui protettore era proprio San Terenzio.
L’opera fa parte dei seguenti Itinerari:
1° itinerario generale Dai monti al mare: pale d’altare in una terra di confine
3° itinerario tematico Di pittura, marmo e terracotta: i materiali delle pale d’altare
4° itinerario tematico Il linguaggio delle pale d’altare: codici, iconografie e simboli
Per i personaggi rappresentati vedi qui sotto la mappa dell’opera:
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