1° Itinerario generale Dai monti al mare: pale d'altare in una terra di confine
13. Andrea Guardi, Madonna col Bambino in trono e i Santi Pietro, Giovanni Battista, Andrea e Paolo
13. Andrea Guardi, Madonna col Bambino in trono e i Santi Pietro, Giovanni Battista, Andrea e Paolo
Autore: Andrea Guardi
Titolo: Madonna col Bambino in trono e i Santi Pietro, Giovanni Battista, Andrea e Paolo
Data: 1460-1465 circa
Materia e tecnica: marmo bianco scolpito
Misure: 210 x 350 cm
Collocazione: Carrara, Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, navata sinistra
Vedi Scheda CEI – A (Beni Architettonici)
Vedi Scheda CEI – OA (Opera d’Arte)
L’iscrizione riporta memoria dell’autore dell’opera, Andrea Guardi (1405 circa – 1476). Originario di Firenze, fu uno scultore che si interessò molto presto alle prime novità rinascimentali, divenendo un precoce seguace di Donatello e Michelozzo. La sua attività si svolse lungo tutta la costa tirrenica da Genova alla Sicilia, con tappe a Roma, Napoli e in diversi luoghi della Toscana. Qui lavorò principalmente a Pisa, ma lasciò anche in terra apuana importanti testimonianze della sua arte: non solo a Carrara ma anche in diverse chiese dei borghi della Lunigiana. Ne sono un esempio la Santa Lucia di Collecchia (1452) e la Madonna col Bambino di Viano (1462).
Nella predella ai lati dello scomparso centrale (oggi perduto) sono presenti i ritratti, in posa genuflessa, del committente – ricordato anche dall’iscrizione – Spinetta Campofregoso II e di sua moglie Antonia di Antonio Alberico Malaspina (marchese di Fosdinovo). Spinetta II, di origine genovese, fu governatore di Savona, e sotto la tutela dello zio Tommaso si trasferì a Sarzana, dove ebbe incarichi importanti. Divenuto governatore di Spezia, gli fu concesso nel 1448 il feudo di Carrara con Avenza e Moneta.
La scelta di commissionare la pala d’altare voleva essere ovviamente una testimonianza del suo prestigio. Spinetta II si fa ritrarre con un abito tipico della sua epoca: un copricapo detto, Berretta alla capitanesca, scelto prevalentemente da personaggi di ambito militare, farsetto e calze solate. La moglie, invece, con il capo velato, mostra un abito, forse a vita alta, che cade ampio oltre i piedi
L’opera così come si può ammirare oggi è frutto della ricomposizione, avvenuta nel 1947-1948, solo di alcuni degli elementi che formavano la pala marmorea dell’altare maggiore, come dimostra la mancanza di diversi elementi architettonici e ornamentali. L’opera in origine doveva essere di dimensioni notevoli e presentare una struttura particolarmente complessa. Fu smantellata nel XVII secolo, poiché nel 1658 venne demolito il coro al fine di ampliare la Chiesa. La predella rimase sull’altare maggiore mentre la Vergine col Bambino vennero collocate nella parte alta dell’abside, e le altre raffigurazioni distribuite nella Chiesa.
Un rilievo del registro superiore, raffigurante l’Incoronazione della Vergine, è oggi collocato nella navata sinistra a fianco della pala ricomposta. Altri frammenti, appartenenti ai due registri superiori, sono divenuti proprietà di alcune nobili famiglie carraresi (Del Medico, Sarteschi e Micheli Pellegrini) e donati nel 1861 all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove ancora oggi sono visibili.
L’opera fa parte dei seguenti Itinerari:
1° itinerario generale Dai monti al mare: pale d’altare in una terra di confine
4° itinerario tematico Il linguaggio delle pale d’altare: codici, iconografie e simboli
5° itinerario tematico Pale d’altare tra perdite e dispersioni: storie da ricostruire
Per i personaggi rappresentati vedi qui sotto la mappa dell’opera:
Please , update your browser