1° Itinerario generale Dai monti al mare: pale d'altare in una terra di confine

20. Bernardino del Castelletto, Madonna col Bambino in trono e i Santi Ludovico di Turingia, Francesco, Girolamo e Elisabetta d’Ungheria

20. Bernardino del Castelletto, Madonna col Bambino in trono e i Santi Ludovico di Turingia, Francesco, Girolamo e Elisabetta d’Ungheria

Autore: Bernardino del Castelletto
Titolo: Madonna col Bambino in trono e i Santi Ludovico di Turingia, Francesco, Girolamo e Elisabetta d’Ungheria
Data: 1490 circa
Materia e tecnica: tempera su tavola
Misure: 152 x 153 cm circa
Collocazione: Massa, Museo Diocesano
Vedi Scheda CEI – OA (Opera d’Arte)

 

 

 

L’autore, Bernardino del Castelletto, fu un pittore di origine lombarda che stabilì la sua bottega a Massa negli ultimi vent’anni circa del Quattrocento. Qui intrattenne buoni rapporti con i marchesi Malaspina, i quali probabilmente gli commissionarono la decorazione della cappella del castello di Massa e gli affidarono anche incarichi diplomatici. Ricevette numerose commissioni anche in alta Versilia e Garfagnana, realizzando sia opere ancora legate allo stile gotico, come il Polittico con la Madonna in trono fra i Santi Giacomo e Cristoforo, sia pale quadre di gusto rinascimentale, come la pala con Madonna del latte, in cui paesaggio e prospettiva sono protagonisti: ciò è certamente da ricondurre alle richieste dei committenti ed al loro gusto personale. A Massa, per la Chiesa più antica della città, la Pieve di San Pietro in Bagnara, realizzò un trittico fondo oro mentre per la Chiesa del convento di San Francesco realizzo una pala quadra. Entrambe le opere sono oggi conservate presso il Museo Diocesano.

 

La storia di questa pala d’altare si intreccia, a causa dei diversi spostamenti cui fu soggetta, con quella di alcuni dei più importanti edifici della città di Massa. La tavola fu creata per l’altare delle Terziarie francescane nella Chiesa del Convento di San Francesco (l’attuale Cattedrale dei Santi Pietro e Francesco), che doveva essere il terzo della navata sinistra. A seguito dei diversi lavori effettuati in Chiesa nel corso della seconda metà del Seicento, probabilmente l’opera perse la collocazione originaria.
Quando all’inizio del Settecento le Terziarie costruirono un nuovo conservatorio dotato di oratorio, la pala venne trasferita nel nuovo luogo di culto. Le Terziarie, probabilmente, commissionarono un nuovo dipinto da lasciare nell’antica Chiesa conventuale. Nel Settecento è infatti documentata la presenza in San Francesco di un dipinto, opera di Fra Silvestro Pincellotti. Esso raffigura la Madonna in gloria, San Francesco d’Assisi, San Ludovico, Santa Chiara e Sant’Elisabetta, dunque i santi a cui l’ordine era legato ed in parte già presenti nella pala rinascimentale.

Soppresso il conservatorio, la pala di Sant’Elisabetta fu scelta nel 1825 dal primo Vescovo di Massa, Francesco Maria Zoppi,  per ornare l’altare della sua cappella nel Palazzo Vescovile (oggi sede del Museo).

 

Santa Elisabetta d’Ungheria, è compatrona dell’Ordine Francescano secolare. Figlia del re di Ungheria, sposò Ludovico di Turingia, anch’egli raffigurato nella pala. A seguito della morte del marito, si dedicò ai poveri e alla cura dei malati. Il suo attributo più ricorrente sono le rose, in ricordo del miracolo della trasformazione dei pani in rose, quando fu scoperta mentre faceva la carità ai poveri.

L’opera fa parte dei seguenti Itinerari:

1° itinerario generale Dai monti al mare: pale d’altare in una terra di confine

2° itinerario tematico Dal Medioevo al Rinascimento: dal fondo oro al paesaggio, dal polittico alla pala quadra

3° itinerario tematico Di pittura, marmo e terracotta: i materiali delle pale d’altare

4° itinerario tematico Il linguaggio delle pale d’altare: codici, iconografie e simboli

Per i personaggi rappresentati vedi qui sotto la mappa dell’opera:

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