In un’area rurale coltivata da aziende prevalentemente familiari e insediata da piccoli nuclei edilizi sorge la nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Giuseppe. Il nuovo edificio sostituisce un precedente fabbricato, realizzato negli anni Sessanta, segnato da diverse criticità sul piano strutturale e funzionale. Al fine di ovviare alle pressanti segnalazioni dello storico parroco don Bruno Tanzola (scomparso nel 2017) sui continui cedimenti statici e sulle carenze prestazionali di tale immobile, gli uffici diocesani hanno ritenuto fattibile la costruzione di un nuovo polo per la vita liturgica della comunità, previo totale abbattimento dell’esistente. Il vescovo mons. Ciro Miniero (guida della diocesi da maggio 2011) pone tra le sue priorità pastorali questo intervento, concependolo come l’opportunità di far riscoprire, a partire dai territori diocesani più marginali, il valore missionario di una Chiesa che “prende l’iniziativa” (Evangeli Gaudium 24). Il tema del “farsi incontro” è la costante del progetto ecclesiologico ed edilizio modellato per la piccola comunità di San Giuseppe: una popolazione disgregata in un territorio topograficamente disorganico, lontano da qualsiasi processo urbanistico intensivo. La circoscrizione parrocchiale, oltre alla frazione di Petrosa, comprende altre due località viciniori accomunate dalle stesse dinamiche insediative fin qui descritte: Salice e Metoio. Il programma edilizio si pone dunque l’obiettivo di riunire queste realtà umane coltivando la speranza di “accorciare le distanze”. Alla lontananza geografica è così contrapposta l’azione evangelizzatrice rinnovata dalla costruzione di più adeguate strutture parrocchiali. La chiesa è inserita in un più ampio complesso costituito da 7 aule per il catechismo da un salone parrocchiale di 150 mq e da un‘abitazione per la residenza del parroco. L’ampiezza dimensionale complessiva sembra quasi sovradimensionata se misurata alle sole esigenze della popolazione della parrocchia (inferiore a 500 abitanti). La scala metrica del progetto fa riferimento a un ambito sovraparrocchiale, a un territorio che abbraccia l’intero comune di Ceraso (diviso in cinque parrocchie) e alle altre istituzioni ecclesiastiche confinanti. La chiesa di Petrosa e le relative strutture pertinenziali sono pensate in modo da superare i limiti della pastorale ordinaria, sia in termini fisici che di missione evangelizzatrice, puntando all’attivazione di un’amministrazione ecclesiale più dinamica. Nelle scelte programmatiche degli organismi diocesani, il salone e le varie pertinenze della chiesa di San Giuseppe sono anche designati come luoghi in cui celebrare alcune delle iniziative della pastorale giovanile della diocesi. È nella prossimità tra la vita organica della comunità particolare con le parrocchie vicine e nell’attrattività delle iniziative diocesane che si sperimenta, in questo progetto specifico, la “docilità e la creatività missionaria” (Evangeli Gaudium 28) tanto auspicata dal magistero di Papa Francesco. Mons. Miniero, riferendosi al complesso di Petrosa (omelia nel rito di dedicazione) lo definisce come una “palestra di vita comunitaria”. Tale accezione, densa di significati, rappresenta in maniera plastica le peculiarità di questo processo edilizio, concluso in termini costruttivi, ma ancora da compiersi sul piano ecclesiologico.
Caratteri architettonici
Il disegno del complesso poggia su due capisaldi: la ricerca di qualità paesaggistica nei rapporti con le adiacenze rurali e il recupero di un senso di domesticità. Rispetto al primo tema i progettisti misurano la fisionomia della chiesa e delle relative pertinenze con la configurazione topografica del contesto ambientale di riferimento. Le coordinate insediative, recuperate dai fabbricati precedenti, orientano i nuovi manufatti lungo un asse sud-nord in modo da porre tutti gli affacci principali sulla strada provinciale che conduce al capoluogo comunale. Sulla trama viaria infatti si sono sviluppate tutte le dinamiche insediative di questo territorio: edifici, per lo più case e capanni agricoli, sorti a pettine lungo le strade provinciali che collegano le località costiere di Ascea e Casal Velino con i centri collinari di Ceraso e Pattano. Petrosa è una frazione priva di qualsiasi agglomerato edilizio; l’unico accenno di “addensamento” è rilevabile nell’intorno del lotto parrocchiale. Al suo interno i progettisti organizzano gli spazi aperti e coperti in modo da “produrre” un ambiente pubblico unitario capace di presentarsi come un luogo organico e non come una giustapposizione di oggetti. Ogni elemento – la chiesa, i locali parrocchiali, la casa canonica – pur conservando la propria autonomia, è connesso da percorsi, portici, camminamenti, vani terrazzati o piantumati che generano un sistema di relazioni visive e fisiche in cui ognuno può percepire dimensioni, rapporti, scambi, silenzi e chiamate.
Processi e contesti
Le dinamiche costruttive della chiesa di Petrosa sono correlate ai processi insediativi e trasformativi di un ambito territoriale molto vasto, compreso tra il nucleo storico di Ceraso e la località costiera di Marina di Ascea. Tale area è segnata da una complessa rete idrografica che storicamente ha comportato diversi squilibri sul piano geomorfologico e idrologico. Nonostante la presenza di isolate masserie e complessi colonici edificati tra il XVIII e il XIX secolo, la conformazione attuale del paesaggio rurale e architettonico è riconducibile al primo ventennio del Novecento a seguito di imponenti operazioni di bonifica operate dal comune di Ceraso. Successivamente alla suddivisione in poderi del terreno demaniale (prima delle leggi napoleoniche tutta l’area qui descritta era di proprietà dell’abazia di Pattano) sorgono a macchia di leopardo diversi abitati nelle contrade Metoio e Petrosa, quest’ultima è elevata a frazione con Decreto del Presidente della Repubblica il 16 febbraio 1959 (dal sito del comune). In via consequenziale a questo riconoscimento civico, negli anni Sessanta è avviato il cantiere per la costruzione di un edificio di culto dedicato a San Giuseppe, eretto a sede parrocchiale il 1° gennaio 1966 da mons. Biagio D’Agostino (ordinario della diocesi dal 1956 al 1974). Il nuovo distretto ecclesiastico, riconosciuto in sede civile il 2 ottobre 1968, ritaglia tutta la parte occidentale del territorio comunale di Ceraso. La chiesa e il confinante plesso scolastico comunale diventano l’unico polo aggregativo di una comunità sparsa lungo strade vicinali e antiche mulattiere, divisa dal torrente Palistro e lontana da qualsiasi servizio e attrezzature pubblici.
- arch. Raffaele Rammauro - progettazione architettonica e direzione lavori
- arch. Angelo D'Apolito - progettazione architettonica e direzione lavori
- ing. Sandro Feo - progettazione strutture
- ing. Annalisa Agresta - progettazione strutture
- dott. Angelo Elia - studio geologico
- ing. Vincenzo Di Luccia - collaudo strutture
- geom. Riccardo Paolino - direzione cantiere
- Emanuele Stifano - progettazione poli liturgici e opere d’arte
- Renzo Vassalluzzo - progettazione poli liturgici e opere d’arte
- Costruzione chiesa storica di San Giuseppe [1960-70]
- Istituzione canonica della parrocchia [1 gennaio 1966]
- Riconoscimento civile della parrocchia [2 ottobre 1968]
- Avvio progettualità ricostruzione complesso parrocchiale [2012]
- Programmazione diocesana dell’intervento [2014]
- Valutazione preliminare del progetto dagli organismi della CEI [giugno 2017]
- Approvazione preliminare del progetto dagli organismi della CEI [9-10 aprile 2019]
- Rilascio Permesso di costruire [4 ottobre 2019]
- Sottoscrizione incarico artisti e affidamento dei lavori all’impresa [6 ottobre 2019]
- Consegna del cantiere all’impresa esecutrice [8 ottobre 2019]
- Abbattimento chiesa esistente [21 ottobre 2019]
- Fine lavori chiesa [8 febbraio 2021]
- Rito di dedicazione [18 marzo 2021]
- Pianta chiesa, sagoma esterna [lunghezza con portico e sacrestia 28,40 m ca, larghezza massima 12,50 m ca]
- Pianta aula liturgica, sagoma interna [lunghezza 20,07 m ca, larghezza massima 11,50 m ca]
- Pianta cappella custodia eucaristica interna [lunghezza 3,00 m ca, larghezza 5,00 m ca]
- Pianta cappella battesimale [lunghezza 3,00 m ca, larghezza media 2,73 m ca]
- Esterno aula liturgica [altezza massima 11,40 m ca]
- Interno aula liturgica [altezza massima 11,00 m ca]
- Campanile [altezza 13,26 m ca]
- Portale [altezza 3,40 m, larghezza 2,30 m]
Ruoli e professionalità
- arch. Raffaele Rammauro - progettazione architettonica e direzione lavori
- arch. Angelo D'Apolito - progettazione architettonica e direzione lavori
- ing. Sandro Feo - progettazione strutture
- ing. Annalisa Agresta - progettazione strutture
- dott. Angelo Elia - studio geologico
- ing. Vincenzo Di Luccia - collaudo strutture
- geom. Riccardo Paolino - direzione cantiere
- Emanuele Stifano - progettazione poli liturgici e opere d’arte
- Renzo Vassalluzzo - progettazione poli liturgici e opere d’arte
Cronologia
- Costruzione chiesa storica di San Giuseppe [1960-70]
- Istituzione canonica della parrocchia [1 gennaio 1966]
- Riconoscimento civile della parrocchia [2 ottobre 1968]
- Avvio progettualità ricostruzione complesso parrocchiale [2012]
- Programmazione diocesana dell’intervento [2014]
- Valutazione preliminare del progetto dagli organismi della CEI [giugno 2017]
- Approvazione preliminare del progetto dagli organismi della CEI [9-10 aprile 2019]
- Rilascio Permesso di costruire [4 ottobre 2019]
- Sottoscrizione incarico artisti e affidamento dei lavori all’impresa [6 ottobre 2019]
- Consegna del cantiere all’impresa esecutrice [8 ottobre 2019]
- Abbattimento chiesa esistente [21 ottobre 2019]
- Fine lavori chiesa [8 febbraio 2021]
- Rito di dedicazione [18 marzo 2021]
Dimensioni architettoniche
- Pianta chiesa, sagoma esterna [lunghezza con portico e sacrestia 28,40 m ca, larghezza massima 12,50 m ca]
- Pianta aula liturgica, sagoma interna [lunghezza 20,07 m ca, larghezza massima 11,50 m ca]
- Pianta cappella custodia eucaristica interna [lunghezza 3,00 m ca, larghezza 5,00 m ca]
- Pianta cappella battesimale [lunghezza 3,00 m ca, larghezza media 2,73 m ca]
- Esterno aula liturgica [altezza massima 11,40 m ca]
- Interno aula liturgica [altezza massima 11,00 m ca]
- Campanile [altezza 13,26 m ca]
- Portale [altezza 3,40 m, larghezza 2,30 m]