1° Itinerario generale Dai monti al mare: pale d'altare in una terra di confine

22. Vincenzo Frediani, Madonna col Bambino in trono e i Santi Eustachio, Giovanni Battista, Maria Maddalena e Vito

22. Vincenzo Frediani, Madonna col Bambino in trono e i Santi Eustachio, Giovanni Battista, Maria Maddalena e Vito

Autore: Vincenzo Frediani
Titolo: Madonna col Bambino in trono e i Santi Eustachio, Giovanni Battista, Maria Maddalena e Vito
Data: 1495
Materia e tecnica: tempera su tavola
Misure: 300 x 214 cm circa
Collocazione: Montignoso, Chiesa di Sant’Eustachio, coro
Vedi Scheda CEI – A (Beni Architettonici)
Vedi Scheda CEI – OA (Opera d’Arte)

 

 

 

L’autore dell’opera, Vincenzo Frediani (1458 – 1505), fu uno dei più importanti pittori lucchesi, attivo tra gli ultimi vent’anni del Quattrocento e i primi del Cinquecento. Lucca presentava allora un panorama artistico particolarmente vivace. I pittori locali rielaborarono le novità dei maestri fiorentini – che in città avevano lasciato alcune importanti opere – con le influenze dell’arte fiamminga, giunte grazie agli scambi commerciali con le Fiandre. Lo stesso Frediani completò la sua formazione a Firenze, tra il 1480 ed il 1485, presso Filippino Lippi. Lo schema dell’opera di Montignoso richiama con evidenza la Sacra Conversazione dipinta nel 1479 da Domenico Ghirlandaio per San Martino a Lucca. Nello scomparto centrale due tende, in foglia d’oro, aprono la scena su un paesaggio a cielo aperto dove, su una pavimentazione geometrica, la Madonna in trono col Bambino è circondata da Santi.

Il pittore ebbe a Lucca una bottega molto attiva, con garzoni e collaboratori, che produceva non solo dipinti su tavola ma anche disegni per sculture, cartoni per vetrate e affreschi.

 

L’opera ed in particolare la preziosa cornice lignea intagliata e dorata, che armonizza le parti dipinte e crea una vera e propria struttura architettonica, è esplicativa del continuo e fruttuoso scambio di idee e disegni tra pittori, scultori e orafi nella Lucca della fine del Quattrocento. In particolar modo, il lessico decorativo era comune a tutti gli artisti. La cornice della pala di Montignoso è decorata lungo le paraste con motivi a cornucopie, candelabre, fiori,  frutti e foglie legate da nastri che si ritrovano identiche negli arredi marmorei scolpiti da Matteo Civitali per la Cattedrale di Lucca e nelle decorazioni che ornano le preziose croci astili opera dell’orafo Francesco Marti, come quella oggi esposta al Museo Diocesano di Massa proveniente dalla Chiesa di San Giorgio a Tresana.

 

“Leggendo”, da sinistra verso destra, le scene raffigurate nella predella, si ripercorrono gli episodi più significativi della vita di Sant’Eustachio. La storia del Santo è infatti raccontata per immagini che il pittore definisce con dovizia di particolari:

Sant’Eustachio prima di convertirsi aveva nome Placido ed era un generale romano. Un giorno, durante una battuta di caccia, stava seguendo un cervo che all’improvviso si fermò sopra una rupe; tra le corna apparve una croce e Cristo che così gli si rivolse: “Placido perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza sapere”. Il generale decise di convertirsi, battezzandosi e prendendo il nome di Eustachio, assieme a sua moglie e ai suoi 2 figli. A seguito di diverse sventure, decise di partire per l’Egitto. Non disponendo del denaro per pagare il viaggio, fu costretto a lasciare sua moglie al capitano della nave. Proseguendo a piedi il viaggio, un lupo e un leone rapirono i suoi figli che furono poi recuperati dagli abitanti del luogo e fatti crescere senza conoscersi.

Tutta la famiglia si ritrovò soltanto in seguito, dopo una battaglia contro i barbari. Per celebrare la vittoria l’imperatore Augusto aveva indetto una cerimonia con rito di ringraziamento ma Eustachio, in quanto cristiano, si rifiutò di prenderne parte e per questo fu condannato, assieme alla sua famiglia, al circo.
Tuttavia, il leone che avrebbe dovuto sbranarli non li attaccò. Furono così rinchiusi all’interno di un bue di bronzo arroventato, dove morirono senza però essere bruciati dal fuoco.

L’opera fa parte dei seguenti Itinerari:

1° itinerario generale Dai monti al mare: pale d’altare in una terra di confine

2° itinerario tematico Dal Medioevo al Rinascimento: dal fondo oro al paesaggio, dal polittico alla pala quadra

3° itinerario tematico Di pittura, marmo e terracotta: i materiali delle pale d’altare

4° itinerario tematico Il linguaggio delle pale d’altare: codici, iconografie e simboli

Per i personaggi rappresentati vedi qui sotto la mappa dell’opera:

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