1° Itinerario generale Dai monti al mare: pale d'altare in una terra di confine

14. Francesco e Bernardino del Mastro, Madonna col Bambino in trono e i Santi Giovanni Battista e Andrea

14. Francesco e Bernardino del Mastro, Madonna col Bambino in trono e i Santi Giovanni Battista e Andrea

Autore: Francesco e Bernardino del Mastro
Titolo: Madonna col Bambino in trono e i Santi Giovanni Battista e Andrea
Data: 1545
Materia e tecnica: marmo bianco scolpito
Misure: 220 x 200 cm
Collocazione: Fossola (Carrara), Chiesa di San Giovanni Battista, coro
Vedi Scheda CEI – A (Beni Architettonici)
Vedi Scheda CEI – OA (Opera d’Arte)

 

 

 

I Del Mastro furono una famiglia di scultori di origine carrarese. Francesco, zio di Bernardino, nacque negli anni ottanta del Quattrocento e nel 1507 era già maestro esperto. Non sono note opere della sua produzione giovanile, ma è sicuro il contatto con la vicina Pietrasanta, dove operavano altre importanti famiglie di scultori. Si trasferì per circa 25 anni in Sicilia, dove erano già presenti altri scultori carraresi. Tornato a Carrara, ricevette numerose commissioni assieme al nipote Bernardino. Fu l’unico tra gli scultori carraresi suoi contemporanei ad essere citato nei documenti come scuptor de figure de marmi e statuarius. Del 1547 sono le ultime opere a lui assegnate e nello stesso anno fece testamento.

 

La pala marmorea proviene dalla Chiesa di Moneta (oggi distrutta), antico borgo fortificato sopra Fossola. Come testimonia il documento di allocazione, il 18 febbraio 1545  lo scultore Francesco del Mastro ricevette, da parte degli Operai dell’Opera di Santa Maria di Moneta, il console della Vicinia ed un consigliere, la commissione di tre figure di marmo: la Madonna col Bambino, San Giovanni Battista e San Pietro. Il nipote Bernardino, si impegnò in caso di decesso o altro impedimento, a terminare l’opera. Rispetto al contratto, vennero probabilmente fatte delle modifiche, alla destra della Madonna col Bambino è infatti presente Sant’Andrea e non San Pietro. È possibile identificarla con l’ “icona marmorea” descritta nel 1584 sull’altare maggiore. Non si sa per quanto mantenne questa collocazione ma nel 1880, è documentata in una parete accanto all’altare maggiore seppur l’antica Chiesa di Moneta fosse già in rovina. Alla fine del Settecento, infatti, era iniziata la costruzione della nuova Chiesa di Fossola che, a partire dal 1801 assunse il titolo di Chiesa parrocchiale. L’antica Chiesa di Moneta, divenuta un oratorio, fu progressivamente abbandonata mentre i suoi arredi vennero trasferiti nel nuovo edificio sacro. Il trasferimento della pala sembra essere avvenuto tra il 1880 ed il 1932 quando è testimoniata nella sua nuova collocazione all’interno della Chiesa di Fossola.

Si tratta dell’unica pala rinascimentale in marmo, ad oggi conservata nel territorio della Lunigiana storica, che abbandona la consueta ripartizione in scomparti a favore di una originale riproposizione della pala quadra. I personaggi, infatti, sono disposti all’interno di un ambiente chiuso da archi laterali in prospettiva e con soffittatura a corolle.

L’opera fa parte dei seguenti Itinerari:

1° itinerario generale Dai monti al mare: pale d’altare in una terra di confine

2° itinerario tematico Dal Medioevo al Rinascimento: dal fondo oro al paesaggio, dal polittico alla pala quadra

3° itinerario tematico Di pittura, marmo e terracotta: i materiali delle pale d’altare

4° itinerario tematico Il linguaggio delle pale d’altare: codici, iconografie e simboli

Per i personaggi rappresentati vedi qui sotto la mappa dell’opera:

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