Gli Arcivescovi e il loro Palazzo

Angiolo Franceschi

Angiolo Franceschi

Arcivescovo Angiolo Franceschi (1778-1806)

Angelo Ranieri nacque a Pisa dalla nobile famiglia Franceschi, ma ricevette la sua prima educazione presso i Gesuiti del Collegio dei Nobili di Parma. Tornato in città nel 1757, divenne sacerdote e, l’anno successivo, concluse la sua laurea in diritto. Nel 1763 fu nominato vicario generale della diocesi dall’arcivescovo Guidi, mentre nel 1775 fu eletto vescovo di Arezzo e, appena tre anni dopo, arcivescovo di Pisa.

A partire dal primo giorno di ingresso al palazzo, il nuovo arcivescovo annunciò la sua prima visita pastorale, dimostrando sin dall’inizio la volontà di svolgere una intensa attività pastorale all’interno della diocesi.

Cultore delle arti e degli studi, Angiolo promosse il trasferimento del Seminario arcivescovile dal vecchio edificio in piazza arcivescovado alla sede dell’ex convento di Santa Caterina, sufficientemente grande per ospitare un convitto per i giovani. Legò inoltre il suo nome alle radicali trasformazioni che mutarono l’aspetto del palazzo arcivescovile, dalle forme rinascimentali a quelle tardo settecentesche.

I lavori interessarono la nuova disposizione dei locali del piano terra e comportarono lo spostamento e la riorganizzazione degli ambienti di curia e dell’archivio. Fu inaugurato il grande cantiere del piano nobile, che prevedeva la chiusura dei veroni del lato nord, sud ed ovest, in linea con quanto realizzato dal predecessore Francesco Frosini. Il tamponamento delle logge comportò un notevole aumento di peso gravante sulle strutture verticali e rese necessaria la sostituzione delle colonne e dei capitelli degradati del chiostro. Mentre nei lati nord ed est vennero realizzate due gallerie, nel lato sud fu creato il nuovo quartiere d’estate, costituito da una serie di stanze e da una piccola cappella interna ornata dalle quadrature di Mattia Tarocchi e dagli affreschi di Giovan Battista Tempesti. Furono completate anche la cosiddetta Camera dell’Udienza con l’affresco della volta eseguito da quest’ultimo col tema del Trionfo delle Virtù e la Sala delle Lauree (chiostro, angolo sud-est) dove l’arcivescovo, in qualità di arcicancelliere dell’Università, conferiva la laurea dottorale. Qui, al centro della volta, Giovanni Stella realizzò lo stemma del presule, mentre sulla parete destra il Tempesti eseguì il grande affresco raffigurante l‘Allegoria della Divina Sapienza che illumina Pisa.

Tanto impegno fu profuso nelle trasformazioni interne dell’edificio, quanto nei lavori riguardanti l’esterno, a cominciare dal giardino sud del palazzo che fu trasformato nella Limonaia, un orto di agrumi coltivati in grandi vasi di terracotta. L’ultimo intervento eseguito fu la sistemazione della facciata principale del palazzo, che venne reinterpretata secondo uno stile fortificatorio tardo cinquecentesco. La morte del Franceschi purtroppo interruppe i lavori che rimasero incompiuti fino all’intervento disposto dal successore Giovan Battista Parretti a metà del XIX secolo.

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