Un palazzo in divenire

Gli Arcivescovi e il loro Palazzo

Gli Arcivescovi e il loro Palazzo

Le trasformazioni subite dal palazzo sono state volute e realizzate dagli arcivescovi che qui hanno dimorato. Ognuno di loro ha lasciato un segno della sua opera, del suo pensiero, del suo nome, ma alcuni più di altri sono stati i protagonisti dei cambiamenti più significativi dell’edificio.

 

Arcivescovo Simone Saltarelli (1323-1342)
Nato a Firenze nel 1261, Simone Saltarelli entrò nel convento domenicano di Santa Maria Novella in giovane età, diventandone Priore alla fine del XIII secolo (1292). Nel 1316, papa Giovanni XXII lo nominò vescovo di Parma e, nel 1323, arcivescovo di Pisa. Verso la fine del 1327, per sfuggire a Ludovico IV detto il Bavaro, che aveva scelto Pisa come centro della sua azione politica e militare, si trasferì ad Avignone presso la corte papale. Intorno al 1330, le mutate condizioni politiche permisero al Saltarelli di rientrare a Pisa. Leggi di più.

 


 

Arcivescovo Filippo De Medici (1461-1474)
Tra le opere del suo episcopato la costruzione del palazzo fu certamente una delle più significative. L’ambizioso progetto infatti, degno di una domus cardinalis, fu predisposto sulla base dei moderni principi architettonici promossi da Leon Battista Alberti: riutilizzo delle strutture preesistenti, ricerca dell’armonia e delle proporzioni tra il tutto e le parti e razionale disposizione degli ambienti pubblici e privati. Leggi di più.

 


 

Arcivescovo Scipione Pannocchieschi d’Elci (1636-1663)
Per quanto riguarda il palazzo arcivescovile, Scipione realizzò diversi interventi, tra cui l’esecuzione di nuovi rosoni in marmo per il cortile-peristilio, compresi quelli scolpiti con il suo stemma. Nel 1642 il palazzo arcivescovile fu interessato da un incendio che danneggiò il soffitto ligneo della stanza che precede la cappella dei Santi Efisio e Potito. L’anno successivo, l’arcivescovo decise di risanarlo, affidando i lavori al legnaiolo Carlo del Norcia. Leggi di più.

 


 

Arcivescovo Francesco Frosini (1702-1733)
Promotore di importanti interventi rivolti al palazzo arcivescovile, nel 1709 diede inizio alla nuova fabbrica sopra il loggiato, che prevedeva la tamponatura del verone est, la costruzione della cappella grande nell’angolo sud-est (in seguito dedicata ai Santi Efisio e Potito) e della camera dell’Udienza. Leggi di più.

 


 

Arcivescovo Francesco Guidi (1734-1778)
Il suo nome è legato soprattutto alla decorazione della cappella grande, dedicata ai Santi Efisio e Potito ed utilizzata come cappella delle ordinazioni sacerdotali. Gli affreschi, eseguiti tra il 1739 e il 1744, furono affidati ai fratelli Francesco e Giuseppe Melani che diedero vita ad un ciclo pittorico ricco e complesso, sia dal punto di vista figurativo che religioso. Leggi di più.

 


 

Arcivescovo Angiolo Franceschi (1778-1806)
Legò il suo nome alle radicali trasformazioni che mutarono l’aspetto del palazzo arcivescovile, dalle forme rinascimentali a quelle tardo settecentesche. I lavori interessarono la nuova disposizione dei locali del piano terra e comportarono lo spostamento e la riorganizzazione degli ambienti di curia e dell’archivio. Fu inaugurato il grande cantiere del piano nobile, che prevedeva la chiusura dei veroni del lato nord, sud ed ovest, in linea con quanto realizzato dal predecessore Francesco Frosini. Leggi di più.

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