Gli Arcivescovi e il loro Palazzo
Francesco Guidi
Francesco Guidi
Arcivescovo Francesco Guidi (1734-1778)
Originario di Volterra, Paolo Francesco Salvatico dei Conti Guidi condusse i propri studi giovanili a Pisa ed entrò nell’ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. Poco più che ventenne, diventò sacerdote e si recò a Roma per perfezionare i suoi studi in diritto e in teologia. Tornato in Toscana, scelse di abitare a Firenze e fu nominato canonico del Capitolo Metropolitano. Nel 1733 assunse il titolo di vescovo di Arezzo e, dopo poco più di un anno, fu incaricato arcivescovo di Pisa.
Tra le opere condotte a favore della sua diocesi, Francesco si dedicò alla ristrutturazione e all’abbellimento degli edifici di culto della città, senza dimenticare di completare e perfezionare il palazzo arcivescovile. In questo ambito, il suo nome è legato soprattutto alla decorazione della cappella grande, dedicata ai Santi Efisio e Potito ed utilizzata come cappella delle ordinazioni sacerdotali. Gli affreschi, eseguiti tra il 1739 e il 1744, furono affidati ai fratelli Francesco e Giuseppe Melani che diedero vita ad un ciclo pittorico ricco e complesso, sia dal punto di vista figurativo che religioso. Le pareti, completamente ricoperte da vertiginose quadrature architettoniche, ospitano temi incentrati sulla figura e sul ruolo dell’arcivescovo: le Virtù del Buon Vescovo, il Martirio dei santi titolari della cappella e l’Immacolata Concezione.
Qualche anno più tardi, nel 1751, il fiorentino Giuseppe Zocchi fu chiamato a realizzare tre affreschi con le Storie di Abramo per il salone dell’anticappella, mentre nel 1772 Pietro Giarré, già impegnato nella decorazione della Certosa di Calci, curò la decorazione del piccolo salotto del lato ovest.
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