Oropa tra leggenda e tradizione: alle origini di una devozione millenaria

La Madonna Nera

La Madonna Nera

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La devozione popolare alla Vergine di Oropa, per secoli legata all’antica tradizione eusebiana e lucana, nasce attorno a un’immagine, all’origine probabilmente dipinta, poi sostituita da una statua fatta scolpire nella vicina valle d’Aosta e portata a Oropa in coincidenza con l’edificazione dell’antica Chiesa di S. Maria, costruita attorno al sacello e consacrata da Aimone di Challant alla fine del XIII sec. La statua di Oropa – probabilmente commissionata dallo stesso Aimone – è una Madonna con Bambino, scolpita in legno di conifera, o legno «cirmolo» o «cembro», attribuita a scultore valdostano operante nella seconda metà del secolo XIII, detto il «Maestro della Madonna Oropa». Provengono dalla sua bottega anche altre opere conservate nel museo della cattedrale di Aosta e nel museo civico di Torino. Con tutta probabilità la statua fu trasportata dalla Valle d’Aosta mediante il valico della Barma, attraverso il quale si compie da secoli ogni cinque anni la storica processione degli abitanti di Fontainemore, comunità della valle del Lys devota alla Madonna.

Custodita nell’antico Sacello eusebiano, la statua si offre agli occhi dei pellegrini nella sua semplicità primitiva senza particolari ornamenti e senza i gioielli e le corone che furono adoperati per le incoronazioni e che caratterizzano una gran parte dell’iconografica antica della Madonna. La Madonna sorregge il bambino e nella mano destra porta un pomo d’oro sormontato da una croce e con foglie di pietre preziose, che richiama al peccato originale redento per mezzo del Cristo. Alcuni storici sostengono che la statua in origine non fosse dipinta di nero e che l’incarnato bruno sia opera successiva, un rimaneggiamento della statua, rientrante nel vasto fenomeno delle Madonne Nere (se ne contano in Europa oltre 740 ), molte delle quali ‘ridipinte’ e che annovera altri illustri esempi in Italia a Loreto, Crea e Varese e nel resto d’Europa nei santuari di Monserrat (Spagna), Rocamadour (Francia), Einsieldn (Svizzera), Częstochowa (Polonia).

Il culto della Madonna di Oropa, a partire dalla prima Incoronazione del 1620 si diffuse in tutto il Piemonte e nelle regioni vicine con l’erezione di piloni votivi, con dipinti murali, statue, tele, cappelle e chiese a Lei dedicate.

 

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