Gli stati delle anime, una sorta di censimento religioso e anagrafico dei fedeli di una parrocchia, furono prescritti da papa Paolo V nel Rituale Romanum del 1614, promulgato con la costituzione Apostolicae sedi del 17 giugno, anche se già in precedenza erano stati introdotti da alcuni ordinari diocesani.
A Como fu il vescovo Giovanni Antonio Volpi, in occasione degli Ordini generali nella visita pastorale della diocesi, risalenti agli anni successivi al 1567 e pubblicati nel 1588 all’interno degli atti dei sinodi, a raccomandarne la compilazione, che prevedeva l’elenco di tutte le case e di tutti i membri di una parrocchia con nome, cognome, età, sesso, da rinnovarsi ogni tre anni.
Generalmente gli stati delle anime sono collocati negli archivi parrocchiali insieme ai libri canonici (battesimi, cresime, matrimoni e defunti), sebbene non sia raro rintracciarli, soprattutto negli archivi non riordinati, tra la documentazione sciolta o all’interno di faldoni, dal momento che spesso, in particolare i più antichi, non sono registri di grandi dimensioni, ma fascicoli di poche carte.
Questo potrebbe spiegare anche i dati del censimento degli archivi ecclesiastici d’Italia del 1942-1943, dove la voce “Stati di popolazione” registra talora unicamente i documenti a partire dal secolo XIX. Ma solo una revisione puntuale degli archivi parrocchiali, come suggerito, potrà confermare o meno tale ipotesi.
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Anche in diocesi di Como gli stati delle anime vanno cercati negli archivi delle parrocchie.
Sistemando, però, le carte della serie “Visite pastorali” della Curia vescovile di Como, la cui importanza per la maggior parte delle ricerche in un archivio diocesano è nota a tutti, è emersa la presenza di stati delle anime, richiesti per lo più dai vescovi come allegati da consegnare in occasione della visita.
La maggior parte delle volte, o perché così era formulata la domanda o perché costituiva un modo più veloce di risposta, i parroci si limitavano a fornire dati generali sul numero totale delle anime e di queste quante erano “da comunione” e “da cresima”. Altre volte invece – ed è il caso di oltre 200 documenti di questo percorso – si produceva un vero e proprio stato delle anime.
Altri undici, poi, sono stati scoperti recentemente tra la documentazione che non aveva trovato una collocazione precisa dopo il riordino di fine Ottocento – inizio Novecento, ora inserita nella serie “Documenti di provenienza incerta”.
In questo caso, diversamente da quanto accaduto con le visite pastorali, erano stati i curati di propria iniziativa ad aver inviato stati d’anime completi, mentre la curia vescovile si era limitata a richiedere quante anime fossero “soggette” a una parrocchia.
Quattro furono allegati come risposta a una lettera del 1686 riguardante il numero totale delle anime, dei confessati, dei comunicati e dei cresimati. Altri sette sono giunti intorno al 1768 come risposta alle lettere di Giuseppe De Ponte, cancelliere della curia vescovile di Como, indirizzate ai parroci di alcune pievi, sei a riguardo dello stato generale delle anime dell’anno 1750 o del 1753, uno per quello aggiornato al 1768.
Per completezza, al repertorio sono stati uniti i due registri dell’unico archivio parrocchiale depositato presso quello diocesano, l’archivio di San Giorgio in Como, anche perché dal censimento del 1942-1943 risulta che non vi siano volumi di “Stati di popolazione”.
I 223 stati d’anime coprono un arco di tempo di due secoli, il Seicento e il Settecento (tranne uno della parrocchia di San Giorgio in Como, che arriva fino alla prima metà dell’Ottocento), in buona parte (92) relativi all’anno 1696, quando furono compilati «in esecutione de comandi et ordini» della visita del vescovo di Como, Francesco Bonesana.
Sono rappresentativi di tutte le pievi dell’estesa diocesi di Como, comprendente, oltre alla città e parte della provincia di Como, l’intera provincia di Sondrio con la Valtellina e la Valchiavenna e alcune località in provincia di Varese (Valcuvia, val Marchirolo) e in provincia di Lecco (Mandello del Lario e dintorni).
E’ presente anche il territorio svizzero, e precisamente il Canton Ticino e parte del Canton Grigione, sotto la giurisdizione della diocesi di Como fin verso la fine del secolo XIX. Se, infatti, la documentazione più significativa, in particolare le visite pastorali, fu trasferita dopo il passaggio di Poschiavo e Brusio alla diocesi di Coira e dopo l’istituzione della diocesi di Lugano (è probabile, quindi, che stati d’anime si trovino anche tra le carte delle visite pastorali ticinesi), sono rimasti a Como sei stati delle anime dell’unico vicariato del Canton Grigione (Poschiavo con Brusio) e di due località (Chiasso e Ponte Tresa) allora facenti parte di pievi “italiane”.
Non manca, da ultimo, anche Saltrio, in provincia di Varese, la cui parrocchia fu trasferita all’arcidiocesi di Milano nel 1982.
REPERTORIO DEGLI STATI DELLE ANIME NELL’ARCHIVIO STORICO DELLA DIOCESI DI COMO
suddiviso in quattro zone (in ogni cartina gli stati delle anime sono elencati secondo l’ordine alfabetico delle località attuali):
Como città e provincia fino a Basso Lago di Como; Mandello e dintorni
Valli Varesine
Centro e Alto Lago di Como, Valle Intelvi, Valchiavenna
Valtellina e parte del Canton Grigione