Chiesa di San Giacomo, Lazfons

CARATTERI ARCHITETTONICI

CARATTERI ARCHITETTONICI

Il sagrato è stato progettato nell’estate del 2000 dall’arch. H. Freisinger. La pavimentazione è in porfido, interrotta da diversi corsi di pietra a raggiera che conducono sotto il baldacchino di bronzo, segno architettonico che demarca la soglia tra l’esterno e l’interno della chiesa.
Oltre il portale principale e il piccolo atrio d’ingresso (una parte ribassata che ospita al livello superiore l’organo e il coro) la grande aula della chiesa si apre nella sua completa spazialità. Ai muri perimetrali riccamente finestrati si affiancano dei pilastri di metallo iconologicamente associati ai 12 apostoli, che a loro volta rimandano al santo patrono San Giacomo. Le costole delle travature ad arco ribassato riprendono l’idea dell’edificio originario (in parte demolito) a scheletro gotico.
La vista è condotta lungo le file di panche fino alla parte anteriore del presbiterio. A sinistra del portale si aprono due confessionali, la scala per il coro, il baldacchino e alcune stazioni della Via Crucis (realizzata prima del 1858).
Dopo la Via Crucis è posta la scultura di Maria incoronata (successiva al 1738) di Josef Konrad Wieser. Questa è una rappresentazione dell’incoronazione di Maria, tra Cristo e Dio Padre, sotto le ali dello Spirito Santo. La scultura risale alla Confraternita della Trinità, fondata nel 1734 ed esistente ancora oggi. L’altare sottostante è realizzato con una lastra di pietra in marmo di Racines, che proviene dalla cattedrale di Bressanone, ricostruita intorno al 1747.
Lungo la parete perimetrale di sinistra dell’aula si apre la porta della sacrestia e successivamente, accanto ad essa, l’entrata secondaria. Questo ingresso conduce al cimitero, dove si innalza il campanile tardo medievale edificato con grandi pietre di granito con le finestre a bifora in archi ciechi incassati e il tetto a capanna. La copertura della chiesa invece è in scandole smaltate di color marrone che nella parte bassa si colorano di giallo e di varie tonalità di verde. Tornando all’interno, direttamente sopra questo portale si trova un dipinto a olio del XVII secolo del maestro Stefan Kessler. Il dipinto raffigura di nuovo la scena in cui Maria viene incoronata dalla Trinità. Accanto al portale laterale, dietro il fonte battesimale di Franz Kehrer, si trova la prima pietra che contiene il documento della benedizione del 5 giugno 1999. Sul marmo, scolpiti dallo scultore Martin Rainer, si trova il monogramma di Maria, l’occhio di Dio e una conchiglia, come attributo del patrono della chiesa, così come l’anno 2000.
Sulla parete retrostante al fonte si sviluppa un’articolata iconografia avente come tema l’Albero della Vita: un grande murale di Veronika Maria Steiner. Il “Cristo Nero” (inizio XVIII secolo) occupa una posizione essenziale nella chiesa. In un certo senso, segna il passaggio dal regno terrestre al regno celeste, nel punto in cui la chiesa neogotica è stata continuata dall’edificio moderno del 1999. Quando la chiesa è stata ampliata nel 1999, è stata prestata particolare attenzione alla chiesa neogotica già esistente, progettata da Josef von Stadl e consacrata nel 1869 dal vescovo trentino Riccabona de Reichenfels. L’idea di incorporare il più possibile l’antica chiesa nel progetto ha portato alla definizione dell’attuale presbiterio: uno spazio voltato con costoloni a stella terminante con un’abside poligonale. Nel corso della ricostruzione, tuttavia, parte della navata dell’edificio di culto storico è stata demolita nell’intento di ampliarne lo spazio.
L’altare maggiore neogotico (1868) di Michael Stolzè è stato ripreso dalla chiesa originale. Sull’altare maggiore è raffigurato lo stesso patrono della chiesa, con gli attributi della conchiglia e del bastone da pellegrino. Ma di particolare interesse è la presenza di Felix di Valois (con lo schiavo liberato) e Giovanni di Mathà. Questi sono i fondatori dell’ordine della Santissima Trinità – che abbiamo già incontrato nella scultura della Trinità.
Dagli altari laterali della chiesa neogotica sono state prese le statue di San Michele e dell’Immacolata Concezione di Josef Wassler. Insieme alla statua di San Giuseppe di Franz Kargruber, queste sono le “statue del patto” che venivano utilizzate per l’educazione religiosa della gioventù.
Un altro elemento caratteristico del presbiterio è il pulpito di Karl Lazzeri del 1941, che ha sostituito quello antico.
Tornando dal presbiterio alla navata della chiesa, il moderno altare e l’ambone, sono opere dello scultore Franz Kehrer.  Il fonte è opera di Walter Kuenzer.
Le vetrate colorate della nuova aula sono dell’artista Ursula Huber.

 

Processi e contesti

Progetto liturgico e programma iconografico

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