Si misero in cammino: pratiche processionali di comunità

I percorsi processionali

I percorsi processionali

MENU

Uno sguardo ai percorsi seguiti nelle generazioni passate per le processioni offre il disegno della rete di protezione sacrale che nel tempo era stata sviluppata per la protezione celeste sul territorio di ogni paese.

Il centro sacro della comunità era la chiesa parrocchiale o in alcuni territori un santuario; di qui partivano itinerari verso i bordi dell’abitato, sulle strade più importanti, tendenti ai paesi limitrofi. Oltre le ultime case del paese sorgeva una prima serie di segni sacri, costituiti da una cappella, o un’edicola sacra o una semplice immagine devozionale dipinta sulle pareti di una delle ultime abitazioni. Spesso sulle stesse direttrici, ma ad una distanza maggiore, anche di un chilometro o più, vi era un secondo segno sacro, isolato ai margini della strada, con un certo spazio antistante. Le prime erano le mete ordinarie per le processioni della festa patronale e di quelle delle compagnie religiose devozionali; quelle più lontane erano mete di processionali penitenziali delle confraternite.

Costituivano i baluardi protettivi della sicurezza spirituale della comunità, affidandone le porte d’ingresso alla custodia dei santi. Quando era possibile per la configurazione della rete stradale, si tendeva a formare una croce in cui racchiudere il paese tra quattro edifici sacri. Anche le cappelle di borgata presso cui si celebra la festa titolare hanno un pilone o una croce come meta processionale.

Molto più distanti erano le mete per le processioni che si svolgevano per le “rogazioni” di benedizione delle campagne, nella festa di San Marco e nei tre giorni precedenti l’Ascensione del Signore. Avvenivano di buon mattino con un tragitto diverso per ogni mattino verso una meta nel cuore della campagna o su qualche altura attorno al paese. La preghiera propria delle rogazioni era incentrata sulle litanie dei santi, che oltre la loro intercessione, comprendeva anche suppliche contro i vari tipi di calamità e pericoli possibili, accanto ai tre grandi flagelli divini: peste, fame e guerra. Emblematico è l’esempio di Demonte dove le quattro mete delle rogazioni sono quattro piccoli santuari collocati sulle montagne attorno alla conca alpina a formare una croce, con un percorso che impegnava mezza giornata. Ovviamente dove vi erano delle cappelle oltre le lunghe preghiere fatte nel percorso si celebrava anche la messa.

Inoltre, data la notevole estensione territoriale delle antiche parrocchie, vi erano altri punti nodali di percorsi religiosi: quelli per le sepolture. Era usanza comune partire con il corteo funebre dalla casa stessa del defunto con l’accompagnamento del parroco e delle compagnie religiose, ma dove il tragitto di andata verso la casa del defunto ed il ritorno verso la chiesa avrebbe richiesto ben più di un’ora, si erano individuate delle “pose” o “levate”, cioè dei posti tappa, spesso alla convergenza di più strade provenienti da borgate e casolari distanti, presso cui si portavano i defunti per abbreviare il percorso del corteo funebre con le compagnie religiose. Anche queste mete processionali erano segnate da un pilone o una grande croce. Da decenni la maggior parte di questi segni sono caduti nell’oblio nel significato della loro funzione.

 

Chiese, cappelle e piloni votivi

Percorsi locali ornati da viali

Tappe nelle processioni

Your browser doesn't currently support this component
Please , update your browser

Sezioni del sito

Selezione lingua

  • Italiano
  • English
  • Deutsch
  • Français
  • Español