Si misero in cammino: pratiche processionali di comunità
Gli oggetti
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Le processioni costituivano dei riti sacri comunitari esterni agli ambiente propriamente destinati alla liturgia; in epoche passate ciò comportava la ricerca di segni che evidenziassero un adeguato contesto degno delle cerimonie religiose, come espansione dello spazio sacralizzato. Tra i molteplici segni vanno distinti quelli usati sia in chiesa che nei riti esterni, come i paramenti indossati da ministri sacri e le divise delle compagnie di devoti, al pari di oggetti stabilmente collegati col culto eucaristico, come ostensori per il Santissimo Sacramento, turibolo e navicella per incenso, libri sacri, e similmente eventuali teche di reliquie di santi. Tra i paramenti dei celebranti elemento specifico indossato nelle processioni era il piviale, grande mantello originariamente con cappuccio a riparo dalla pioggia, al posto della casula o pianeta richiesto per la messa.
Per uscire dalla chiesa processionalmente venivano impiegate le insegne delle varie aggregazioni di clero, religiosi e compagnie devozionali che prendevano parte. Apriva ogni corteo religioso la croce astile parrocchiale, in metallo dorato ed argentato per le feste maggiori o in legno dipinto di nero per i funerali. Doveva essere affiancata dal portatori di candele. Le insegne dei gruppi religiosi potevano essere costituite da crocifissi, talvolta ornati di velo protettivo; più diffuso era l’uso di stendardi su cui campeggiavano i santi patroni delle compagnie. Ogni gruppo aveva dei massari o ufficiali addetti all’ordine da mantenere nel percorso, muniti di apposite aste con le insegne della confraternita o compagnia, detti comunemente “sergentini”. Le candele portate dai devoti erano spesso ornate da fiocchi e quelle degli ufficiali erano supportate da candelieri con scudetti decorati; imponenti erano talvolta i candelieri processionali che affiancavano le insegne; per le processioni notturne si usavano lanterne poste su aste. Alcune confraternite disponevano anche di croci illuminate internamente con candele protette da vetri, su cui erano dipinti i “misteri” della passione.
La processiona più sacra era sicuramente quella del Corpus Domini. Il prete che portava l’ostensorio con il Santissimo Sacramento camminava al riparo di un sontuoso baldacchino processionale sorretto da quattro aste, con il drappellone o cielo dipinto e lambrecchini con frange dorate. Nell’ultimo secolo si diffuse pure l’usanza di predisporre un automezzo scoperto su cui viene allestito un altare per deporvi l’ostensorio. Ugualmente importanti erano le figure di Gesù portacroce utilizzato da molte confraternite, accompagnato dai “misteri”, cioè gli strumenti usati contro di lui nella passione.
Per ogni altra processione l’elemento spettacolare era la statua del santo festeggiato. Questa era collocata su una base, o trono processionale, munito di stanghe per essere portato a spalle da quattro o più portatori. In alcuni paesi, il prete portava il reliquiario con le reliquia del santo. A complemento degli oggetti utilizzati nella processione vanno pure considerati gli elementi predisposti lungo il percorso come scenografia.
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