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Macchine processionali
Macchine processionali
Le più antiche statue processionali sono state piccole statue lignee di Maria con Gesù Bambino in braccio, alcune delle quali sono attestate già a fine cinquecento. Dal seicento si diffusero le Madonne del Rosario e quelle del Carmelo, ancora con il piccolo Gesù. Al settecento risalgono le prime statue mariane senza Gesù per raffigurare l’Immacolato o l’Assunta. Ad inizio ottocento vi fu una certa diffusione dei gruppi dell’Addolorata. Dopo le apparizioni della Madonna a Lourdes nel 1858, quasi ogni chiesa ebbe una copia di tale statua. Nei troni processionali mariani, spesso pesava molto l’apparato di contorno. Molto importante per alcune macchine processionali mariane fu l’apparato di contorno della statua. Infatti si costruirono sontuose strutture a portale, con volute ed angioletti, sia alla base del piede della statua, sia a sorreggerne la corona apicale, con evidente richiamo alla “porta del cielo” in cui Maria entra trionfante tra cori d’angeli. Tutta la macchina risplendeva per la decorazione in oro che ricopriva ogni parte dell’apparato. I fedeli nella processione partecipavano con il loro canto al giubilo celeste ed invocavano da Maria di guidare il loro cammino verso il paradiso.
Pure dal Seicento si diffusero le statue dei vari santi patroni: tra le più diffuse fu quella di san Magno. I troni processionali per questi santi evidenziavano la presenza del santo come compagno di viaggio nella fatica quotidiana, sostenendo le battaglie contro il male ed i pericoli della vita.
Ma le grandi macchine processionali furono quelle per la passione di Gesù, diffuse dopo che già dalla fine settecento alcuni vescovi avevano proibito le pubbliche flagellazioni e scene della passione con devoti figuranti. Tali divieti furono ribaditi dal primo sinodo cuneese del 1827. Imponenti gruppi statuari di Gesù nel Getsemani sono a Demonte, Limone e Valdieri; in Santa Croce a Cuneo Gesù porta la croce con l’aiuto di Simone il cireneo e con il gesto di pietà della Veronica. A Boves si usava il grande carro funebre con Gesù morto. Queste macchine processionali furono le più ampie e pesanti, (portate anche da otto o dodici uomini), perché assieme alle figure di Gesù ed altri protagonisti della sua passione, rendevano l’ambiente della scena, in particolare il Getsemani o la via dolorosa.
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