Racconti di un'istituzione millenaria. Il Capitolo della Cattedrale di Casale Monferrato

Le committenze artistiche per la Cattedrale

Le committenze artistiche per la Cattedrale

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Oltre all’organizzazione degli aspetti liturgici e amministrativi della Cattedrale, il Capitolo si occupò da sempre del mantenimento della struttura promuovendo operazioni di restauro, di ammodernamento e di costruzione di nuove aree all’interno dell’edificio dedicato a sant’Evasio e innalzato al rango di Cattedrale nel 1474. Grande attenzione fu sempre prestata anche alle suppellettili, ai paramenti e agli arredi necessari alla celebrazione del culto. Preziose testimonianze per la ricostruzione di molte delle commissioni effettuate dal Capitolo sono contenute nei convocati capitolari e nella serie “Fabbrica della Cattedrale” dell’Archivio capitolare. Se i registri di spesa danno soprattutto testimonianza dei pagamenti effettuati dal Capitolo, i verbali delle adunanze danno ragione anche delle commissioni sostenute grazie all’utilizzo di fondi propri dei canonici. Soprattutto i benefattori settecenteschi si trovano ritratti insieme ad alcuni canonici “illustri” nella galleria dei ritratti esposti in sacrestia e probabilmente commissionati per volontà del Capitolo stesso nella prima metà del Settecento. Tra questi si ricorda, in particolare, il contributo del canonico Giacomo Antonio Paltro, ritratto da Amadeus, raffigurato in qualità di donatore dell’organo, della cantoria e delle sei porte della Cattedrale fatte realizzare nel 1717 a proprie spese. Di tali opere, tuttavia, si ha menzione solo nel cartiglio del dipinto sul ritratto e nei documenti in quanto furono completamente rimosse e disperse nel corso dei restauri in stile neomedievale che ebbero luogo a partire dal 1858. Giunte fino a noi, sono, invece, alcune oreficerie sette e ottocentesche delle quali è stato possibile ricostruire la storia in occasione della mostra “Racconti di un’istituzione millenaria. Il Capitolo della Cattedrale di Casale Monferrato”. Tra queste si citano quale esempio le tre cartegloria realizzate dal noto orafo casalese Pietro Tribocco nel 1833 e donate al Capitolo dal canonico Onorato Villavecchia, lo stemma del quale è posto nella parte inferiore dell’elemento più grande, o il secchiellino d’argento con aspersorio opera del torinese Ignazio Ravizza commissionato dal Capitolo in occasione della Settimana Santa del 1796. Una committenza particolarmente pregevole e fortemente legata nel suo uso al collegio dei canonici è la cosiddetta mazza capitolare. Questo straordinario pezzo di oreficeria fu commissionato e pagato nel 1842 dal canonico Vincenzo Nemours, conte di Frassinello. Nei documenti si trova traccia di tale commissione dalla registrazione della spesa pagata al falegname Francesco Vandino per la creazione di una custodia in legno destinata a contenere la nuova mazza capitolare in argento. Il manufatto era stato realizzato dal noto orefice Pietro Tribocco, come confermato dalla presenza del punzone. Se i documenti permettono di datare con sicurezza la mazza capitolare, l’oggetto stesso documenta l’attività di benefattore del canonico Nemours attraverso la presenza dello stemma sulla parte finale del bastone, riportato anche sulla croce processionale in argento realizzata nel 1833 dall’orefice romano Pietro Paolo Spagna. L’appartenenza al Capitolo è invece testimoniata dall’iscrizione posta sul retro in cui si legge: “Capitulo Cathedrali Casalensis Dono Dat”. Sopra al cartiglio la graticola richiama San Lorenzo, probabile titolare della chiesa fondata da Sant’Evasio e ancora oggi raffigurato in diverse opere della Cattedrale come nella lunetta sopra il portale maggiore, sulla pala d’altare dell’ultima cappella di destra e nella vetrata centrale dell’abside. Sul lato opposto sono, invece, visibili i simboli vescovili: il Vangelo, la croce, il pastorale e la mitra; quest’ultima si trova sorretta da tre puttini anche sulla sommità dell’oggetto.

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