Racconti di un'istituzione millenaria. Il Capitolo della Cattedrale di Casale Monferrato
La biblioteca capitolare
La biblioteca capitolare
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La Biblioteca del Capitolo di Sant’Evasio rappresenta un corpus costituito da circa 250 volumi antichi e moderni che è stato possibile identificare come effettivamente appartenuti ai canonici (grazie alle note manoscritte di possesso) o al Capitolo in generale. Si tratta di testi che vanno dai primi anni del ‘500 alla fine dell’800, per lo più di argomento teologico, ma sono presenti alcuni esemplari significativamente vicini ad altri incarichi del Capitolo, quale, ad esempio, quello legato al coordinamento delle numerose confraternite presenti in Cattedrale. Particolarmente interessante in questo senso risulta essere l’opera Notti malinconiche nelle quali con occasione di assistere à condannati à morte si propongono varie difficoltà spettanti à simile materia: si tratta di un manuale destinato ai confessori che assistevano i condannati a morte, scritto dal padre gesuita Giacinto Manara. L’esemplare custodito presso la biblioteca capitolare è stato stampato nel 1658 a Bologna da Giovanni Battista Ferroni, ed è quindi una prima edizione dell’opera, piuttosto rara, appartenuta al canonico Giuseppe De Conti, personaggio particolarmente ricordato sulla scena culturale casalese per essere autore di opere quali, ad esempio, Notizie della vita e del culto di Sant’Evasio proto-vescovo d’Asti martire e patrono principale della città e diocesi di Casale o dei due volumi manoscritti di trascrizione delle pergamene e dei documenti più antichi dell’Archivio capitolare. Sul frontespizio si legge come questo insolito manuale fosse stato scritto a uso dei “maestri consolatori nell’Arciconfraternita di Santa Maria della Morte della città di Bologna”; insolito è anche il soggetto dell’incisione che orna l’antiporta: una figura maschile abbatte con l’accetta un albero sui cui rami sono scritti i nomi dei principali peccati, e un cartiglio riporta un frammento di un versetto del Vangelo di Luca: “Disse dunque al vignaiuolo: Ecco, sono ormai tre anni che vengo a cercar frutto da questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché sta lì a rendere improduttivo anche il terreno?”. Questo volume probabilmente è da mettere in relazione con la compagnia degli Agonizzanti che ebbe sede in Cattedrale molti documenti della quale sono ancora oggi conservati presso l’Archivio capitolare.
Un altro volume di particolare pregio è rappresentato dal Mariale, ovvero Dell’interna croce della Madre di Dio, di Mons. Scipione Agnelli, vescovo di Casale tra il 1624 e il 1653 e noto ai suoi contemporanei per essere oratore e poeta, teologo e storico. L’opera rappresenta un testo interamente dedicato alla Vergine e fu composto nel 1634, durante gli anni di episcopato, venendo dedicato a papa Urbano VIII. Molto curiosa è la lunga nota manoscritta che compare sul primo foglio di guardia e che rammenta come il vescovo Agnelli fosse stato “stimato degno della porpora cardinalizia da Urbano ottavo”, ma che la sorte gli fu avversa, portandolo alla morte prima che avesse il privilegio di ricoprire l’alta carica. Altra particolarità del volume consiste nella presenza di un’antiporta, ovvero la pagina che precede il frontespizio, decorata dalla raffigurazione di una Crocifissione nella quale si scorge al centro Cristo, ai piedi del quale si trovano la Madonna e San Giovanni, circondati dai simboli della Passione.
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