Racconti di un'istituzione millenaria. Il Capitolo della Cattedrale di Casale Monferrato
Gli incarichi dei canonici e gli statuti capitolari
Gli incarichi dei canonici e gli statuti capitolari
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Il primo statuto di cui si ha menzione risale al 1254 e fu approvato dal vescovo della Diocesi di Vercelli Martino Avogadro. In questo periodo i canonici conducevano una vita di stampo monastico e il Capitolo di Casale risultava formato da un Prevosto e da dieci canonici selezionati tra sacerdoti, diaconi o suddiaconi della Diocesi. Dopo alcuni documenti di carattere statutario relativi a questioni specifiche, si rese necessario redimere nuovi statuti, approvati complessivamente nel 1595, che tenessero conto da una parte dell’avvenuta erezione della Diocesi di Casale, fortemente voluta dal marchese Guglielmo VIII Paleologo ed istituita ufficialmente da papa Sisto IV nel 1474, e dall’altra dei nuovi dettami promulgati dal Concilio di Trento. Con lo statuto del 1595 aumentò il numero dei canonici fino a circa una ventina di presbiteri (tra diaconi e sacerdoti) che comprendevano, oltre al Preposito, le seguenti dignità: un Arcidiacono, un Arciprete, un Decano, un Cantore, un Primicerio e, sui dettami del Concilio, un Teologo e un Penitenziere. Tali incarichi permettono di ben comprendere la centralità della funzione liturgico pastorale del Capitolo alla quale si aggiunsero incarichi di tipo amministrativo mediante la cura e la gestione della massa capitolare (costituita dai beni immobili, dai terreni e dalle loro rendite), la contabilità degli introiti e delle uscite per il buon funzionamento della Cattedrale (come le spese per la sagrestia) e la supervisione della “Fabbrica” ovvero di tutte le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro, di costruzione e di modifica dell’edificio e degli arredi della Cattedrale. Inoltre, grande attenzione era conferita alla gestione delle numerose compagnie e confraternite dotate di un altare in Cattedrale e dedicate al sostegno socioassistenziale delle fasce più deboli della popolazione. Tra cui si citano: le compagnie del Santissimo Sacramento, degli Agonizzanti, della Beata Vergine della Pietà, di Sant’Evasio, del Suffragio, di San Martino, della Santissima Vergine della Consolata, dei Santi Crispino, Crispiniano e Lucia, di San Michele e della Trinità. Tutte queste funzioni furono comunque sempre regolate dallo statuto di volta in volta vigente che fu sottoposto, come accennato, a numerose revisioni nel corso dei secoli. Tali modifiche dovevano rendere conto delle condizioni politiche del momento e dei grandi momenti di riforma della Chiesa; per tale motivo si rintraccia l’emanazione di nuovi regolamenti nel XVI secolo in osservanza delle direttive del concilio di Trento, a inizio ‘800 durante la dominazione napoleonica e nel corso del Novecento in seguito ai Concili Vaticani. L’attuale statuto è entrato in vigore il 31 maggio 2018.
Per approfondire l’abbigliamento e gli oggetti di rappresentanza dei canonici si veda: I segni distintivi del Capitolo.
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