Gli Arcivescovi e il loro Palazzo

Scipione Pannocchieschi d’Elci

Scipione Pannocchieschi d’Elci

Arcivescovo Scipione Pannocchieschi d’Elci (1636-1663)

Senese, Scipione nasce alla fine del XVI secolo, ultimo di sei figli. Nei primi anni del Seicento, insieme al fratello primogenito, accompagnò il padre ambasciatore presso la corte del Re di Spagna Filippo III. Rientrato in toscana, completò la sua formazione a Siena e a Firenze, fino alla partenza per Roma nel 1623, che decretò l’inizio del suo percorso ecclesiastico. Prima di essere consacrato sacerdote nel 1629, fu nominato Governatore di Spoleto, Ancona e Fermo. Nel 1631 venne nominato vescovo di Pienza e, nel 1636, arcivescovo di Pisa.

Per quanto riguarda il palazzo arcivescovile, Scipione realizzò diversi interventi, tra cui l’esecuzione di nuovi rosoni in marmo per il cortile-peristilio, compresi quelli scolpiti con il suo stemma. Nel 1642 l’edificio fu interessato da un incendio che danneggiò il soffitto ligneo della stanza (apri l’immagine panoramica) che precede la cappella dei Santi Efisio e Potito. A seguito dell’incidente, l’anno successivo l’arcivescovo decise di risanarlo, affidando i lavori al legnaiolo Carlo del Norcia, autore nello stesso periodo del soffitto della chiesa di Santa Maria dei Galletti. La struttura, riconducibile agli anni settanta del Quattrocento, fu restaurata nel rispetto dell’impianto a cassettoni originario e fu modificata con l’aggiunta dello stemma del presule in posizione centrale.

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