Le chiese degli ordini religiosi a Ortona
Chiesa conventuale della Madonna del Carmine
Chiesa conventuale della Madonna del Carmine
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L’insediamento dei Carmelitani nella città di Ortona risale ai primi anni del XVII secolo, come si ricava dalle sedute del parlamento cittadino, che il 19 gennaio 1602 discuteva ampiamente in merito alla nuova istituzione monastica e al fatto che i monaci Carmelitani erano giunti in città per acquistare un sito da destinare alla costruzione del convento.
Nel 1605 fu avviata la costruzione della Chiesa della Madonna del Carmine ad Ortona, in parallelo all’insediamento dei Carmelitani e all’edificazione dell’annesso complesso conventuale grazie alle cospicue donazioni elargite al Priore dei Carmelitani, al contributo della municipalità ortonese e all’impegno della famiglia de Pizzis che provvide alla costruzione di due altari oltre al maggiore e all’arredo della chiesa mediante la donazione di dipinti e al palco dell’organo.
Nei secoli XVII e XVIII il convento fu abitato solo da tre o quattro frati, coadiuvati nelle funzioni religiose e nella gestione della struttura conventuale da alcuni laici, mentre nel 1751 il Venerabile Monastero di Santa Maria del Carmine risultava titolare di censi e di appezzamenti di terreno.
Già nel 1734 la chiesa fu riconsacrata, probabilmente in coincidenza con i lavori di rifacimento dell’altare su cui furono collocate le reliquie dei SS. Martiri Clemente e Crescenzo. Successivamente, manoscritti e testimonianze in presa diretta riferibili al XVII secolo ci narrano della ricchezza decorativa degli interni, con sei altari – tre per ogni lato – di jus patronato delle varie famiglie ortonesi de Pizzis, Mignotti, Munziani, De Sanctis, Berardi, Onofri.
Il convento dei Carmelitani di Ortona fu danneggiato nel corso dell’attacco francese del 1799, mentre successivamente, nel 1809 e nel 1811 rispettivamente fu decretata la soppressione della sede e la comunità religiosa fu costretta ad abbandonare il convento nonostante l’impegno portato avanti dalla municipalità ortonese per contrastare le decisioni delle autorità governative.
In seguito, l’antica sede del convento dei Carmelitani di Ortona fu in successione sede del convento dei frati Cappuccini fino al 1825, ospedale cittadino, caserma e in ultimo carcere mandamentale anche nel dopoguerra.
La chiesa, al contrario dell’annesso convento distrutto per far posto a servizi, fu parzialmente distrutta dai bombardamenti e in seguito ricostruita nel 1954 con fondi stanziati dal Ministero dei Lavori Pubblici come risarcimento per i danni di guerra. Il Museo Diocesano di Ortona conserva tre dipinti provenienti dalla Chiesa della Madonna del Carmine: una tavola quattrocentesca rinvenuta nel 1927 da Francesco Verlengia raffigurante la “Madonna col puer doloroum”, e due dipinti realizzati rispettivamente da Giovan Battista Spinelli con “San Luigi Re di Francia, San Cristoforo e San Pietro Martire” e da Pasquale Bellonio nel 1738 con l’“Estasi di Santa Teresa d’Avila”.
Gli eventi bellici hanno invece distrutto le opere “L’Assunta e San Tommaso” di Tommaso Alessandrino (1627), la “Madonna con Bambino” di Pasquale Bellonio, “San Giuseppe col Bambino”, “San Francesco che riceve le stimmate”, “La Concezione”, “San Girolamo”.
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