Le secolari incoronazioni della Madonna
Breve storia delle Incoronazioni dal 1620 al 1920
Breve storia delle Incoronazioni dal 1620 al 1920
La prima Solenne Incoronazione del 1620
Incoronare la Madonna Nera di Oropa è un sogno. Il sogno di generazioni di Biellesi che hanno atteso l’evento per cento anni e che hanno visto quel sogno avverarsi dal lontano 1620 ad oggi quattro volte. E la tradizione dell’incoronazione ha anche le sue radici in un sogno o, meglio, in una miracolosa apparizione rivelatrice. Anna Ludovica Bruco, una monaca cistercense del monastero di Santa Caterina del Piazzo di Biella, nella notte del 22 luglio 1620 sognò Sant’Anna e la Madonna col Bambino. Felicemente scossa da quella esperienza, la donna aprì il cuore al suo confessore spiegandogli che nella visita notturna era stato approvato il progetto dell’incoronazione della Vergine d’Oropa. A conferma di quella confessione eccezionale, Anna Ludovica Bruco dichiarò che oltre alle parole sull’incoronazione, aveva ricevuto la profezia della sua morte (sette giorni dall’inizio della malattia). Così avvenne il 29 luglio. La data indicata da Sant’Anna fu rivelata dalla monaca solo alla sua badessa, Angelica Caterina Sandigliano: doveva avvenire trenta giorni dopo il decesso della stessa Bruco, ovvero domenica 30 agosto 1620. L’incoronazione del 1620 è stata raccontata da un monaco di San Girolamo, il frate Bassiano Gatti, originario di Piacenza, nella sua Breue relatione d’Oropa pubblicata nel 1621. Si tratta di una vibrante testimonianza diretta. La prima corona (il triregno realizzato a Milano da ignoto orefice) fece della Madonna di Oropa una regina, tra una folla festante, immensa di 50.000 fedeli.
1720: la Seconda Incoronazione e l’inizio della tradizione centenaria
A distanza di un secolo dalla Prima Incoronazione i biellesi vollero ripetere quella esperienza straordinaria per rinnovare quel “patto” speciale, per rimarcare un’altra volta l’amore filiale per la Madonna di Oropa. Nel 1720 non si trattò di un’iniziativa popolare come cent’anni prima, bensì della volontà della Congregazione Amministratrice del Santuario di Oropa. Fin dal 1719 il progetto era stato definito con precisione e fu coinvolto anche il grande architetto abate Filippo Juvarra. La sua “machina” posizionata di fronte alla Basilica Antica fu progettata per innalzare la Madonna di fronte a circa 80.000 persone che parteciparono l’evento nonostante infuriasse un’epidemia di peste.
1820: la Madonna d’Oropa regina per la terza volta
La terza volta la Regina dei monti di Oropa accolse i reali di Sardegna. Domenica 27 agosto 1820, re Vittorio Emanuele I, la consorte Maria Teresa d’Asburgo-Este, tre delle loro quattro figlie, nonchè il figlio Carlo Felice, suo successore e la di lui moglie Maria Cristina di Borbone-Napoli, transitando da Biella raggiunsero la conca oropea per assistere alla solenne cerimonia di incoronazione e inginocchiarsi di fronte alla Sovrana. Nel 1820 i Savoia celebravano a loro volta il primo secolo di regno sulla Sardegna e, soprattutto, potevano celebrare di essere appena tornati sul trono dopo essere stati spodestati da Napoleone. I biellesi, dal canto loro, avevano ragione di gioire per il restaurato assetto istituzionale e per il ritorno del vescovo nella sua sede cittadini dopo che la Diocesi di Biella, nata nel 1772, era stata soppressa dallo stesso Corso. Più ancora, a Oropa si doveva, poteva e voleva riconoscere alla Madre Celeste, l’altrettanto celeste merito di aver preservato il santuario dall’essere demanializzato, statalizzato, venduto e trasformato in ospizio laico.
1920: la Regina dei Monti di Oropa incoronata sulla Chiesa Nuova
Nel 1920 si incoronò per la quarta volta la Vergine Bruna, Patrona della Città e della Diocesi di Biella (1910). Quella del 1920 non fu solo la prima incoronazione a essere fotografata, ma anche la prima a venire ripresa con una cinepresa (le immagini e il filmato di padre Alberto Maria De Agostini sono, specie il secondo, di grande rilevanza storica e documentaria). Durante l’ottavario si contarono ogni giorno decine di migliaia di persone (tante le processioni preparatorie e concomitanti di molte comunità biellesi e non: particolare enfasi fu data a quella di Fontainemore attraverso le montagne) e la domenica 29 agosto 1920 il conto dei pellegrini si fermò a 150.000 circa. I fedeli accorsi quel giorno poterono ascoltare un’opera musicale composta per l’evento. Don Pietro Magri, infatti, creò l’oratorio “La Regina delle Alpi” eseguito sotto la sua direzione da una grande orchestra (300 elementi della Scuola di Musica Stefano Tempia di Torino). La Statua fu incoronata con una nuova corona realizzata appositamente dalla ditta Fratelli Bertarelli di Milano.
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