La vita di San Ranieri, patrono di Pisa

Gli affreschi della vita di San Ranieri

Gli affreschi della vita di San Ranieri

Si tratta di un ciclo di affreschi realizzati dai pittori Andrea di Bonaiuto e Antonio di Francesco detto il Veneziano, tra il 1377 e il 1385 per il Camposanto di Pisa, su incarico del Capitolo e dell’Opera del Duomo, che riproducono i momenti più importanti e significativi della vita di San Ranieri. Si compone di sei grandi riquadri disposti su due registri paralleli – sopra i primi tre, sotto gli altri – collocati nella zona intermedia della parete meridionale del Camposanto.

Gli affreschi furono gravemente danneggiati dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale: il 27 luglio 1944 una bomba proveniente da un raid aereo alleato provocò l’incendio e la fusione del tetto di piombo che colò sui sottostanti cicli di affreschi delle pareti della galleria. Gli affreschi, staccati dalle pareti, hanno affrontato negli anni numerosi interventi e solo l’ultimo restauro, condotto  dalle maestranze dell’Opera della Primaziale Pisana e conclusosi nel maggio del 2018, ha permesso un loro pieno recupero e riposizionamento nella sede originaria.

Il programma iconografico si appoggia principalmente sulla più importante e antica fonte agiografica, ossia la Vita Raynerii del Benincasa. Per quanto riguarda la selezione degli episodi da rappresentare, dettata dalle esigenze di trasmettere un particolare messaggio, bisogna considerare il contesto storico, politico e culturale in cui furono realizzate. Il ciclo rappresenta infatti un manifesto della ‘propaganda’ del culto di San Ranieri – santo laico e per questo modello da emulare da parte di tutto il laicato – e del suo legame con la città, rappresentata nel suo momento più glorioso.

In origine ogni affresco era accompagnato da un cartiglio sottostante che ne spiegava il contenuto. Andati completamente perduti, il loro testo si conserva integralmente in un manoscritto, sempre del fondo del Capitolo, in cui sono riprodotti gli affreschi con i rispettivi cartigli e l’indicazione della disposizione delle scene sulla parete (le prime tre sopra, le altre tre sotto). Le riproduzioni furono certificate come perfettamente corrispondenti all’originale dal notaio Pietro Maffei il 18 dicembre 1662 (le certificazioni sono scritte in inchiostro nero nella parte inferiore di ogni pagina del manoscritto). Si tratta del manoscritto cartaceo ‘C93’, donato al Capitolo da Francesco de’ Conti Guidi, Arcivescovo di Pisa dal 1734 al 1778. Allegata al manoscritto è conservata l’incisione, dal titolo “Historia d. Raynerii confessoris pisani in meridionali latere Caemitery  Basilicae Pisanae saeculo XIII depicta, et italico idiomate ac pervetusto charactere expressa”, realizzata da Girolamo Frezza: sono qui riprodotti in maniera molto nitida e dettagliata gli affreschi e i sottostanti cartigli. Questi ultimi non presentano lacune nel testo, sono stati quindi utilizzati per integrare quelli seicenteschi del manoscritto (le integrazioni sono state inserite tra parentesi quadre).

Nei primi anni del XIX secolo l’incisore veneto Carlo Lasinio, conservatore del Camposanto di Pisa, realizzò una serie di incisioni che riproducevano gli affreschi danneggiati, al fine di mantenerne memoria in caso di un loro ulteriore deterioramento. Oggi le incisioni acquerellate – cinque a colori e una in bianco e nero, estratte da un album di proprietà dell’Opera della primaziale pisana – sono esposte presso il Museo delle Sinopie di Pisa.

La prima edizione delle Pitture a fresco del Campo Santo di Pisa – contenente  le incisioni del Lasinio -fu realizzata a Firenze nel 1812 presso la calcografia e stamperia Molini e Landi. Un esemplare dell’opera, che si compone di quaranta tavole incise all’acquaforte è conservato nella Biblioteca Universitaria di Pisa (BUPi, Manoscritti, n. 620). Altre stampe sono presenti nel palazzo del Seminario di Santa Caterina a Pisa.

Le immagini degli affreschi, qui riprodotte per esteso, si riferiscono a quelle contenute nel manoscritto C93. Per i particolari si è preferito riportare le tavole acquerellate conservate nel Museo delle Sinopie, più chiare e definite.

Come tutta l’iconografia di epoca medievale, ogni quadro contiene più scene che si susseguono cronologicamente, partendo da sinistra verso destra, per un totale di ventitré scene.

Per saperne di più della vita di San Ranieri visita le seguenti pagine del percorso:

  1. Conversione di san Ranieri
  2. San Ranieri in Terrasanta
  3. Le tentazioni del demonio e i miracoli in Terrasanta
  4. Ritorno a Pisa e miracoli di San Ranieri
  5. Morte e funerali di San Ranieri
  6. Miracoli post mortem
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