La propaganda al tempo della Prima guerra mondiale

Il Prestito Nazionale

Il Prestito Nazionale

Una particolare campagna pubblicitaria fu realizzata in occasione del Prestito nazionale, per far fronte alle spese di guerra. Numerosi pittori, illustratori, pubblicitari furono ingaggiati per realizzare opere grafiche basate su un medesimo tema iconografico, ossia la difesa della Patria mediante il sacrificio comune. Furono quindi protagonisti di queste opere i soldati feriti o bisognosi di armi che chiedevano aiuto a quanti rimasti a casa. Non mancarono comunque le immagini di bambini, anziani genitori e donne, alle quali veniva affidato un ruolo fondamentale nella campagna di sensibilizzazione e condizionamento delle coscienze. L’Italia fu inondata, soprattutto a partire dal III Prestito del gennaio 1916 per culminare con il IV dell’anno dopo, da francobolli, calendari, cartoline postali illustrate, opuscoli, volantini, locandine, manifesti, fino ai veri e propri arredamenti urbani . La propaganda per il Prestito ottenne così il doppio scopo di essere suggestiva, smuovendo le coscienze, e raggiungere un gran numero di persone.

I manifesti venivano appesi, anche in serie, sui muri delle vie e delle piazze delle città; le medesime immagini venivano riprodotte in milioni di cartoline illustrate per favorire l’opera di persuasione e coinvolgimento delle folle.

Il manifesto – qui riportato sotto forma di cartolina postale – tra i più famosi circolato in Italia, fu disegnato dall’artista francese Achille Luciano Mauzan per il IV Prestito del 1917: raffigura un soldato, balzato fuori dalla trincea con il dito puntato sugli spettatori, che invita tutti a fare il proprio dovere sottoscrivendo il Prestito; figura che riproduce uno schema diffuso anche in altri Paesi, come la Gran Bretagna, che nel 1914 realizzò il manifesto disegnato da Alfred Leete per reclutare soldati che combattessero per la British Expeditionary Force, in cui Lord Kitchener, il segretario di Stato alla Guerra britannico, puntava il dito verso chi osservava. Gli Stati Uniti, ispirandosi a questo modello, crearono il personaggio dello Zio Sam, nato dalla mano dell’illustratore James Montgomery Flagg. Infine ricordiamo il soldato in elmetto dell’Auch Du sollst beitreten zur Reichswehr di anonimo tedesco. Il soldato di Mauzan, a differenza degli altri, impugna nella mano destra il fucile, mentre il dito alzato che punta lo spettatore è il sinistro, come a sottolineare la diversa richiesta: non è più un invito al reclutamento ma si chiede a tutta la popolazione civile di partecipare al sacrificio per la salvezza della Patria. Il fante di Mauzan fu riprodotto dal Credito Italiano anche in manifesti dal formato gigante che andarono a tappezzare numerosi edifici delle città italiane. Simbolo del conflitto, fu oggetto di numerose citazioni iconografiche, come nella litografia di  Aldo Mazza del 1917 dal titolo “In cucina”, dove una mamma raccoglie i risparmi da destinare al Prestito, sotto lo sguardo accondiscendente del marito e su sollecitazione del bambino che riproduce nell’abbigliamento e nei gesti l’immagine del soldato di Mauzan. Nella “La lettera al fronte” il Mazza raffigura una mamma che, nella lettera al marito, soldato al fronte, scrive “il tuo valore e i risparmi che destiniamo al Prestito assicurano la Vittoria e l’Avvenire di nostro figlio”; i gesti, i colori caldi, la luce soffusa della lampada che illumina i volti conferiscono alla scena un’atmosfera di tranquillità e serenità. Nei due manifesti realizzati per il Credito Italiano – qui nella versione di cartolina illustrata – l’artista rappresenta nel primo un alpino che scrive a casa invitando a impiegare i risparmi nel Prestito nazionale, nel secondo i due genitori anziani del soldato che, davanti alla cartella del prestito sormontata dalla fotografia del figlio al fronte, proclamano: “per il nostro interesse, per lui, per la Patria”, parole in cui è racchiuso ogni significato della campagna.

Il cannone, insieme all’incudine, è un altro elemento particolarmente usato nella propaganda. Giuseppe Russo (Girus) realizzò nel 1917 il dépliant “Date denaro per la Vittoria: la Vittoria è la Pace”, stampato a Bergamo nelle Officine Istituto Italiano Arti Grafiche. Qui il messaggio è affidato al potere simbolico dei colori: il rosso del cielo – simbolo di sangue e guerra – a contrasto con le montagne bianche – rappresentanti la pace – e con l’oro dal quale sorgono e sono sostenuti i cannoni.

All’indomani della disfatta di Caporetto, furono messe in campo nuove strategie per motivare l’esercito esausto e dare nuovo slancio alla propaganda che, con il V Prestito emesso tra gennaio e marzo del 1918, fu incentrata sul tema della liberazione: la figura del nemico odiato e crudele appare sempre più spesso, accanto alle immagini dell’Italia vittoriosa che riemerge dal buio della guerra. In questo contesto rientra l’opera dell’illustratore e pubblicitario Mario Borgoni: nella cartolina illustrata qui riprodotta, la figura dell’eroe dalla divisa lacera impugna, con gesto disperato ma nello stesso tempo fiero, la daga per salvare dalle brame del nemico la propria bandiera. Il suo sguardo, messo in evidenza dal braccio che nasconde il resto del viso, è fisso sul nemico e mostra tutta la sua determinazione.

 

 

Your browser doesn't currently support this component
Please , update your browser

Sezioni del sito

Selezione lingua

  • Italiano
  • English
  • Deutsch
  • Français
  • Español