L’immagine nei documenti, i documenti come immagine

La propaganda al tempo della Prima guerra mondiale

La propaganda al tempo della Prima guerra mondiale

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Dal mese di novembre del 2014 è stato trasferito presso l’Archivio diocesano il complesso documentario prodotto, acquisito e raccolto dal Cardinale Pietro Maffi, arcivescovo di Pisa dal 1903 al 1931, che fino a questa data si conservava nei locali della Biblioteca “C. Maffi” all’interno del Palazzo arcivescovile. La parte più consistente – venticinque cartelle di carte sciolte, fascicoli e opuscoli a stampa – riunisce la documentazione relativa al periodo della Grande guerra, specchio dell’attività svolta dal Maffi e dall’Ufficio per i militari – da egli creato all’interno del palazzo arcivescovile – e dal clero della diocesi in tale circostanza. Buona parte di questo materiale documentario è stato utilizzato per l’allestimento della mostra “I segni della guerra”, allestita nel 2015 nei locali del museo di Palazzo Blu a Pisa.

I documenti hanno premesso di tracciare un quadro piuttosto complesso delle attività e delle diverse posizioni ideologiche di questo periodo storico, in ambito pisano e non solo. Tra questi spicca un’ingente raccolta di fotografie, cartoline e manifesti utilizzati per la propaganda a sostegno della guerra e dei soldati al fronte. L’obiettivo era quello di coinvolgere tutta la Nazione, di far partecipare al clima bellico non solo i soldati o le popolazioni vicine al confine austro-ungarico, ma tutta la Nazione, evitando, nello stesso tempo, la diffusione di idee pacifiste, neutraliste o anti-italiane. La propaganda ebbe dunque un ruolo fondamentale nel creare e rafforzare sentimenti di patriottismo nell’opinione pubblica, così che tutta la popolazione, anche quella civile, si sentisse coinvolta e appoggiasse le azioni del Governo e delle autorità militari.

Per ottenere tale scopo tutto il Paese fu soggetto ad un sistema di leggi che prevedeva, per chi manifestava apertamente il proprio dissenso alla guerra o per chi esprimeva il proprio disfattismo, in particolar modo dopo la disfatta di Caporetto, pene molto severe. Ne sono un esempio i processi contro il clero, accusato di pacifismo, disfattismo e di posizioni filo-austriache. Inoltre, per aumentare la volontà di resistenza, in una guerra di lunga durata, il nemico veniva dipinto come barbaro e crudele e lo sforzo bellico esaltato come protezione della comunità, della famiglia e del futuro dei bambini.

Gli strumenti più utilizzati dalla propaganda per veicolare il consenso su larga scala fu la censura – che permise un controllo pressoché totale dell’informazione, impedendo che circolassero idee disfattiste che potessero deprimere il morale della popolazione – la realizzazione dei manifesti appesi nelle vie e nelle piazze e la diffusione delle cartoline postali illustrate che potevano raggiungere efficacemente anche le menti degli analfabeti. In particolare queste ultime avevano un prezzo basso e venivano in contatto di molte mani. Furono quindi prodotte dallo Stato per i soldati centinaia di cartoline contenenti immagini dedicate alla sofferenza e al sacrificio eroico delle truppe – in contrapposizione alla crudeltà del nemico – alla vita quotidiana, alle donne che lavorano per gli eroi al fronte.

Nelle creazioni artistiche di questo periodo, particolarmente abbondanti e multiformi, sono evidenti il forte impatto figurativo e, nello stesso tempo, la partecipazione intellettuale e umana degli autori, alcuni dei quali protagonisti in prima persona al fronte, che oscilla tra entusiasmi interventisti – basti pensare alle opere dei Futuristi – e ripensamenti più strettamente umani. Una produzione quindi molto eterogenea costituita dai bozzetti dei pittori-soldati, alle cartoline, manifesti del fronte interno, dalle vignette caricaturali delle riviste alle illustrazioni dei giornali di trincea rivolte ai soldati, dalle fotografie di soldati e ufficiali circondati dalle armi, ricche di retorica e propaganda, a quelle private.

Tutte le immagini legate alla propaganda, che qui sono presentate e che rappresentano solo un particolare settore della produzione artistica del periodo, sono obbligatoriamente la traduzione formale del sentimento e slancio patriottico e rispondono all’esigenza di indottrinamento delle masse.

Per saperne di più visita le seguenti pagine del percorso dove sono raccolti i documenti relativi:

Propaganda anticlericale

Il Prestito Nazionale

Patriottismo e trionfalismo

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