Le fonti di acqua viva nella Diocesi di Cuneo
Tra XIX e XX sec: la moralità e l’esclusione del civile
Tra XIX e XX sec: la moralità e l’esclusione del civile
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La cultura illuministica, affermatasi con l’impero napoleonico, portò alla soppressione dei cimiteri presso le chiese parrocchiali; questo ha contribuito alla graduale riduzione della prospettiva escatologica della fede nel popolo cristiano. Nella sistemazione delle chiese, dopo che molte di esse erano state trascurate o addirittura profanate a fine Settecento, divenne emblematica la nuova collocazione dei battisteri dalla controfacciata in una delle cappelle laterali, che prima erano cappelle funerarie di patronato familiare.
Così molte cappelle battesimali ebbero migliori spazi e l’elemento più vistoso divenne il gruppo statuario di Giovanni che battezza Gesù, completato in alcuni casi dalla figura dell’Eterno Padre, che compare in alto per inviare la colomba dello Spirito Santo. Esempio monumentale di simile cappella battesimale venne realizzata, nel 1884, nella chiesa parrocchiale di Borgo San Dalmazzo, con sculture di Antonio Brilla. Si aggiunsero bassorilievi e dipinti con richiami a figure del battesimo come Mosè che fa sgorgare l’acqua dalla roccia o Naaman guarito dalla lebbra nelle acque del Giordano.
Le disposizioni dei sinodi diocesani del 1828 e del 1901 (ed in modo più conciso quello del 1955) riprendono in sintesi quanto si riferisce al battistero ed al rito, ma sono molto ampie e dettagliate nelle indicazioni pastorali.
Il battesimo deve essere celebrato entro due giorni dalla nascita e se si dilaziona oltre l’ottavo giorni lo si denunci al Vescovo. Particolare insistenza è posta sull’istruzione che il parroco deve dare perché i fedeli imparino dettagliatamente ad amministrare il battesimo a neonati in pericolo di morte: quanto alla materia e alle parole del rito, che sono in latino, devono essere comprese bene e vanno spiegate usando “italico, imo etiam vernaculo sermone”. La comprensione del rito battesimale, che comprende anche la dichiarazione di rinuncia al male e la professione di fede, portò il papa Pio XII nel 1947 a concedere l’uso di lingue moderne, fuori del latino, a partire dai dialoghi del battesimo. Fu un piccolo inizio assunto per il resto della liturgia dal concilio Vaticano II.
Parallelamente si insistette anche sulle registrazioni dell’avvenuta celebrazione. I registri di battesimo erano diventati in epoca napoleonica documenti di importanza civile, soprattutto per la formazione delle leve militari. Da metà ottocento anche il Regno sabaudo si diede propri registri di stato civile. Nel frattempo anche i registri ecclesiastici acquisirono forme più precise, con moduli prescritti da compilare in voci univoche per tutte le parrocchie.
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