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Una storia a lieto fine
Una storia a lieto fine
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Gli Antifonari della Cattedrale di Bergamo, negli anni 2015-2019, sono stati oggetto di un restauro promosso dall’Archivio storico diocesano e finanziato dalla Conferenza episcopale Italiana, che si è reso necessario per porre rimedio alle travagliate esigenze conservative degli stessi.
I manoscritti, seppur soggetti a trasferimenti e incameramenti come l’intero Archivio Capitolare, soprattutto tra la fine del sec. XVIII e l’inizio del XIX e oggetto di una convenzione di deposito presso la Biblioteca civica A. Mai dal 1955 al 1986, si sono conservati per più di cinque secoli, nella loro sostanziale integrità. Nel 1996 tuttavia, i codici furono trafugati dall’Archivio della curia vescovile e subirono la rifilatura e l’asportazione dei fogli minati per essere immessi illegalmente sul mercato antiquario. Fortunatamente l’anno successivo, con l’intervento del nucleo dei Carabinieri di Zogno, i corali e buona parte dei fogli rifilati furono recuperati e riconsegnati all’Archivio. Il ritrovamento dei fogli asportati ha reso necessario un intervento di restauro per il loro ricollocamento. Il rinnovato interesse per i codici ha probabilmente stimolato nuove ricerche e ha spinto privati possessori a cedere fogli rifilati ancora in circolazione. Così nel 2018 i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio di Monza hanno recapitato in Archivio altre due carte ancora disperse (c.112 antifonario B e c. 39 antifonario C), previe verifica di appartenenza degli stessi al corpus in oggetto. Si sono inoltre individuati due fogli ab origine appartenenti a questa serie di corali (cc. 241-242 e 261- 262 dell’antifonario E), presso la Fondazione G. Cini di Venezia e il Museo A. Lia di La Spezia, che già intorno alla metà del Novecento, furono acquistati dai rispettivi fondatori a fini collezionistici. Ambito, quello collezionistico, in cui con la Soprintendenza archivistica bibliografica sono tutt’ora in corso accertamenti per l’individuazione di fogli miniati, ancora dispersi.
Il restauro svoltosi nei locali della Cattedrale, è stato affidato alla dott.ssa Valeria Arena ed è stata l’occasione per riportare nelle sale dei Canonici un’antica e preziosa testimonianza del loro impegno secolare nella gestione del culto della Cattedrale. Due sono stati gli obiettivi principali dell’intervento: arginare i fattori di deterioramento in atto e ripristinare la funzione d’uso dei libri corali, con il ricollocamento dei fogli asportati. A tale proposito, le operazioni si sono potute avvalere dei due studi condotti nel 1972 (L. Cortesi- G. Mandel) e nel 1994 (N. Gritti) che, a distanza di anni, si sono rivelati utili per garantire il ritrovamento e la ricollocazione filologica in situ dei fogli sottratti.
La buona qualità dei materiali impiegati nella fabbricazione ha permesso ai manufatti di mantenersi in un discreto stato di conservazione generale e di procedere con un progetto d’intervento minimale orientato alla durevolezza, ma al contempo alla migliore reversibilità nel pieno rispetto dell’originale e al contempo alle informazioni potenzialmente deducibili da esso. Si è dunque pervenuti alla scelta di ricollocare i fogli rifilati all’interno del corpo, tramite brachette, senza smontare i volumi e dunque senza alternarne la cucitura.
Nello specifico si è intervenuti: sulla legatura, sui supporti scrittori e sui media grafici:
- rimuovendo a secco i depositi superficiali sulla legatura e sul corpo delle carte
- pulendo ad umido gli elementi metallici e i cartigli in pergamena
- consolidando le abrasioni e i sollevamenti del cuoio della legatura
- distaccando alcune riparazioni pregresse, costituite da frammenti in pergamena di riuso, per permetterne il recupero e la lettura e per ridurre le deformazioni che queste avevano provocato alle carte
- risarcendo gli strappi e le lacune sul corpo delle carte attraverso applicazione carta giapponese
- distendendo le pieghe e le deformazioni tramite applicazione localizzata di vapore e asciugatura sotto peso
- consolidando le miniature e gli inchiostri perforanti
Da questa operazione è emerso che le legature, che si presentavano con piatti in legno rivestiti di cuoio di vitello lavorato a secco con piccoli intrecci di linee, con cantonali e lamine di ottone, apparentemente tipiche delle legature del XV-XVI sec, sono state molto rimaneggiate. Questo ci è testimoniato sia dalla rifilatura delle carte, che da alcuni adattamenti degli elementi decorativi e di protezione della coperta.
Inoltre si è riscontrato che la grande varietà di mani presenti nella vergatura delle carte -in gotica libraria alternata a righi musicali con tetragramma rosso-, è corrispondente in buona parte alle aggiunte e riparazioni fatte nel tempo, ad ulteriore testimonianza del prolungato uso degli antifonari e del loro valore, talmente grande da imporne l’adattamento piuttosto che la sostituzione.
L’intervento di restauro, oltre alla sua importanza “materiale”, ha stimolato l’attenzione e il dibattito tra esperti di diverse discipline su questi manufatti (cfr. Convegno Testi, melodie, colori negli archivi e nelle biblioteche ecclesiastiche. I libri corali della Cattedrale di Bergamo, svoltosi a Bergamo, dal 6 al 9 giugno 2019), sottolineando la loro capacità di essere da sempre riconosciuti come “beni culturali” per la comunità territoriale che li ha generati e che è tuttora a presidio della loro salvaguardia.
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