La Cattedrale di Sessa Aurunca: monumento di Arte e Fede

Il presbiterio e le absidi

Il presbiterio e le absidi

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Al termine dell’attuale spazio presbiterale si osserva l’altare posto a ridosso dell’abside centrale. Precedentemente era posizionato al di sotto della volta a crociera costolonata del presbiterio ma oggi è strettamente legato alla venerata immagine della “Madonna del Popolo” protettrice, insieme a San Leone IX, della Diocesi e città di Sessa Aurunca. La decorazione dell’abside centrale è stata voluta proprio come conseguenza del forte culto popolare. Questo si è sviluppato maggiormente a partire dal secolo XVIII. Come è nato il culto verso questa sacra immagine? E come si è diffuso attraverso i secoli?

Stando alla tesi di Diamare il dipinto raffigurante la Madonna con Gesù Bambino era stata rinvenuto presso il convento di Sant’Anna in Sessa Aurunca. Dopo il ritrovamento si succedono eventi miracolosi tanto da decidere, per il grande culto e pietà popolare, la traslazione in Cattedrale attorno al primo quarto del Seicento. Nel corso dei secoli sull’Immagine era stata applicata un “riza” in lamine d’argento che permetteva d’osservare i soli volti. Malgrado la visione del dipinto molto parziale vi fu l’attribuzione al pittore Marco Cardisco, ritenuta valida e confermata negli anni successivi. Un nuovo studio, che ha riaperto il dibattito sulla nascita del culto, è quello di Riccardo Naldi. Questi ha proposto una lettura diversa dal ritrovamento “miracoloso” inquadrando il dipinto della Madonna del Popolo in un contesto storico – artistico ben preciso e stimolando ulteriori approfondimenti sulle sue origini. L’autore ipotizza che l’opera pittorica sia stata commissionata sin dall’inizio per la Cattedrale, o perlomeno presente in questo edificio dal 1539. Questa tesi, pienamente condivisibile e tuttora non smentita, apre un nuovo scenario sul culto della Madonna del Popolo ma, nel contempo, conferma ulteriormente l’attribuzione al pittore Marco Cardisco inserendola nella sua produzione di fine anni trenta inizio quaranta del XVI secolo con un preciso richiamo stilistico individuabile nella Madonna col Bambino di Liveri ed in altre sue opere.

La tradizione del rinvenimento presso il convento di Sant’Anna in Sessa si basa su quanto riportato dal canonico Gennaro Creta nel suo scritto “Registro dei Vescovi” in cui attesta che il 26 luglio del 1612, durante l’episcopato di Fausto Rebalio (1604-1624), si tenne una solenne processione in onore della Madonna del Popolo con conseguente incoronazione all’interno della sacrestia. Un evento che testimonia il grande culto per la Madonna a quella data ma non è prova della sua provenienza oramai da ritenersi superata.

Il culto continuò a crescere negli anni tanto che nel 1727 fu rifatto, per volontà del vescovo Luigi Maria Macedonio (1718-1727), il nuovo altare dedicato alla Madonna del Popolo. Sempre in quelli stessi anni fu costituita la Cappella Madonna del Popolo, voluta per meglio gestire e promuovere il culto in suo onore.

Al 1782 risale l’ultimazione della decorazione della zona absidale voluta dai vicari capitolari Testa e Grella durante la sede vacante. A quel momento storico si deve la decorazione marmorea dell’abside centrale dal forte aspetto scenografico con l’inserimento delle statue raffiguranti San Pietro e Paolo riconducibili alla bottega di Giuseppe Sanmartino. La collocazione delle due opere scultoree fu probabilmente a discapito delle due tavole raffiguranti San Pietro e San Paolo, che sino al 1762 erano documentate ai lati dell’immagine mariana. Questi due dipinti sono stati attribuiti allo stesso autore della ‘Madonna del Popolo” Marco Cardisco, che verosimilmente aveva realizzato un polittico con Maria ed il Bambino al centro. I due pannelli laterali, raffiguranti i santi titolari della Cattedrale, si sono conservati malgrado lo spostamento e sono stati individuati e restaurati contestualmente al dipinto della Madonna del Popolo nel 1997.

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