Echi di spiritualità: Testimonianze di ordini religiosi nella Città di Sessa Aurunca, tra passato e valorizzazione
I benedettini e Leone IX
I benedettini e Leone IX
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La relativa vicinanza con l’abbazia di Montecassino ha sicuramente favorito l’insediamento di grance e prepositure sul territorio aurunco. La chiesa di San Benedetto, risalente al secolo X, era alle dipendenze di Montecassino così come da Sant’Angelo in Formis quella di San Leo. Proprio quest’ultimo edificio è stato oggetto di un intervento di restauro, solo di recente ultimato, che ha confermato quanto scritto dal Diamare nel suo saggio sulla storia della chiesa locale. Durante degli interventi di fine Ottocento il Diamare segnalò la presenza di pitture medievali poste a circa cinquanta centimetri sotto il livello di calpestio, informazione ritenuta non da tutti veritiera. Ebbene, durante gli ultimi interventi di restauro, la rimozione del pavimento ha portato alla luce gli affreschi citati dal presule. Non solo dipinti, risalenti a momenti storici differenti, ma altre strutture che hanno confermato la fondazione medievale dell’edificio, modificato nel corso dei secoli, la cui costruzione è fatta risalire alla venuta del pontefice San Leone IX a Sessa Aurunca dopo la battaglia persa contro i Normanni a Civitate nel 1053 e la conseguente costruzione della chiesa di San Leo. Contrastanti sono le tesi sulla reale presenza del pontefice a Sessa Aurunca, benché i recenti ritrovamenti non lascino dubbi sull’importanza di quest’edificio. Il legame con San Leone IX dovette crescere nel corso de secoli tanto da proclamarlo patrono della città di Sessa Aurunca. Preme evidenziare la presenza di reliquie appartenenti allo stesso San Leone IX custodite presso la Cattedrale di Sessa. In particolare, si ricorda un reliquiario a forma di braccio, donato dal vescovo di Larino Cesare Ferranzio, originario di Sessa, nella seconda metà del XV secolo. Il reliquiario fu trafugato durante l’occupazione francese del 1799 insieme al busto argenteo del Santo. Altre reliquie, che secondo alcuni storici dovevano appartenere al braccio del Santo, sono presenti all’interno della base dell’attuale statua. L’iconografia del Santo è riprodotta in alcuni dipinti tra cui quello proveniente dalla chiesa di San Benedetto e dalla chiesa di San Giovanni a Piazza, attualmente inseriti nel percorso espositivo dell’erigendo Museo diocesano.
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