ECCLESIA SANCTI EVASII: un viaggio all’interno della Cattedrale di Casale Monferrato
Dalla fondazione del Duomo all’erezione a Cattedrale
Dalla fondazione del Duomo all’erezione a Cattedrale
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Le prime testimonianze storicamente accertate dell’esistenza di una chiesa sorta sulla tomba del martire Evasio risalgono ad alcuni atti di donazione del X secolo (più precisamente degli anni 909, 974 e 988). Tale edificio sorse nel luogo in cui, secondo la tradizione, Sant’Evasio aveva fondato una chiesa intitolandola a San Lorenzo (ancora oggi ricordato in qualità di compatrono della Cattedrale) che nel tempo fu retta da una comunità di canonici componenti il Capitolo di Sant’Evasio.
Oltre a essere stata consacrata da papa Pasquale II nel 1107, la chiesa di Sant’Evasio venne beneficiata nel tempo da concessioni di speciali privilegi da parte dei sommi pontefici che includevano la giurisdizione sulle chiese ‘urbane’ del borgo e su un certo numero di chiese ‘suburbane’, conferendole la dignità e il ruolo di chiesa matrice, di pieve e poi di Duomo (ovvero di chiesa più importante di un territorio). Anche gli imperatori della casa di Svevia, Federico I e Federico II, rilasciarono diplomi di concessione di particolari diritti e privilegi che anticipavano di secoli le prerogative che il Capitolo acquisirà al momento dell’elevazione di Sant’Evasio a chiesa cattedrale (1474).
La costruzione e manutenzione della chiesa erano gestite dal Laborerium, ossia dall’Opera del Duomo, una organizzazione di addetti che a nome del Capitolo amministrava i beni (affitti, masserie, stabili, bestiame ecc.) e garantiva il finanziamento delle opere di manutenzione della chiesa (da qui il termine Opera Ecclesiae Sancti Evasii); in particolare fu intensa la sua attività di restauro a seguito dei gravi danni provocati dall’assedio del 1215 da parte delle truppe delle città di Vercelli, Novara, Alessandria e Milano. In tale saccheggio gli Alessandrini come segno di massimo dispregio rubarono le spoglie del martire Evasio. Il corpo del santo sarebbe stato recuperato dai casalesi solo nel 1403, insieme al prezioso Crocefisso ligneo rivestito in lamina d’argento sottratto alla Cattedrale di Alessandria, che ancora oggi campeggia sul presbiterio del Duomo di Casale.
Risulta, inoltre, particolarmente significativo il legame tra il Duomo di Sant’Evasio e i Marchesi di Monferrato: gli Aleramici avevano istituito il loro iuspatronato all’altare di San Nicola, detto altare delle Reliquie, prossimo all’altare maggiore, dotato di preziosi reliquiari e beni. Con la casata paleologa, che successe a quella aleramica, il legame restò e, nella seconda metà del sec. XV, si potenziò, grazie al marchese Guglielmo VIII, artefice dell’erezione a Cattedrale del Duomo di Sant’Evasio, passaggio imprescindibile per fare “Casale Ciptà”: anticamente infatti una città era tale solo se ospitava una sede vescovile. Fin dal 1464, Guglielmo, spinto da un profondo spirito religioso e da ambizioni politiche, intrecciò alleanze fondamentali al progetto di creazione di un principato moderno, con sede vescovile nella capitale; la nomina del fratello Teodoro a cardinale nel 1466 e l’appoggio a Sisto IV portarono alla bolla papale del 18 aprile 1474 di erezione della diocesi, smembrando parte del territorio ecclesiastico di Vercelli.
Della storia e dell’aspetto medievale del Duomo oggi molto si è perso. Rimangono, tuttavia, le fondamentali notizie contenute nelle pergamene dell’archivio capitolare e le tracce architettoniche ed artistiche visibili nell’atrio, nei sottotetti e nel deambulatorio che permettono di ricostruire in parte non solo l’aspetto artistico, ma anche la vita spirituale dell’antica Chiesa casalese.
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