Val Sesia
Eusebio – Romagnano
Eusebio – Romagnano
San Eusebio è considerato il compatrono dell’antico borgo di Romagnano alle porte della Valsesia e le sue reliquie riposano nella chiesa detta della Madonna del Popolo, nel centro del paese.
Il corpo di Sant’Eusebio fu portato da Roma da un religioso cappuccino, come attesta l’autentica del 9 agosto 1650; le ossa, donate a padre Pietro Paolo Castello, vennero ritrovate nella catacomba di Calepodio. Egli le ricevette, a sua volta, da un confratello padre Giovanni Battista Romano: quest’ultimo aveva ottenuto queste reliquie, e gli altri corpisanti di Costantino e Celestino, dal cardinal vicario della città di Roma, monsignor Alessandro Vittrizio vescovo titolare di Alatri.
Le ossa furono sistemate all’interno di tre cassette di legno, sigillate da monsignor Marzio, vescovo titolare di San Genesio. Prima della loro partenza per Novara i sacri resti furono oggetto di nuove ricognizioni, come documentato da un atto del 20 (o 26) novembre 1658, per ulteriore garanzia d’autenticità, essendo trascorsi diversi anni dal recupero dal cimitero.
A Novara giunsero due dei tre corpisanti, come certifica l’atto di riconoscimento redatto dal cancelliere della curia il 26 settembre 1659: quello di Eusebio e quello di Celestino che, attentamente controllati dal vicario generale della diocesi don Lorenzo Leonardo, furono rimessi al padre Giovanni Battista Romano. Questi, con atto del notaio Mantillari del 9 ottobre 1660, consegnò le reliquie a padre Castello: Eusebio venne da lui destinato alla chiesa di Romagnano, mentre Celestino a quella di Borgosesia. In paese presso il convento dei Cappuccini, il corpo di Eusebio fu nuovamente oggetto di un’ulteriore attenta ricognizione: alla presenza del Vicario Foraneo, che era allora il parroco di Cavallirio, del parroco del luogo don Ambrogio Ragni, del padre Guardiano del convento, di padre Alberto da Milano e di alcuni testimoni, si ricostruirono attentamente, con la documentazione allegata, tutti i passaggi della reliquia dal suo recupero dalla catacomba al suo arrivo a Romagnano. Dopo questa serie di adempimenti, di carattere burocratico, i resti furono consegnati a padre Domenico, giunto appositamente da Milano, perché li componesse nell’urna che era stata realizzata.
La traslazione del corpo di Eusebio alla chiesa della Madonna del Popolo, che era ancora in fase di completamento, avvenne nel 1661, ma bisognerà attendere il 1709 per la realizzazione e la consacrazione, avvenuta l’11 agosto, di un altare dedicato al creduto martire, ove venne collocata l’urna dopo essere stata trasportata in processione.
La venerazione verso il nuovo santo fu da subito molto sentita e continuò a manifestarsi in occasione di particolari ricorrenze periodiche, dapprima centenarie e poi a scadenza giubilare. Le cronache ricordano quelle del 1878 (anziché nel 1861), del 1903, del 1928, del 1953 del 1978 e l’ultima del 2003; non vi è traccia invece nell’archivio parrocchiale di quelle celebrate nel 1661, quando il corposanto fu collocato nella chiesa e dell’eventuale ricordo centenario del 1761. Accanto a queste più solenni celebrazioni, vanno ricordati i trasporti dell’urna in occasione di particolari bisogni o calamità pubbliche: come pericoli di guerra, pestilenze o siccità; inoltre nel 1738 era stata concessa, su interessamento del parroco don Giovanni Maria Fiorella, una particolare indulgenza di cento giorni a chi si fosse recato a pregare presso le reliquie di Eusebio nei giorni di domenica, mercoledì e venerdì, oltre che il 25 agosto, giorno della sua memoria liturgica, essendo il corpo attribuito all’omonimo martire ricordato in tal giorno nel Martirologio.
Il creduto martire è raffigurato in un rilievo bronzeo al centro della parte inferiore dell’altare, in atto di intercedere per il borgo di Romagnano rappresentato sulla sinistra ed in una vetrata della vicina chiesa parrocchiale, opera eseguita nel 1964 dall’artista Giulio Cesare Mussi.
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