La presenza di questo corposanto nella chiesa di Nibbia, centro agricolo alle porte di Novara, risale agli anni venti dell’Ottocento. La reliquia venne estratta dalla catacomba di Ciriaca, al Verano, nel settembre del 1825 e fu donata all’allora parroco don Antonio Martinetti affinché la esponesse alla pubblica venerazione nella parrocchiale di San Lorenzo.

Al documento di autentica, a firma del cardinale Placido Zurla, appartenente ai Benedettini Camaldolesi, è allegato un foglio manoscritto, recante la data dell’8 agosto 1829, in cui è riportata l’autorizzazione dell’ordinario diocesano ad esporre la reliquia nella chiesa. Nell’archivio parrocchiale è conservato il progetto per la mensa marmorea che doveva essere predisposta per contenere i resti del presunto martire romano. Il 12 giugno del 1829 venne approvato il disegno presentato e si procedette agli interventi per collocarvi il corposanto.

Per più di un secolo la reliquia non subì alcun intervento fino a quando, nel 1948, per iniziativa del parroco, lo scultore Eduardo Tandardini effettuò una ricognizione dei resti di Fedele, per riporli in una nuova e più artistica urna che venne inaugurata la domenica 2 maggio, con solenni festeggiamenti ed il suo trasporto per le vie del paese.

Per molti altri anni la reliquia non venne più spostata dalla sua sede. Nel 2009, in occasione del centocinquantesimo anniversario della ricostruzione e consacrazione della chiesa, venne compiuta una pulizia dell’urna che fu occasione per una ricognizione del corposanto. La sagoma in forma di figura giacente, rivestita di abiti militari romani, presenta visibile solo il cranio, risultato interamente di gesso, con inseriti numero 12 denti e al suo interno alcuni involti cartacei con polvere di ossa che costituiscono tutto ciò che rimane delle reliquie di Fedele.

Attualmente San Fedele non è oggetto di culto pubblico da parte della comunità di Nibbia, che onora come principale patrono il diacono Lorenzo cui la chiesa è dedicata.