Borgomanerese e Aronese
Donato – Madonna del Sasso
Donato – Madonna del Sasso
L’arrivo del corposanto di Donato, nel 1773, al santuario della Madonna del Sasso, che si erge sulla rupe rocciosa sovrastante l’abitato di Alzo, sulla sponda occidentale del Lago d’Orta, può essere considerato il coronamento di tutti gli interventi che, a partire dal 1725, portarono alla costruzione del superbo edificio, facendone uno dei più importanti santuari della diocesi novarese, consacrato il 22 settembre del 1771, dal vescovo Balbis Bertone.
Due anni dopo, il 1° agosto del 1773, il santuario venne arricchito dalle reliquie del presunto martire Donato, estratte dalla catacomba romana di Callisto il 20 aprile del 1749, come attesta l’autentica a firma dell’allora Prefetto della Sacrestia Pontificia Silvestro Merani. Destinatario del sacro pegno era il padre agostiniano Giacinto Agrati, superiore del convento dell’Incoronata a Milano che, a sua volta, con atto notarile del 17 maggio 1772, lo trasmise al mecenate boletese Pietro Paolo Minola, finanziatore della costruzione del santuario.
Minola provvide alla sistemazione delle ossa, che vennero assemblate come un corpo di piccola statura appoggiato al braccio sinistro, vestito alla militare, con abito corto di seta rossa ricamata d’oro e fregiato di velo bianco con cimiero in capo, ornato di pennacchi e spada al fianco, calzato di coturni alla romana; vicino al detto Sacro Corpo vi è un vasetto di vetro in cui si disse conservasse il sangue di detto santo martire. La reliquia ancora si presenta in questo modo all’interno di una preziosa urna in legno, collocata sopra la mensa dell’altare dedicato a San Giuseppe, sul lato meridionale dell’edificio.
Fin dall’anno del suo arrivo, la reliquia romana suscitò la devozione dei fedeli, come testimonia la realizzazione di un’incisione, eseguita da Giacomo Melcori, in cui figura il corposanto così come è stato appena descritto. Nella parte superiore del foglio compaiono due piccole scene, quasi a modi ex voto, che descrivono i motivi per cui il santo era particolarmente invocato: la liberazione dai fulmini e dalla violenza della grandine. Attualmente non si svolge nessuna funzione pubblica in onore di San Donato, ma la venerazione verso il creduto martire si manifesta a carattere privato, con l’accensione di candele davanti alle sue reliquie.
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