ARTI E LITURGIA NELLE NUOVE CHIESE DELLA DIOCESI DI BERGAMO
Il programma iconografico nel progetto architettonico
Il programma iconografico nel progetto architettonico
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La chiesa del nuovo Ospedale di Bergamo, dedicata a Giovanni XXIII, porta con sé temi che essa sviluppa in modo convincente.
Uno è senz’altro un vero rapporto fra arte e architettura che in questo caso ha i caratteri di una vera e propria sinergia, essendo stato l’architetto anche il direttore artistico del progetto, e incorporando gli elementi artistici in quelli architettonici.
Il cemento inciso delle pareti, che sono l’opera d’arte (Stefano Arienti), ha qualcosa di emblematico, come le vetrate del presbiterio (Andrea Mastrovito) incastonate a comporre le absidi. Il progetto architettonico si è sviluppato attorno a quello iconografico.
Il secondo tema è quello di un progetto iconografico esplicitamente indirizzato a un passaggio evangelico, in questo caso la concezione giovannea dell’“Ora” di Cristo, che le diverse poetiche degli artisti coinvolti intrepretano in forma non necessariamente illustrativa, per quanto sicuramente figurativa.
Naturalmente l’accompagnamento teologico è servito a orientare il lavoro, ma agli artisti non è stato tolto il potere di interpretare, esegeti anch’essi della parola, la suggestione del tema proposto, anche indipendentemente dalla loro personale posizione nei confronti del credo religioso.
Una questione che emerge è dunque anche -e di nuovo- il tipo di ermeneutica biblico-teologica che può ispirare il lavoro della traduzione iconografica, e stimolare la poetica dell’artista.
Non da ultima, la questione dell’opera d’arte destinata alla mediazione contenutistica e quella destinata alla devozione, questione in stallo per la verità. L’immagine di chiesa comunica contenuti o media relazioni? Alternativa per ora poco pensata, e che comporta sia per l’architettura che per l’arte la frequente invadenza di un immaginario povero di qualità estetiche ma forte di attrazione identitaria.
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