Chiesa di Santa Monica, Plaus
Progetto liturgico e programma iconografico
Progetto liturgico e programma iconografico
Obiettivo del progetto è la realizzazione di una spazialità domestica, luminosa e accogliente, che, valorizzando l’assetto formale dell’aula triangolare, disponga l’assemblea in modo convergente verso il presbiterio e l’altare.
L’aula liturgica è introdotta da una bussola vetrata dove, sul lato destro, su vetro è raffigurata Santa Monica. L’opera, realizzata da Evelyn Kuppelwieser, muove da un percorso partecipativo condiviso con i bambini delle classi 4^ e 5^ della scuola primaria del paese, anno 2016. Nella bussola è presente la pietra di fondazione con inseriti frammenti di pietra provenienti dal Nord Africa, luogo di origine della Santa, donati da don Karl Gruber.
Attraverso una porta vetrata si accede all’aula liturgica che vive nella luce. Una luce diffusa che avvolge tutta l’assemblea. Nella luce si collocano gli interventi artistici, gli arredi e i poli liturgici.
All’ingresso, sulla destra, si trova la nicchia destinata al coro dove, successivamente, è stato inserito anche il Fonte battesimale originariamente non previsto. Sul Fonte pende una colomba, sempre regalata da don Karl Gruber. A fianco l’ampia vetrata che inquadra il portale della vecchia chiesa apre uno scorcio verso la storia.
Lungo le pareti, le croci benedizionali e la statua della Madonna, proveniente dal patrimonio della Parrocchia, ne valorizzano l’inclinazione e la luce zenitale che discende lungo il loro profilo per proiettare la propria ombra sul bianco delle superfici verticali, vibrando sul loro sfondo.
I banchi in legno di faggio disegnano archi di cerchio, radunando idealmente l’assemblea attorno al presbiterio, leggermente rialzato, anch’esso pavimentato in gneiss della Val Passiria. Su questa pedana trovano spazio i poli liturgici concepiti come semplici prismi in marmo di Lasa e in legno di faggio. La croce astile, il candeliere e il tabernacolo sono invece in acciaio, con inserti dorati, lavorato secondo la consueta sensibilità di Franz Messner che pone particolare attenzione per la tattilità delle superfici.
Due accenti luminosi caratterizzano e contraddistinguono l’area presbiteriale. Sopra l’altare, un oculo dorato, vetrato al centro per permettere l’ingresso della luce naturale, individua la posizione della mensa eucaristica mentre, nella parete di fondo del presbiterio, è ritagliata una croce decorata con vetri colorati. Questi ultimi, concepiti da Evelyn Kuppelwieser, riprendono alcuni colori liturgici che procedono dal viola della sofferenza, al rosso del martirio fino all’oro della Resurrezione.
L’organizzazione dei collegamenti dell’aula con la sacrestia e lo spazio aperto agevola i percorsi introitali e la connessione funzionale tra gli spazi, compresa la vecchia chiesa che viene utilizzata ancor’oggi per le confessioni, alcune celebrazioni (camera ardente prima delle esequie, matrimoni, ecc.) nonchè, talvolta, per il suono dell’organo che accompagna il coro durante le S. Messe (tenendo le porte aperte, infatti, il suono dell’organo si può udire in maniera nitida anche nella nuova chiesa).
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