I manoscritti del Capitolo del Duomo di Pisa

Indice generale degli atti beneficiari

Indice generale degli atti beneficiari

Si tratta di un voluminoso registro compilato, a partire dal 1733, da Giovanni Battista Poggesi, archivista del Capitolo, contenente gli indici degli atti provvisionali, delle collazioni e atti beneficiali del Capitolo “per render facile a chi che sia ritrovare quello che a molti è stato fin’ora nascosto e celato” (avvertenza del Poggesi nella quarta carta al recto). L’operazione del Poggesi è stata proseguita dai suoi successori fino agli inizi del XX secolo.

Alla seconda carta non numerata al recto troviamo un acquerello (sec. XVIII, il cui autore non identificato si firma con la sola sigla “A. L. M.”), rappresentante l’Assunta – emblema del Capitolo pisano e protettrice della città – tra cherubini e sotto la città di Pisa, simboleggiata dagli edifici della piazza del Duomo. Non si tratta molto probabilmente della riproduzione fedele di qualche tela o affresco, sono invece evidenti i riferimenti all’iconografia dell’Assunta delle opere pisane del tempo. Basti pensare all’Assunzione della Vergine realizzata dal pittore Orazio Riminaldi per la cupola del Duomo di Pisa (1627 – 1633): le somiglianze sono riscontrabili nella posizione e nei colori della veste dell’Assunta e nel particolare della città di Pisa, circondata dai Santi pisani (Ranieri, Bona, Ubaldesca e Torpè).

Altre opere ispirate all’affresco del Riminaldi – riprodotte nelle stampe del XVII e XVIII secolo – mostrano inoltre molti punti in comune con il nostro acquerello: si guardi l’acquaforte di Pietro Petri del 1705, Maria Santissima Assunta in cielo (nel cartiglio si legge: “Venerabilis Primatialis Ecclesiae pisanae titulus eiusdem illistri Capituli signum”); ancora la Madonna Assunta e Santi pisani, acquaforte acquerellata di Andrea Raimondi del XVII secolo, riproduzione di un’antica pittura esistente in Casa Roncioni.

Il pittore Giovanni Battista Tempesti nel realizzare la sua Assunzione della Madonna, tra il 1740 e il 1760, per il santuario della Madonna dell’Acqua di Pisa, aveva sicuramente presenti le opere sopracitate e i riferimenti a quel tipo di iconografia sono evidenti. Se l’acquerello del manoscritto si fosse ispirato a quest’ultimo, molto probabilmente la data della sua realizzazione andrebbe collocata nella seconda metà del XVIII secolo.

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