Diocesi di Sessa Aurunca: Basiliche e Santuari, un cammino millenario

La Basilica Cattedrale di Sessa Aurunca: il culto mariano

La Basilica Cattedrale di Sessa Aurunca: il culto mariano

La Basilica Cattedrale di Sessa Aurunca è oggetto continuo di studi ed approfondimenti. Uno specifico percorso su BeWeb ha provato ad approfondire alcuni aspetti. Oltre alle evidenti testimonianze storico – artistiche, l’edificio sacro è particolarmente caro ai tanti fedeli per la presenza del dipinto raffigurante la Madonna del Popolo.  In particolare la zona absidale ha uno stretto legame con la venerata immagine della Madonna del Popolo protettrice, insieme a San Leone IX, della Diocesi e città di Sessa Aurunca.

Come è nato il culto verso questa sacra immagine? E come si è diffuso attraverso i secoli?  Per comprendere gli sviluppo storici occorre subito citare i due momenti dell’anno in cui attualmente si festeggia solennemente la Madonna del Popolo. Il primo è il Novenario che termina la terza domenica di Novembre di ogni anno. L’altro momento dell’anno in cui si ricorda la Madonna del Popolo è il lunedì in Albis.  Stando alla tesi del Diamare, il dipinto raffigurante la Madonna con Gesù Bambino era stata rinvenuta presso il convento di Sant’Anna. Dopo il ritrovamento si succedono eventi miracolosi, tanto da decidere, per il grande culto e pietà popolare, la traslazione in Cattedrale attorno al primo quarto del Seicento posizionandola in modo solenne al centro della parete absidale. Nel corso dei secoli all’Immagine era stata applicata un “riza” in lamine d’argento che permetteva d’osservare i soli volti. Recenti studi hanno smentito la precedente tesi sulla provenienza e proponendo la Cattedrale come luogo originario e confermando ulteriormente l’attribuzione al pittore Marco Cardisco con un preciso richiamo stilistico individuabile nella Madonna col Bambino di Liveri ed in altre sue opere.

Il culto mariano continuò a crescere negli anni tanto che nel 1727 fu rifatto, per volontà del vescovo Luigi Maria Macedonio (1718-1727), il nuovo altare dedicato alla Madonna del Popolo. Un ulteriore “abbellimento” della zona absidale si ebbe nel 1753 con la realizzazione di un’edicola marmorea ad opera di Giuseppe Cimafonte e di una balaustra in marmo a recinzione dell’altare. Tra il 1774 ed il 1775 si provvide a commissionare all’argentiere Saverio Manzone un baldacchino da posizionare sull’altare ed il nuovo tondo con la raggiera dorata.  Il cambiamento più innovativo risale al 1782. In quegli anni fu commissionata e realizzata la decorazione marmorea dell’abside centrale con l’inserimento delle statue raffiguranti San Pietro e San Paolo riconducibili all’artista Giuseppe Sanmartino. Tra le diverse opere testimonianti il culto e l’amore per la Madonna vi sono due paliotti d’altare. Il primo, databile alla seconda metà del XVII secolo, è in seta policroma con ricami a motivi floreali. L’immagine della Madonna è riprodotta all’interno di due tondi e manifesta un evidente bellezza delle forme. Il secondo, datato al 1845, è in lamina d’argento ed è stato commissionato come “ex voto” dal vescovo Garzilli (1832 – 1845) poco prima della sua morte. Ulteriore evento legato al culto mariano risale all’11 settembre del 1904. Mons. Diamare portò a compimento un suo desidero: l’incoronazione dell’Immagine mariana. L’evento solenne è stato ricordato nel 2004 con celebrazioni e festeggiamenti voluti dal Comitato promotore.

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