La cartografia storica e i progetti della Mensa arcivescovile di Pisa
La diocesi di Pisa alla fine del XVIII secolo
La diocesi di Pisa alla fine del XVIII secolo
Nelle tre tavole si ha la rappresentazione del territorio sotto la giurisdizione della diocesi pisana (nella mappa manca la città di Pisa e la zona immediatamente confinante, molto probabilmente perché ritenuta non necessaria in questo tipo di rilevazione).
Nella mappa – costituita da tre tavole di carta su tela, rispettivamente di 710 x 265 mm – sono ben delineati i confini della diocesi: all’epoca questa copriva buona parte dell’attuale provincia di Pisa, di Livorno, parte dei territori della provincia di Lucca.
Confrontando la mappa con l’attuale situazione è evidente che ci sono stati degli accrescimenti e delle perdite, gran parte dovuti all’intento del pontefice di uniformare le circoscrizioni ecclesiastiche a quelle civili, attribuendo nel 1789 alla diocesi di Lucca il pievanato di Massaciuccoli e a quella pisana il piviere di Ripafratta e il territorio del vicariato di Barga. Pochi anni dopo nel settembre del 1798 furono aggiunti i pievanati di Pietrasanta, dalla diocesi di Lucca e di Seravezza, Stazzema e Vallecchia dalla diocesi di Pontremoli. Infine, con bolla del 25 settembre 1806 fu costituita la diocesi di Livorno, modellata sul territorio del nuovo capitanato, che inglobò ventotto parrocchie provenienti dalla diocesi pisana.
Oltre a questi elementi più evidenti, è possibile tracciare l’andamento dei principali corsi d’acqua. Anche in questo caso possiamo riscontrare un diverso assetto: il corso del fiume Serchio e il sistema di canali e fossi ad esso legati, come pure il sistema di paludi delle zone di Bientina e Stagno, hanno infatti subito cambiamenti dovuti a vari fattori, spesso legati a interventi dell’uomo.
Nella mappa sono stati disegnati anche alcuni edifici: indipendentemente dalla fedeltà della riproduzione – si tratta della stessa tipologia di edificio per ogni nucleo abitativo, che varia di numero a secondo della grandezza del medesimo – ci offrono comunque informazioni interessanti, per esempio sulla dislocazione delle torrette di avvistamento, le maggior parte delle quali oggi non più esistenti. Piuttosto fedeli risultano le fortificazioni: si guardi le mura di Lucca o il castello di Ripafratta.
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