Racconti di un'istituzione millenaria. Il Capitolo della Cattedrale di Casale Monferrato
Sant’Evasio: martire e patrono
Sant’Evasio: martire e patrono
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Patrono della città e della Diocesi, titolare della Cattedrale di Casale Monferrato, Sant’Evasio ha goduto di una devozione profondamente radicata nella popolazione locale fin dai tempi più antichi tanto da aver portato alla creazione del toponimo “Casalis Sancti Evasii”, nome con il quale, in antico, si indicava il borgo casalese. Nonostante il profondo affetto nutrito dai fedeli nei confronti del proprio patrono, della sua biografia circolarono molte versioni contrastanti ad oggi definite solo in parte. Una delle tesi tradizionalmente più note e diffuse per molto tempo, ma oggi superata, individuava Evasio come uno dei primi vescovi di Asti, di origine beneventana che giunse a Sedula (attuale città di Casale) per sfuggire alle persecuzioni degli ariani insieme a due suoi compagni, Natale e Proietto. In questo luogo edificò una chiesa intitolandola a San Lorenzo, davanti alla quale trovò il martirio per volontà di Atubolo, governatore del luogo di fede pagana. Insieme a lui perirono Proietto e 145 fedeli, mentre il sacerdote Natale diede degna sepoltura ai suoi compagni e proseguì la missione evangelica da essi iniziata. Sempre secondo tale versione, fu per volontà del re longobardo Liutprando che si ampliò dotandola di ricchi beni l’antica chiesa di San Lorenzo, da quel momento dedicata proprio a Sant’Evasio. Tali privilegi trovavano per altro giustificazione in una lamina di piombo incisa, tutt’oggi conservata presso l’Archivio diocesano, conosciuta come lamina plumbea. Le vicende biografiche così descritte furono elaborate sul testo del X-XI secolo ricordato come Passio beatissimi Evasii, che portò all’identificazione del santo martire con il vescovo di Asti Evasio che visse nell’VIII secolo, il quale, tuttavia, morì di morte naturale e perciò non si è attualmente in grado di dimostrare un suo effettivo episcopato presso la città. La critica, quindi, non ritiene più accettabile tale ipotesi, soprattutto alla luce dei nuovi risultati di ricerca conseguiti tra il 2001 e il 2003 che furono resi pubblici tramite un convegno nell’ambito del quale furono divulgati i risultati dell’esame del carbonio 14 effettuato sulle ossa del santo in seguito alla ricognizione canonica delle reliquie. Secondo gli studi scientifici e le più recenti ricerche storiche, si è quindi portati a collocare le vicende biografiche del santo patrono intorno al III secolo, datando la sua morte sotto le persecuzioni di Diocleziano.
Nonostante l’aggiornamento della bibliografia per una buona comprensione della quasi totalità dei dipinti, delle sculture, dei reliquiari e anche delle incisioni a stampa raffiguranti il santo, si deve sempre tenere presente l’antica tradizione biografica, in quanto la chiesa casalese si attenne per secoli a questa versione della storia. La maggior parte di queste opere, infatti, ritraggono Evasio in abiti vescovili come si può notare nel pregevole dipinto di Pier Francesco Guala, nel ritratto realizzato da Giorgio Alberini per una formella dell’antico altare delle reliquie, nel pregevole busto reliquiario datato al XV secolo o nelle scene dipinte e raffigurate in tondi marmorei nella cappella a lui dedicata in Cattedrale. D’altro canto, anche la presunta fondazione da parte del re longobardo Liutprando ebbe un discreto influsso nell’arte figurativa come visibile nell’altorilievo posto a ornamento della facciata del Duomo, di cui l’originale è conservato presso il Museo del Duomo, e in un dipinto conservato in Sagrestia; entrambi raffigurano il re a cui ancora oggi è intitolata la via che costeggia la Cattedrale.
Per approfondire il legame della comunità con il proprio patrono attraverso la devozione delle reliquie si veda: La vicenda delle reliquie di Sant’Evasio.
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