Chiesa di Santa Maria della Speranza

Beni architettonici

Chiesa di Santa Maria della Speranza

chiesa parrocchiale
Via Madonna dello Spasimo - Niscemi (CL)
Parrocchia di Santa Maria della Speranza - Diocesi di Piazza Armerina
Regione ecclesiastica Sicilia

Il complesso intitolato a Santa Maria della Speranza è il segno eloquente di un articolato processo di rilancio ecclesiale della comunità diocesana e parrocchiale. La curia, nella prospettiva delle celebrazioni giubilari del bicentenario dell’istituzione della diocesi (17 marzo 1817-2017), considera l’esigenza di nuova edilizia ecclesiastica avvertita sulla propria area geografica come possibilità di “fecondazione” della vita sociale e artistica di tutto il territorio. Difatti, all’interno dei confini diocesani, non solo Nicosia ma anche il comune di Enna (parrocchia Santa Lucia nel quartiere Enna Bassa) attendono da decenni la costruzione di adeguate sedi per le relative circoscrizioni parrocchiali. In entrambi i casi è operata la scelta del concorso di progettazione a inviti, valutata come la più efficace per sviluppare processi culturali e produzioni creative di interesse a scala nazionale.
Per la parrocchia niscemese, il lungo iter edilizio è l’occasione concreta di radicarsi in un territorio in espansione urbanistica e proporsi come il cardine sociale della parte di popolazione (3900 abitanti) residente ai margini meridionali e orientali del centro storico niscemiese. L’urgenza di tale azione edilizia era stata avvertita già nel 1969 da mons. Giuseppe Martorana, parroco della chiesa madre Santa Maria dell’Idria, il quale in una missiva rivolta al vescovo del tempo proponeva la «vendita di alcuni beni delle chiese di Niscemi per investire il ricavato nella compravendita di aree edificabili nelle periferie del centro abitato» (dal testo della lettera). In riscontro ai vari e successivi interpelli, mons. Sebastiano Rosso (vescovo di Piazza Armerina dal 1971 al 1986) nel 1979 istituisce canonicamente la nuova circoscrizione parrocchiale. La prima sede, individuata presso la chiesetta della Madonna dello Spasimo, si manifesta fin da subito insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli i quali, nell’intento di “ritrovarsi” in ambienti sempre più capienti, iniziano a girovagare tra case, scuole e altri spazi prestati o presi in affitto; per ultimo un immobile adattato a solone-chiesa, all’angolo tra le vie E. Setti Carraro e San Martino, recentemente acquistato dalla parrocchia con la partecipazione economica di numerose famiglie. Tale acquisizione, pur risolvendo alcune criticità, restituisce alla popolazione un luogo comunque arrangiato e di fortuna. Il “sogno” condiviso di costruire ex novo un edificio pensato per il sensus fidei di questa porzione di Popolo di Dio si realizzerà a partire dal 2014, con il trasferimento alla parrocchia della proprietà di diversi appezzamenti di terreno in località Piano Mangione, già urbanisticamente destinati a servizi religiosi. Oggi il nuovo complesso parrocchiale, ultimato a febbraio 2021, risolve in maniera definitiva la storica precarietà spaziale della comunità, che finalmente ha trovato la propria “casa”. Un parallelismo casa-chiesa molto caro al vescovo mons. Rosario Gisana (ordinario della diocesi dal 2014) che nell’omelia della celebrazione di dedicazione (29 aprile 2021), richiamando l’immaginario proposto da Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, consegna a tutti i partecipanti non solo l’edificio in cui celebrare i Sacri Misteri, ma l’impegno a «farsi ciascuno edificio-tempio per adorare Dio nella relazione con i fratelli».

Caratteri architettonici

La ricerca compositiva del nuovo complesso parrocchiale muove i primi passi dallo studio dei rapporti relazionali tra le nuove forme e il contesto, non solo in termini urbanistici, ma anche percettivi e valoriali. Il “riempimento” di un vuoto urbano in un ambito insediativo a bassa densità edilizia è colto dal gruppo di progettazione come l’opportunità di ricodificare lo “stile abitativo” del quartiere, a partire dai suoi segni, dai suoi flussi, per arrivare ai propri riferimenti identitari. La chiesa è posizionata in modo da fare del suo prospetto principale la quinta scenica di via Italia, la direttrice stradale che collega il quartiere periferico al centro cittadino. È quest’ultima, infatti, che stabilisce le coordinate topografiche dei nuovi spazi architettonici secondo uno schema gerarchico che pone il sagrato con l’aula liturgica in testa al lotto e i locali pastorali nella parte retrostante. Tutto l’isolato parrocchiale è circondato da aree libere, facendo sì che, pur nella subordinazione funzionale appena accennata, ogni prospetto sia pensato a scala urbana. I volumi massicci e stereometrici dei fabbricati, soprattutto quello della chiesa e del campanile, si impongono in maniera decisa nel paesaggio edilizio piuttosto anonimo, con l’intento di personalizzarne lo skyline. La facciata su via Italia è proporzionata sulla modulazione del quadrato e misurata sul segno, appena accennato ma facilmente leggibile, della croce. Lo sviluppo altimetrico di questo fronte, dal cui basamento si stacca la torre campanaria fuori piombo, è il risultato di una regolata articolazione di piani estradossati, arretrati e inclinati. Il portale è collocato di sguincio, celato cromaticamente e protetto da un poderoso aggetto ottenuto dal trattamento plastico dell’elevato.

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Processi e contesti

Il sogno di un nuovo complesso parrocchiale nella periferia del comune niscemiese vive un’attesa di cinquant’anni. Mons. Giuseppe Martorana parroco della chiesa madre già alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso avverte la necessità di un ripensamento della mappatura parrocchiale della città. Quest’ultima difatti aveva iniziato a espandersi in maniera libera nei lembi settentrionali e sud-orientali del centro storico, lungo le direttrici stradali verso Gela e Caltagirone. A tal proposito nel 1965 viene istituita canonicamente una nuova circoscrizione parrocchiale dedicata al Sacro Cuore di Gesù, il cui complesso architettonico è stato ultimato nel 1968. Tuttavia l’ormai marcato decentramento urbanistico e il trend demografico in crescita continuano a interrogare le istituzioni ecclesiastiche locali sull’efficacia della loro organizzazione; le dotazioni spaziali delle parrocchie del nucleo urbano storico continuano ad essere sovraffollate e l’apostolato sempre più schiacciato da varie criticità soprattutto collegate alla socialità e alla legalità. Nel 1969 mons. Martorana, nell’intento di rilanciare la necessità di edificare nuovi luoghi per il culto nella zona meridionale e orientale dell’insediamento, propone alla curia di Piazza Armerina la vendita di parte del patrimonio parrocchiale per l’acquisto di aree libere alla fine mai rinvenute. Dieci anni dopo il vescovo Sebastiano Rosso, riconoscendo l’attività pastorale operata a partire dalla chiesetta tardo-ottocentesca dello Spasimo[1] nell’omonima contrada, nel 1979 istituisce canonicamente la nuova parrocchia, poi riconosciuta civilmente il 19 luglio1986 con il titolo Santa Maria della Speranza.

 

[1] Per approfondimenti sull’edificio si rimanda alla scheda di censimento: https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/25784/Chiesa+della+Madonna+dello+Spasimo

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Progetto liturgico e programma iconografico

La chiesa fin dalla fase di ideazione è pensata per imprimere nell’immaginario urbano il proprio segno di contemporaneità. Le linee, la “nudità” dei materiali e l’articolazione plastica degli esterni fanno parte di una dinamica compositiva tutta giocata sull’attrattività percettiva, sull’alterità morfologica e sulla riconoscibilità evocativa. In questi fattori è rintracciabile il concept del progetto: avviare un dialogo interpersonale, costruire una relazione comunicativa con la comunità e contribuire alla sua identificazione. In questo caso la comunicazione, articolata su un lessico formale ispirato all’architettura Brutalista, è sicuramente di impatto, quasi provocatorio e discontinuo rispetto al contesto paesaggistico, ma tuttavia efficace per innescare tali processi. La “provocazione comunicativa” è rafforzata anche dal trattamento superficiale degli esterni: il cemento nella sua scabrosità, con i segni dei casseri e una colorazione in pasta che nella naturalezza dei processi cromatici di ossidazione sembra già anticipare gli effetti di usura di un tempo non ancora trascorso. Il “non finito” del “di fuori” trova invece una sua completezza all’interno; la pelle muraria, anche se con qualche elemento di continuità in controfacciata, perde la sua asperità, è ammorbidita dall’intonaco fino ad impreziosirsi con l’utilizzo di un rivestimento lapideo (zoccolatura) che corre lungo tutto il luogo in cui l’assemblea convocata partecipa al sacrifico eucaristico (fondale presbiterale).

Approfondisci
  • Istituzione canonica della parrocchia [1979]
  • Riconoscimento civile della parrocchia [19 luglio 1986]
  • Concorso di idee nuovo complesso parrocchiale [dicembre 2013 – ottobre 2014]
  • Acquisizione lotto parrocchiale [marzo 2015]
  • Autorizzazione canonica progetto preliminare [giugno 2015]
  • Autorizzazione canonica progetto esecutivo [maggio 2016]
  • Rilascio Permesso di costruire [16 agosto 2016]
  • Affidamento dei lavori all’impresa [settembre-novembre 2016]
  • Consegna del cantiere all’impresa esecutrice e inizio lavori [19 aprile 2017]
  • Rito posa della prima pietra [1 agosto 2017]
  • Sottoscrizione incarico artisti [novembre 2018]
  • Fine lavori complesso [12 febbraio 2021]
  • Rito di dedicazione della chiesa e dell’altare [29 aprile 2021]
  • Pianta chiesa, sagoma esterna [lunghezza 30 m ca, larghezza massima 31 m ca]
  • Pianta aula liturgica, sagoma interna [lunghezza 20,00 m ca, larghezza massima 20,00 m ca]
  • Pianta cappella custodia eucaristica interna [lunghezza 13,50 m ca, larghezza 5,90 m ca]
  • Prospetto principale aula liturgica [altezza 15,50 m ca]
  • Interno aula liturgica [intradosso altezza 11,00]
  • Portale [altezza 5,00 m, larghezza 2,90 m]
  • Campanile [altezza 22,60 m]

Ruoli e professionalità

Cronologia

  • Istituzione canonica della parrocchia [1979]
  • Riconoscimento civile della parrocchia [19 luglio 1986]
  • Concorso di idee nuovo complesso parrocchiale [dicembre 2013 – ottobre 2014]
  • Acquisizione lotto parrocchiale [marzo 2015]
  • Autorizzazione canonica progetto preliminare [giugno 2015]
  • Autorizzazione canonica progetto esecutivo [maggio 2016]
  • Rilascio Permesso di costruire [16 agosto 2016]
  • Affidamento dei lavori all’impresa [settembre-novembre 2016]
  • Consegna del cantiere all’impresa esecutrice e inizio lavori [19 aprile 2017]
  • Rito posa della prima pietra [1 agosto 2017]
  • Sottoscrizione incarico artisti [novembre 2018]
  • Fine lavori complesso [12 febbraio 2021]
  • Rito di dedicazione della chiesa e dell’altare [29 aprile 2021]

Dimensioni architettoniche

  • Pianta chiesa, sagoma esterna [lunghezza 30 m ca, larghezza massima 31 m ca]
  • Pianta aula liturgica, sagoma interna [lunghezza 20,00 m ca, larghezza massima 20,00 m ca]
  • Pianta cappella custodia eucaristica interna [lunghezza 13,50 m ca, larghezza 5,90 m ca]
  • Prospetto principale aula liturgica [altezza 15,50 m ca]
  • Interno aula liturgica [intradosso altezza 11,00]
  • Portale [altezza 5,00 m, larghezza 2,90 m]
  • Campanile [altezza 22,60 m]
Autore della scheda
arch. Giuseppe Giccone

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