Chiesa di San Disma

Beni architettonici

Chiesa di San Disma

chiesa parrocchiale
Via Seminario 2/2 - San Lazzaro di Savena (BO)
Parrocchia di San Lorenzo del Farneto - Diocesi di Bologna
Regione ecclesiastica Emilia-Romagna

La nuova chiesa dedicata a San Disma, il Buon Ladrone crocifisso alla destra di Gesù, è l’esito di un iter durato circa dieci anni che ha visto la piena partecipazione della comunità nelle scelte architettoniche e liturgiche. È situata nella località Mura San Carlo, frazione del comune di San Lazzaro di Savena, all’interno del sistema verde del Parco della Pace. Il quartiere, che rientra nella circoscrizione territoriale della parrocchia di San Lorenzo del Farneto, dagli anni Settanta è in costante espansione demografica e la dinamica comunità parrocchiale, per diversi anni, costituisce un’unica realtà con la parrocchia di San Salvatore di Casola, nella vicina frazione di Pianoro, affidata alla cura pastorale dello stesso parroco. Sebbene negli anni Novanta il numero di abitanti non sia stato elevato (2300 per la parrocchia di San Lorenzo del Farneto e 1200 per la parrocchia di San Salvatore di Casola), la presenza in parrocchia è stata sempre numerosa e le attività parrocchiali si sono svolte nella sala polivalente costruita a Mura San Carlo nel 1992, che ben presto è stata utilizzata anche come luogo di culto per le celebrazioni festive e feriali. La chiesa storica di San Lorenzo (oggi chiesa sussidiaria), dislocata rispetto al quartiere in espansione, era insufficiente ad accogliere la crescente comunità. Subito dopo la realizzazione della sala polivalente, don Antonio Allori, parroco del tempo, è stato uno dei primi a manifestare l’esigenza di dover dotare il territorio di un nuovo edificio di culto, dimensionalmente adeguato, e di nuovi spazi per le attività parrocchiali. Dopo diversi ostacoli per l’acquisizione dell’area e per la definizione del progetto, attraverso la successione di tre parroci (don Antonio Allori, don Marco Cristofori, don Paolo Dall’Olio), nel 2008 il progetto viene affidato definitivamente a un vasto gruppo di giovani progettisti (attuali studi INOUTarchitettura, LADO architetti LAMBER+LAMBER). La realizzazione del nuovo complesso si concretizza nel 2014, anno in cui la diocesi effettua la richiesta di contributo alla Conferenza Episcopale Italiana. Il 30 giugno 2016 il Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto della CEI esprime parere favorevole al progetto esecutivo. I lavori iniziano il 9 ottobre 2017. La ferma volontà di rendere sempre più complice la comunità[1] si manifesta anche nella fase costruttiva, con la scelta di coinvolgere alcuni detenuti del carcere La Dozza di Bologna, dopo un periodo di formazione e a fine pena, nella realizzazione della chiesa, che rafforza il messaggio di riscatto e liberazione legato alla figura del Buon Ladrone, tema conduttore per le scelte compositive. Il complesso è inaugurato il 22 giugno 2019, con una solenne celebrazione di dedicazione della chiesa presieduta dall’arcivescovo metropolita di Bologna mons. Matteo Maria Zuppi, concelebrata dal parroco don Paolo Dall’Olio alla presenza dei parroci della zona, delle maggiori autorità civili e dell’intera comunità. Al nuovo edificio di culto è affidato il titolo di parrocchiale sebbene la sede della parrocchia sia rimasta invariata presso la chiesa storica di San Lorenzo, nella quale sono officiate una celebrazione feriale settimanale e una festiva mensile.

 

[1] Per un’analisi su esperienze partecipative condotte anche da altre diocesi italiane si rimanda a:

https://ilgiornaledellarchitettura.com/2019/10/02/nuove-chiese-in-italia-cantieri-progetti-e-partecipatio/

Caratteri architettonici

La chiesa del Buon Ladrone è opera della collaborazione di tre giovani studi di architettura: INOUTarchitettura (arch. Mario Benedetto Assisi e arch. Valentina Milani), LADO architetti (arch. Luca Ladinetti) e LAMBER+LAMBER (ing. Fiorella Lamber, arch. Mario Lamber e arch. Paolo Lamber). Nella definizione architettonica del complesso, i progettisti hanno scelto di recuperare il manufatto esistente, precedentemente utilizzato come salone e luogo di culto, aggiungendo il volume della nuova chiesa e altri due corpi dedicati ai locali di ministero pastorale e alla casa canonica, disposti in modo da formare una corte interna. Tale disposizione permette di cogliere fin da subito la duplice natura del progetto: una più intima, tradotta nella corte interna dove si affacciano le aule, e una pubblica, definita dall’arretramento della chiesa rispetto al limite stradale che permette di disegnare il sagrato aprendo il complesso verso la dimensione urbana. La corte interna è messa in relazione anche con il retrostante Parco della Pace attraverso la copertura verde del volume più basso posto tra la chiesa e il corpo delle aule.

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Processi e contesti

L’attenzione pastorale per questa porzione di territorio, periferica ma contrassegnata da una costante espansione demografica, viene inizialmente manifestata dal parroco don Antonio Allori che, alla fine degli anni Novanta, subito dopo la costruzione della sala polivalente, realizzata per la carenza di spazi per le attività parrocchiali, rappresenta la necessità di costruire anche un nuovo edificio di culto. La chiesa storica di San Lorenzo, ricostruita nel 1733 e collocata in via Jussi, poco prima dell’aggregato urbano di Farneto, risultava ormai non sufficientemente capiente e dislocata rispetto al quartiere in espansione. Per tale ragione la sala polivalente è stata utilizzata fin da subito anche per le celebrazioni. Nel 2001 il nuovo parroco don Marco Cristofori affida all’architetto Giuseppe Rustichelli l’incarico per la progettazione della chiesa. Don Marco indica anche la dedicazione del nuovo edificio a San Disma (il malfattore crocifisso alla destra di Gesù che, pentitosi in punto di morte, ne ottiene il perdono e l’immediata canonizzazione), come simbolo della misericordia di Cristo verso tutti. Tale scelta viene approvata dall’ordinario diocesano del tempo, mons. Carlo Caffarra (2003-2015), come occasione di annuncio, che avrebbe reso il progetto un unicum all’interno della diocesi e del territorio nazionale.

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Progetto liturgico e programma iconografico

La definizione dell’impianto liturgico della chiesa di San Disma è l’esito della costante collaborazione tra i progettisti, il parroco, gli artisti Flavio Senoner e Paolo Mennea, il liturgista mons. Amilcare Zuffi e la comunità dei fedeli. L’impianto liturgico è pensato come programma unitario nella composizione dell’edificio: il progetto architettonico, quello liturgico e quello artistico hanno partecipato l’uno alla definizione dell’altro. Le prime scelte progettuali sono state definite proprio a partire dall’assemblea, dallo spazio dei fedeli. Fondamentali sono state le tre domeniche dedicate alle concrete sperimentazioni di tre assetti celebrativi (a semicerchio, a due fuochi e a un quarto di cerchio) da parte della comunità, guidata dal parroco. I fedeli hanno potuto provare le diverse modalità di organizzazione dell’assemblea, individuando nella disposizione a quarto di cerchio la soluzione ottimale, al fine di “favorire in tutto la comunione dell’assemblea, che è il soggetto celebrante[3]”. L’aula liturgica presenta, quindi, un’impostazione “a ventaglio”: l’assemblea, articolata secondo quattro settori di banchi, è convergente verso il presbiterio, rialzato di due gradini.

 

[3] Nota Pastorale della Commissione Episcopale per la Liturgia “La progettazione di nuove chiese” (1993), 7

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  • Sottoscrizione incarico progettazione architettonica [2008]
  • Sottoscrizione incarico progettazione opere artistiche [2008]
  • Approvazione progetto preliminare (prima istanza) del Comitato della CEI [5 febbraio 2015]
  • Approvazione progetto esecutivo (seconda istanza) del Comitato della CEI [30 giugno 2016]
  • Rilascio titolo abilitativo [10 maggio 2017]
  • Consegna del cantiere e inizio lavori [9 ottobre 2017]
  • Fine lavori [20 giugno 2019]
  • Consegna alla comunità e dedicazione [22 giugno 2019]
  • Pianta, sagoma interna [lunghezza media 18,80 m ca, larghezza media 18,30 m ca]
  • Pianta cappella feriale, sagoma interna [lunghezza media 5,50 m ca, larghezza media 4,80 m ca]
  • Interno aula liturgica [altezza minima 5,30 m ca, altezza massima 8,00 m ca]
  • Prospetto principale [altezza 11,25 m ca]

Ruoli e professionalità

Cronologia

  • Sottoscrizione incarico progettazione architettonica [2008]
  • Sottoscrizione incarico progettazione opere artistiche [2008]
  • Approvazione progetto preliminare (prima istanza) del Comitato della CEI [5 febbraio 2015]
  • Approvazione progetto esecutivo (seconda istanza) del Comitato della CEI [30 giugno 2016]
  • Rilascio titolo abilitativo [10 maggio 2017]
  • Consegna del cantiere e inizio lavori [9 ottobre 2017]
  • Fine lavori [20 giugno 2019]
  • Consegna alla comunità e dedicazione [22 giugno 2019]

Dimensioni architettoniche

  • Pianta, sagoma interna [lunghezza media 18,80 m ca, larghezza media 18,30 m ca]
  • Pianta cappella feriale, sagoma interna [lunghezza media 5,50 m ca, larghezza media 4,80 m ca]
  • Interno aula liturgica [altezza minima 5,30 m ca, altezza massima 8,00 m ca]
  • Prospetto principale [altezza 11,25 m ca]
Autore della scheda
Arch. Lorella Palumbo

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