La nuova chiesa di Sant’Antonio di Padova viene costruita per dotare il quartiere di nuova espansione del centro abitato di Parabita – comune situato al confine orientale della diocesi – di un edificio di culto più adatto alle esigenze della comunità, in costante aumento. La chiesa storica, realizzata nel 1966 e sede di parrocchia dal 1972, è diventata insufficiente dopo lo sviluppo urbanistico iniziato negli anni ’60 con un incremento nei primi anni 2000, destinato ad accrescersi. Durante gli anni dell’episcopato di mons. Domenico Caliandro (2000 – 2012), la parrocchia era a servizio di circa 3045 abitanti. Nel 2008 le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti presumevano, per quell’area, un incremento di ulteriori 4655 unità raggiungendo un insediamento complessivo di circa 8000 abitanti. In virtù di tali previsioni, nello stesso anno la diocesi decide di presentare la richiesta di finanziamento alla Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del nuovo complesso parrocchiale e il vescovo Caliandro affida all’architetto Gianluigi Russo, con incarico diretto, la realizzazione del progetto preliminare e definitivo, da eseguire in sinergia con gli uffici diocesani. L’area di progetto, di circa 2.500 mq, ospitava già la chiesa preesistente, affiancata da un edificio di due piani destinato a locali di ministero pastorale, strutturalmente compromesso da problemi statici e di umidità, un salone parrocchiale che necessitava di consolidamento e adeguamento e un campo di calcetto. La costruzione di un nuovo complesso diventava, inoltre, l’occasione per la realizzazione di una casa canonica, mai posseduta dalla parrocchia. Le sfide erano quindi molteplici, ovvero la ricerca di una coerenza tra edificato esistente e nuovo; la valorizzazione – con una nuova costruzione che diventasse punto di riferimento – di un contesto urbano anonimo e il collegamento degli edifici preesistenti alle nuove strutture sfruttando anche il dislivello tra via Brescia e via Pio XII, poste ai confini nord-orientale e sud-occidentale dell’area. Dopo un iter progettuale durato circa cinque anni, durante il quale è stata coinvolta anche la comunità parrocchiale, nel 2013 – anno in cui mons. Fernando Filograna prende possesso della diocesi in seguito al trasferimento presso la sede di Brindisi-Ostuni del predecessore – ha inizio la costruzione del complesso. La nuova chiesa di Sant’Antonio di Padova viene consegnata alla comunità il primo luglio 2017, con una celebrazione solenne presieduta da mons. Filograna, ancora oggi vescovo della diocesi di Nardò-Gallipoli, concelebrata dal parroco don Albino Mario De Marco.
Caratteri architettonici
Il nuovo edificio di culto, posizionato accanto all’edificio preesistente, si affaccia sulla stessa strada: via Brescia. Grazie a un sagrato adeguatamente sopraelevato è stato possibile collocare il piano dell’aula liturgica e della sacrestia della nuova chiesa alla stessa altezza della sacrestia e delle aule esistenti, congiungendole attraverso la realizzazione di un corridoio al di sopra del salone. L’ampio sagrato, rialzato di otto gradini, permette il collegamento tra l’aula liturgica e le vie limitrofe. La facciata principale è caratterizzata da un profilo movimentato e può essere suddivisa in tre fasce verticali. La fascia centrale, alta 13 metri, con terminazione semicircolare, è strombata e ospita l’imponente portale di ingresso metallico, rivestito in ottone brunito, affiancato da due porte laterali, che simboleggia l’elemento significativo del Cristo “porta” del gregge[1]. Al di sopra della porta, una serie di aperture disposte in modo tale da formare una serie di croci, richiamano – secondo quanto affermato dal progettista – la passione, morte e risurrezione di Gesù che infine diventa segno visibile nella croce greca superiore, incisa nella parte sommitale. L’intera facciata è rivestita con intonaco bianco e presenta uno zoccolo lapideo continuo alto circa 1,20 metri che riveste anche le tre porte centrali. Tutti i prospetti esterni dell’edificio sono rivestiti in intonaco bianco e il prospetto sud-orientale è caratterizzato da alti tagli verticali, con vetrate in onice, che filtrano all’interno dell’aula una luce calda e suggestiva. Le finestre del prospetto nord-occidentale, collocate nelle stesse posizioni, hanno dimensioni inferiori.
[1] Giovanni 10,7
Processi e contesti
La prima chiesa di Sant’Antonio di Padova, collocata nella parte più alta del centro abitato di Parabita, è stata costruita per iniziativa di una devota, che sosteneva di averne avuto richiesta da parte del Santo, apparsole in un sogno. Il progetto venne redatto dal geometra Pasquale Leganza e i lavori, iniziati nel giugno del 1966 e terminati nel settembre del 1972, vennero diretti dall’ing. Salvatore De Donatis. Conclusi i lavori, mons. Antonio Rosario Mennonna, vescovo di Nardò dal 1962 al 1983, elevava la chiesa a sede di una nuova parrocchia nel giorno 8 settembre 1972, affidata al parroco don Antonio Schito. Dal 1975 al 1997, in seguito al primo sviluppo urbanistico e abitativo, sono stati eseguiti ulteriori interventi, con la realizzazione dell’edificio per i locali di ministero pastorale e del salone parrocchiale. Già don Antonio Schito, prima di lasciare la parrocchia nel 1999, aveva proposto l’idea della costruzione di una chiesa più grande a causa dello sviluppo del rione. La chiesa storica, di 275 mq, nei primi anni 2000 era ormai diventata insufficiente ad accogliere la popolazione, l’edificio destinato alle aule presentava problemi strutturali e di umidità di risalita e il salone parrocchiale, compromesso dagli stessi problemi, non era più rispondente alle norme di sicurezza.
- Arch. Gianluigi Russo - progettazione architettonica, altare, ambone, sede, fonte battesimale, tabernacolo
- Vito Russo - progettazione e realizzazione Crocifisso e Via Crucis
- Ing. Emiliano Zampironi - progettazione strutturale
- Ing. Giorgio Rocco De Marinis - direttore dei lavori
- [CPS Ingegneri] - progettazione impianti
- Dott. Marcello De Donatis - geologia
- Sottoscrizione incarico progettazione architettonica e opere d’arte da parte dell’arch. Gianluigi Russo [febbraio 2008]
- Approvazione del Comitato per la valutazione dei progetti della CEI [21 novembre 2012]
- Approvazione del Comitato per la valutazione dei progetti della CEI opere d’arte [15 febbraio 2012]
- Rilascio titolo abilitativo [10 giugno 2013]
- Posa della prima pietra [13 giugno 2013]
- Consegna del cantiere e inizio lavori [18 novembre 2013]
- Fine lavori [13 febbraio 2018]
- Consegna alla comunità e dedicazione [1 luglio 2017]
- Pianta, sagoma esterna [lunghezza 44,00 m ca, larghezza 21,00 m ca]
- Interno aula liturgica [altezza 10,50 m ca]
- Pianta cappella feriale [lunghezza 7,60 m ca, larghezza 4,75 m ca]
- Interno cappella feriale [altezza 5,50 m ca]
- Prospetto principale [altezza 13,00 m ca]
Ruoli e professionalità
- Arch. Gianluigi Russo - progettazione architettonica, altare, ambone, sede, fonte battesimale, tabernacolo
- Vito Russo - progettazione e realizzazione Crocifisso e Via Crucis
- Ing. Emiliano Zampironi - progettazione strutturale
- Ing. Giorgio Rocco De Marinis - direttore dei lavori
- [CPS Ingegneri] - progettazione impianti
- Dott. Marcello De Donatis - geologia
Cronologia
- Sottoscrizione incarico progettazione architettonica e opere d’arte da parte dell’arch. Gianluigi Russo [febbraio 2008]
- Approvazione del Comitato per la valutazione dei progetti della CEI [21 novembre 2012]
- Approvazione del Comitato per la valutazione dei progetti della CEI opere d’arte [15 febbraio 2012]
- Rilascio titolo abilitativo [10 giugno 2013]
- Posa della prima pietra [13 giugno 2013]
- Consegna del cantiere e inizio lavori [18 novembre 2013]
- Fine lavori [13 febbraio 2018]
- Consegna alla comunità e dedicazione [1 luglio 2017]
Dimensioni architettoniche
- Pianta, sagoma esterna [lunghezza 44,00 m ca, larghezza 21,00 m ca]
- Interno aula liturgica [altezza 10,50 m ca]
- Pianta cappella feriale [lunghezza 7,60 m ca, larghezza 4,75 m ca]
- Interno cappella feriale [altezza 5,50 m ca]
- Prospetto principale [altezza 13,00 m ca]