Beni architettonici

Chiesa di San Magno Vescovo e Martire

chiesa parrocchiale

Via G. Almirante, 38 - Trani (BA)

Parrocchia di San Magno Vescovo e Martire - Diocesi di Trani - Barletta - Bisceglie

Regione ecclesiastica Puglia

Il nuovo complesso parrocchiale di San Magno Vescovo e Martire è il segno eloquente di un cammino ecclesiale orientato alla “riscoperta” del rapporto comunionale tra la Chiesa universale, la comunità diocesana e quella parrocchiale. A partire infatti da questa prospettiva ecclesiologica il vescovo mons. Giovan Battista Pichierri (ordinario dell’arcidiocesi dal 1999 al 2017) decide di «provvedere in modo adeguato all’assistenza religiosa e spirituale dei fedeli residenti nella zona Stadio della città di Trani» (dal decreto vescovile) attraverso l’istituzione di una nuova parrocchia il 24 novembre 2010. Tale scelta, maturata all’indomani della seconda visita pastorale avviata a maggio 2006 e conclusa a marzo 2009, è l’occasione per instradare nuove relazioni sociali e rinnovare le dinamiche di fede non soltanto per il Popolo di Dio residente in questo quartiere, ma per tutte le 66 parrocchie della diocesi. Anche la definizione del Santo Titolare, nativo di Trani nel II secolo e vescovo della stessa città, è considerata dal presule e dal Consiglio presbiterale diocesano come l’opportunità di radicare in tutto il territorio diocesano una devozione poco diffusa e di creare, attraverso la testimonianza apostolica del concittadino, un comune senso di appartenenza.

Anche la pastorale del parroco don Dino Cimadono, in continuità alla visione strategica dell’arcivescovo Picchieri, è parimenti incentrata sulla sistematicità dell’ecclesiologia di comunione. L’idea della parrocchia come una realtà non autoreferenziale, ma come una porzione della Chiesa universale, è l’asse portante del progetto di costruzione sia dell’ecclesia convocata (chiesa di persone) che della domus ecclesia (chiesa edificio). Difatti don Dino a soli 28 anni è chiamato dall’arcivescovo a “cementificare” una comunità disgregata e organizzata tra le parrocchie di San Giuseppe e della Madonna di Fatima, e contestualmente ad avviare processi edilizi per la definizione di adeguati spazi in cui celebrare i santi misteri. Il luogo inziale delle varie attività parrocchiali è un locale posto al piano terra di un palazzo residenziale. Da questo ambiente, grazie alla caparbietà del giovane sacerdote, prende vita un articolato programma pastorale e architettonico, segnato anche dalla vicinanza della curia romana. È Papa Francesco a benedire la prima pietra e le campane della nuova chiesa (udienze generali del 12 agosto 2015 e del 24 ottobre 2018). Sempre il Sommo Pontefice tramite la Penitenzeria Apostolica ha concesso un anno giubilare (24 novembre 2019 – 24 novembre 2020) alla parrocchia in occasione del primo decennale della sua erezione canonica.

L’emergenza epidemiologica ha costretto alla sospensione delle varie iniziative programmate per la consegna della chiesa, tra cui quelle giubilari. Tuttavia il nuovo complesso, ultimato a febbraio 2020, è pienamente vissuto dalla comunità. Il rito di dedicazione, presieduto da mons. Leonardo D’Ascenzio (arcivescovo della diocesi da novembre 2017), è stato celebrato il 22 febbraio 2020.

Caratteri architettonici

Lo spazio destinato al complesso parrocchiale si trova nell’intersezione dei due assi viari (via Giuseppe di Vittorio e via Monte D’Alba) che configurano la struttura urbana del quartiere. La prima lo attraversa in diagonale, collegando la periferia nord-ovest della città con lo stadio comunale. La seconda costituisce il confine occidentale del sobborgo, perimetrando il territorio già insediato rispetto a quello ancora da urbanizzare. Sempre questa linea viaria, attualmente marginale, nelle previsioni del PUG è considerata come un’arteria centrale rispetto ai futuri sviluppi insediativi locali. Il piano urbanistico approvato nel 2009, delineando i nuovi comparti oggetto di trasformazione edilizia, disegna un tridente viario in cui via Monte d’Alba occupa il ruolo di direttrice principale. Il lotto della parrocchia, con la sua geometria trapezoidale, segue le stesse dinamiche appena rappresentate; attualmente in posizione angolare, quasi “emarginata” rispetto al contesto residenziale, diverrà baricentrico nelle prospettive organizzative degli strumenti urbanistici approvati. L’inserimento dei volumi nell’area parrocchiale è condizionato, oltre che dal suo disegno perimetrico, dall’ingombro a sud-est di un edificio residenziale. Tutto l’ambiente costruito del complesso si concentra a nord del lotto: la torre campanaria in testata, la piastra dei servizi pastorali e la chiesa. La parte meridionale, nei disegni iniziali occupata da un campo sportivo, è invece interamente utilizzata come sagrato.

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L’edificio di culto si afferma nel contesto edilizio grazie all’eloquenza del suo volume curvilineo che, pur nella semplicità di impianto, emerge in modo nitido ma discreto. La chiesa si radica nell’area di sedime ruotando di 90° il suo corpo rispetto al sagrato. La rotatio della sua massa, oltre a configurare un perfetto orientamento a est, consente la definizione di un prospetto continuo ugualmente significativo su tutti gli affacci stradali. L’aula ha una forma a mandorla mentre l’assemblea adotta disposizione longitudinale; il disassamento delle due valve della mandorla consente di organizzare lo spazio di ingresso e – all’opposto dell’aula – la pedana presbiteriale, mentre lungo i fianchi avvolgenti dell’edificio si dispongono gli altri poli liturgici e devozionali. L’ingresso avviene da una sorta di ricettacolo coperto a tutta altezza. Il portale, perpendicolare al sagrato, è allestito in modo da obbligare un movimento rotatorio nel percorso di accesso dell’assemblea celebrante. Quest’ultima si raccoglie in maniera compatta in un invaso ellittico culminante nell’area presbiterale. Gli interni presento lo stesso linguaggio formale della facies esterna. La forza massiva delle pareti è acuita dalla profilatura a scarpa. Il muro perimetrale meridionale ospita una balconata, utilizzata come cantoria in particolari celebrazioni, e un vano estruso verso l’esterno, sede della consolle dell’organo. Lungo la parete settentrionale si aprono una serie di varchi che conducono in spazi articolati tra loro destinati a battistero, a penitenzeria, a sacrestia e a cappella feriale. Quest’ultima segue la logica distributiva dell’aula principale, ad eccezione della parete di fondo (a oriente) costituita da una grande vetrata in cui la luce è filtrata da un setto di blocchi di pietra locale disposti a graticcio.

La chiesa dal punto di vista strutturale è sostenuta da fondazioni a travi rovesce. In elevato è stato utilizzato un sistema a telaio in cemento armato. La copertura dell’aula principale è costituita da travi lignee lamellari e tavolato in abete. Il manto esterno è realizzato in pannelli di lamiera assicurati alle travi principali attraverso montanti e correnti lignei. Lungo il perimetro meridionale il tavolato è sostituito da pannelli traslucidi che lasciano filtrare la luce in modo zenitale. Le pareti sia internamente che esternamente sono intonacate con finitura in spatolato fibro-rinforzato con grana media di colore sabbia chiaro. Alcuni elementi (portale, campanile, parete d’accesso laterale) sono rivestiti con lastre isodomee di marmo Napoleon. La pavimentazione dell’aula è in pietra finemente bocciardata. Le porte principale e laterale sono realizzate in legno castagno mordenzato, con impregnante di colore noce. L’illuminazione artificiale è definita da corpi luminosi a sospensione. L’impianto di condizionamento è del tipo idronico per la cappella feriale mentre per l’aula principale è adottato un sistema ad impianto a tutta aria.

Processi e contesti

La necessità di assicurare al quartiere Stadio-Alberolongo adeguati spazi per l’esercizio del culto si è dimostrato un tema caro non soltanto alla curia diocesana, ma anche all’amministrazione comunale. Il 23 novembre 2010 è concesso all’arcidiocesi, con delibera consiliare n.49, il diritto di superficie di un terreno di proprietà comunale di 3.443 mq. Il 24 novembre è istituita canonicamente la parrocchia di San Magno V. e M. e nominato il primo parroco. L’infrastrutturazione parrocchiale e la dotazione minima di attrezzature collettive per una zona periferica della città, fanno parte di un piano programmatico condiviso tra il ministero episcopale di mons. Picchieri e gli organi di governo comunali guidati dal Dott. Luigi Tarantini (sindaco di Trani dal 2007 al 2012). Il territorio della nuova parrocchia è sottratto interamente alla preesistente circoscrizione della Madonna di Fatima. Il vescovo stabilisce come sede provvisoria del nuovo ente un locale di 100 mq in via Almirante, già allestito come aula assembleare. In attesa della costruzione del nuovo complesso, il prelato determina inoltre che particolari solennità o celebrazioni religiose vengano officiate non nella sede parrocchiale storica, ma nella più vicina chiesa di San Giuseppe. Difatti la nuova distrettuazione ecclesiastica ha obbligato a un ripensamento generale degli usi e delle prassi pastorali della parte meridionale della città. Tutta la cintura urbana a sud della linea ferrata è stata sempre considerata un comparto con varie criticità. Anche il parroco, in un intervista rilasciata a un mensile diocesano,[1] riferisce delle varie difficoltà incontrate sul territorio alla vigilia dell’attuazione del programma diocesano. Quest’ultimo infatti, che era stato articolato su una piena consapevolezza dei caratteri sociali ed economici della popolazione residente, mirava proprio a scardinare prassi collettive lontane dal Vangelo e a meglio bilanciare i rapporti comunitari.

[1] http://www.arcidiocesitrani.it/arcidiocesi/archivio/in-diocesi/322-incomunione

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L’amministrazione comunale a luglio 2011 procede a rendere esecutivo il trasferimento del diritto di superficie all’arcidiocesi a titolo perpetuo. A febbraio 2012 l’ente diocesano trasferisce tale diritti alla parrocchia. A novembre 2013 il comune, con apposita delibera, concede l’uso del suolo di altri due appezzamenti di terreno contigui a quello i cui diritti erano stati concessi in precedenza. Con questa nuova acquisizione la superficie complessiva del lotto parrocchiale supera i 5.000 mq. La progettazione del complesso è affidata nel 2014 a due architetti tranesi (Segio D’Addato e Dario Nataliccho), già conosciuti dagli uffici diocesani per aver coordinato diverse esperienze di restauro e di adeguamento liturgico di molte chiese cittadine. I due architetti capofila costituiscono un gruppo interdisciplinare caratterizzato dalla presenza di ingegneri, un liturgista e di un artista pugliesi. La proposta progettuale preliminare è presentata a marzo 2015 all’ufficio comunale competente e agli organismi della CEI. A giugno il Comitato per l’edilizia di culto della CEI[1] concede il nulla osta alla progettazione esecutiva. Il 12 agosto don Dino e una cinquantina di parrocchiani organizzano un pellegrinaggio a Roma per partecipare all’udienza generale del Santo Padre. In tale occasione il parroco, in rappresentanza della sua comunità, chiede al Papa l’apposizione della propria firma sulla pergamena verbale del rito della posa della prima pietra. Il rito è concelebrato il 19 agosto dai vescovi Picchieri e Lorenzo Leuzzi (già ausiliare di Roma) e dal parroco, con grande concorso di popolo. L’1 novembre 2015 è istituita canonicamente l’Associazione pubblica di fedeli laici “San Magno vescovo e martire” con sede presso l’omonima parrocchia. Tale riconoscimento è significativo nel cammino ecclesiologico della comunità. Il gruppo laicale infatti è impegnato nel diffusione della devozione del protovescovo tranese e nella collaborazione con il parroco e con il consiglio pastorale parrocchiale nelle iniziative di apostolato e nelle attività socio culturali della parrocchia. Il nullaosta per la cantierizzazione del complesso parrocchiale è accordato dalla CEI a marzo 2016. A maggio, il consiglio comunale con propria deliberazione approva delle modifiche ad alcune prescrizioni edilizie che inibivano diverse scelte insediative dei fabbricati, dando seguito alla previsioni di progetto. Il Permesso di costruire è acquisito dalla diocesi il 21 ottobre 2016. Il cantiere è avviato il 9 gennaio 2017. I lavori sono eseguiti dall’impresa tranese “Edificio srl”, selezionata dagli uffici diocesani a seguito di gara esplorativa. A maggio 2017 il Comitato della CEI concede il nulla osta definitivo al disegno dei poli liturgici. Il progetto artistico, nonostante fosse stato approvato per l’impianto generale contestualmente a quello architettonico, è stato più volte rimodulato per ovviare a una serie di criticità segnalate dagli organismi della CEI rispetto ad alcuni aspetti plastici e iconografici. Il 6 agosto 2018 è sottoscritta la lettera di incarico con l’artista Giuseppe Antonio Lomuscio per l’esecuzione dei poli liturgici. Il 24 ottobre 2018 il Santo Padre Francesco, in occasione dell’udienza generale in piazza San Pietro, riceve privatamente don Dino Cimadono per la benedizione di otto campane da collocare sul campanile della nuova chiesa[2].Le campane, realizzate dalla ditta salernitana del cavaliere Michele Merola[3], sono dedicate a San Michele Arcangelo, a San Magno, a San Giuseppe, a San Francesco d’Assisi, a Gesù Misericordioso, a Santa Faustina Kovalska, a San Giovanni Paolo II e alla Madonna della Manifestazione (disegno di Lomuscio).

A novembre 2020, su richiesta dell’arcidiocesi, il Papa tramite la Penitenzeria apostolica concede un anno giubilare in occasione del decimo anniversario dell’erezione canonica della parrocchia. La porta giubilare è aperta nella chiesa provvisoria il 24 novembre da mons. Leonardo D’Ascenzio (ordinario dell’arcidiocesi da novembre 2017) al termine della celebrazione eucaristica domenicale in cui dà lettura della Bolla papale di indizione. La nuova chiesa è ultimata a febbraio 2020. La consegna alla comunità del nuovo edificio è solennizzata da una serie di eventi culturali e incontri di preghiera. Il 17 e il 18 febbraio sono organizzate due assemblee parrocchiali in cui sono presentati il progetto architettonico e artistico. Il 20 febbraio è officiata una veglia di preghiera in preparazione dell’apertura al culto del nuovo edificio. Il 22 febbraio è celebrato il rito di dedicazione presieduto dall’arcivescovo e dal parroco e concelebrato da tutto il clero diocesano.

[1] Oggi Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto

[2] Si rimanda al sito https://www.traniviva.it/notizie/papa-francesco-benedice-le-campane-della-nuova-chiesa-di-san-magno/ e al canale social della parrocchia per consultare la raccolta fotografica dell’evento https://www.facebook.com/ParrocchiaSanMagno/posts/quanta-grazia-il-santo-padre-francesco-ha-benedetto-le-nostre-campane-che-sarann/1869453733123190/

[3] Si rimanda al sito dell’azienda che riporta un approfondimento delle campane della chiesa di San Magno con una selezione fotografica delle opere: https://www.merollacampane.it/merolla-portfolio-campane-trani/

Progetto liturgico e programma iconografico

Il programma pastorale definito dalla parrocchia ha un orientamento chiaro anche sul piano liturgico e iconografico. I progettisti infatti sono chiamati a partecipare a tale missio plasmando “una Chiesa che ha il sapore della Casa, una Casa che ha il sapore della chiesa” (dal sito web della parrocchia). Il significato della “casa” associato al tema della “parrocchialità”, è percepibile già nel rapporto tra il complesso e il quartiere. Tutto l’isolato è sprovvisto di recinzioni, in modo da esprimere il chiaro messaggio di un polo parrocchiale “aperto a tutti, a servizio di tutti, centro di evangelizzazione e di carità, di preghiera e di aggregazione nella città e per la città”[1]. Il richiamo ad una “spazialità domestica” è rintracciabile in almeno altri due aspetti determinati nella modellazione dell’edificio di culto: il suo orientamento e il disegno planimetrico. La scelta di insediare la chiesa lungo un asse ovest-est (portale-presbiterio) mira a legare idealmente la nuova aula liturgica con la vicina Cattedrale (distante 1,4 km). La riproposizione delle coordinate insediative della chiesa madre di Trani è pensata come l’opportunità di fenomenizzare la comunione ecclesiologica con l’edificio simbolo dell’arcidiocesi e di favorire quindi, già nel suo radicamento territoriale, un senso di familiarità. L’altro elemento determinante del progetto liturgico è l’utilizzo in pianta della geometria della mandorla. Tale segno, oltre che per la sua dimensione mistagogica, è scelto dai progettisti con l’intento di richiamare tipologicamente l’identità figurativa e l’ordo compositivo delle architetture cultuali cristiane. Un ulteriore aspetto, non meno importante, è la capacità di costruire uno spazio fortemente unitario. L’aula di San Magno permette infatti di radunare il Popolo santo di Dio nella sua globalità, senza esclusioni o sezionamenti. In tale unitarietà si realizza quella “confidenzialità familiare” tanto ricercata nel concept celebrativo inziale.

[1] Dalla lettera di ringraziamento del parroco a conclusione della celebrazione eucaristica con il rito di dedicazione.

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L’interezza dello spazio bilancia la rigida frontalità dei banchi per i fedeli e la compattezza del presbiterio onnicomprensivo. L’assemblea, raccolta in un guscio murario, è dunque orientata verso un’area presbiterale che occupa circa un terzo della superficie della chiesa. La pedana, sulla quale trovano posto i principali poli liturgici, è univoca sia per l’aula principale che per la cappella feriale. Rispetto al primo ambiente è messa in grande evidenza la massa isolata dell’altare, sopraelevato su una predella rettangolare. Protende verso lo spazio assembleare la tribuna dell’ambone posta in cornu epistolae. La sede del celebrante è collocata sul lato opposto, addossata alla parte perimetrale. Il fondo del presbiterio è definito da una parete piana a tutta altezza che, in maniera speculare al fondale del portale principale, “irrigidisce” lo sviluppo curvilineo dell’invaso. La custodia eucaristica, organizzata nella cappella feriale, è disposta in una quinta anch’essa piana che domina prospetticamente l’allestimento complessivo di tale spazio. Qui trovano posto un altare e un ambone provenienti dalla chiesa provvisoria, e una grande tela (3x5m) raffigurante il Santo titolare. In asse a tale immagine, in un ambiente dedicato a fianco dell’aula principale, è posta una statua della Madonna con il Bambino. L’assialità dell’effige mariana e del santo titolare, in comunicazione visiva tra loro, rende polisemico lo spazio celebrativo, interponendo all’orientamento liturgico longitudinale una nuova direzionalità trasversale di carattere devozionale. Il fonte battesimale è collocato in uno specifico luogo in prossimità del portale. Esso risulta quasi staccato dall’aula e raggiungibile da uno spazio che funge da filtro e mediazione, accessibile anche dall’esterno. La peculiarità ministeriale del battistero è sottolineata da una propria autonomia luministica e formale grazie al completo rivestimento lapideo e al cannone di luce ottagonale che ne garantisce una illuminazione zenitale.

Il programma iconografico dei poli liturgici è basato sulla complementarità di due linguaggi apparentemente contraddittori tra loro: masse lapidee stereometriche e segni iconici. Tutti gli elementi, realizzati dal maestro Giuseppe Antonio Lomuscio, recano la stessa matrice materica: pietra naturale nelle varianti cromatiche di Bronzetto e Biancone di Trani con un rivolo aureo in diagonale. L’ambone e la sede presentano rispettivamente le figurazioni dell’angelo che annuncia e del Buon Pastore (schienale). La composizione geometrica dell’altare deriva da una rielaborazione grafica per scomposizione della mandorla. Nei disegni inziali frontalmente caratterizzato da un bassorilievo con la scena del sacrificio di Isacco, a seguito di interlocuzioni con il Comitato della CEI si presenta aniconico. La statua mariana, modellata a tutto tondo, è realizzata in argilla e cera. La tela di San Magno, realizzata ad olio, rappresenta storie della vita del santo. L’azione narrativa dell’opera si esplicita attraverso una rappresentazione cronologica e contestuale degli anni della sua giovinezza a Trani come umile pastore, agli anni della sua maturità episcopale fino al martirio. L’asse centrale della chiesa è chiuso da un grande crocifisso che riempie il fondale presbiterale. Nel disegno dell’artista il Christus patiens, realizzato a tempera e olio su un supporto in policarbonato, è disallineato dalla croce e attorniato da una superficie informe dorata, riferimento alla Dimensione Divina e allo Spirito Santo. Lomuscio, nella progettazione del dipinto, mira ad attivare dinamiche cognitive sul significato cristologico non soltanto dell’opera in sé ma di tutto il contesto architettonico e liturgico in cui è inserito. Dunque non solo immagine devozionale «che richiama l’evento storico del Golgota, ma una rappresentazione espressiva dell’intero mistero pasquale, che vuol riassumere e rendere visibile, soprattutto nella correlazione con l’altare, lo stesso mistero di Cristo»[1]. Completa l’apparato iconografico dell’area presbiterale un epigrafe tracciata a destra della croce. Nelle ipotesi iniziali il testo riproponeva il passo del Vangelo: «Questi è il mio Figlio, /l’eletto; /ascoltatelo» (Luca 9,35). In fase esecutiva il parroco ha modificato l’iscrizione con un altro riferimento biblico: «Ecco la tenda di Dio /con gli uomini! … /(Ap 21, 3a)». Tale citazione campeggiava nella parete presbiterale del locale adibito a chiesa provvisoria chiamato “sottano” dalla gente del posto. Don Dino, d’intesa con i progettisti, ha deciso di riportare questo testo anche nella nuova aula assembleare in modo da fare memoria di un vissuto comunitario storicizzato ma attuale; una clavem locis capace di innescare nell’assemblea riunita il ricordo delle proprie origini e rinnovare quindi il proprio impegno comunitario nel percorso di fede.

[1] Dalla relazione artistica, 2016

arch. Sergio D’Addato - progettazione architettonica e direzione lavori
arch. Dario Natalicchio - progettazione architettonica e direzione lavori
arch. Alessandro Procacci - collaborazione progettazione architettonica
arch. Valentina Bucci - collaborazione progettazione architettonica
ing. Ivo Lignola - progettazione strutturale e direzione lavori e coordinamento sicurezza
ing. Ugo Betti - progettazione strutturale e direzione lavori
ing. Antonio Proto - progettazione e direzione lavori impianto elettrico
ing. Lucia Cosmai - progettazione e direzione lavori impianto a fluido
ing. Paolo Croce - coordinamento sicurezza
ing. Francesco Saverio D'Amore - collaudatore delle strutture
arch. Ruggero Morelli - responsabile del procedimento
don Mauro Di Benedetto - consulenza liturgica
Giuseppe Antonio Lomuscio - progettazione poli liturgici e opere d’arte
Domenico Lomuscio - collaborazione progettazione poli liturgici e opere d’arte

Concessione diritto di superficie terreno dal comune all’arcidiocesi [23 novembre 2010]
Istituzione canonica della parrocchia [24 novembre 2010]
Esecuzione del trasferimento a titolo perpetuo del diritto di superficie dal comune all’arcidiocesi [22 luglio 2011]
Trasferimento diritti sul terreno dall’arcidiocesi alla parrocchia [29 febbraio 2012]
Concessione ed esecuzione del trasferimento diritti di superficie su nuovi appezzamenti di terreni [28 novembre, 30 dicembre 2013]
Incarico al gruppo di progettazione [primo semestre 2014]
Presentazione proposta preliminare agli organismi della CEI e al comune [13, 26 marzo 2015]
Nulla osta al progetto preliminare dagli organismi della CEI [9 giugno 2015]
Pellegrinaggio a Roma della comunità parrocchiale [12 agosto 2015]
Posa della prima pietra [19 agosto 2015]
Nulla osta al progetto esecutivo dagli organismi della CEI [2 marzo 2016]
Rilascio titolo abilitativo [21 ottobre 2016]
Consegna del cantiere e inizio lavori [9 gennaio 2017]
Nulla osta al progetto esecutivo dei poli liturgici dagli organismi della CEI [24 maggio 2017]
Sottoscrizione incarico con gli artisti [6 agosto 2018]
Benedizione campane [24 ottobre 2018]
Fine lavori chiesa [inizio febbraio 2020]
Apertura Porta Santa chiesa provvisoria (anno giubilare parrocchiale) [24 novembre 2020]
Traslazione statua di San Magno alla nuova chiesa [16 febbraio 2020]
Assemblee parrocchiali con presentazione del progetto architettonico e artistico della chiesa [17-18 febbraio 2020]
Veglia di preghiera e celebrazione rito di dedicazione [20, 22 febbraio 2020]
Fine lavori complesso parrocchiale [15 aprile 2020]

Pianta chiesa, sagoma esterna [lunghezza 41,46 m ca, larghezza massima 33,90 m ca]
Pianta aula liturgica, sagoma interna [lunghezza 31,30 m ca, larghezza massima 23,50 m ca]
Pianta cappella feriale sagoma interna [lunghezza 16,60 m ca, larghezza media 8,31 m ca]
Interno aula liturgica [altezza massima 16,62 m ca]
Esterno aula liturgica [altezza massima 18,55 m ca]
Campanile [altezza 24,36 m ca]
Portale [altezza 6,78 m, larghezza 3,36 m]

Ruoli e professionalità

arch. Sergio D’Addato - progettazione architettonica e direzione lavori
arch. Dario Natalicchio - progettazione architettonica e direzione lavori
arch. Alessandro Procacci - collaborazione progettazione architettonica
arch. Valentina Bucci - collaborazione progettazione architettonica
ing. Ivo Lignola - progettazione strutturale e direzione lavori e coordinamento sicurezza
ing. Ugo Betti - progettazione strutturale e direzione lavori
ing. Antonio Proto - progettazione e direzione lavori impianto elettrico
ing. Lucia Cosmai - progettazione e direzione lavori impianto a fluido
ing. Paolo Croce - coordinamento sicurezza
ing. Francesco Saverio D'Amore - collaudatore delle strutture
arch. Ruggero Morelli - responsabile del procedimento
don Mauro Di Benedetto - consulenza liturgica
Giuseppe Antonio Lomuscio - progettazione poli liturgici e opere d’arte
Domenico Lomuscio - collaborazione progettazione poli liturgici e opere d’arte

Cronologia

Concessione diritto di superficie terreno dal comune all’arcidiocesi [23 novembre 2010]
Istituzione canonica della parrocchia [24 novembre 2010]
Esecuzione del trasferimento a titolo perpetuo del diritto di superficie dal comune all’arcidiocesi [22 luglio 2011]
Trasferimento diritti sul terreno dall’arcidiocesi alla parrocchia [29 febbraio 2012]
Concessione ed esecuzione del trasferimento diritti di superficie su nuovi appezzamenti di terreni [28 novembre, 30 dicembre 2013]
Incarico al gruppo di progettazione [primo semestre 2014]
Presentazione proposta preliminare agli organismi della CEI e al comune [13, 26 marzo 2015]
Nulla osta al progetto preliminare dagli organismi della CEI [9 giugno 2015]
Pellegrinaggio a Roma della comunità parrocchiale [12 agosto 2015]
Posa della prima pietra [19 agosto 2015]
Nulla osta al progetto esecutivo dagli organismi della CEI [2 marzo 2016]
Rilascio titolo abilitativo [21 ottobre 2016]
Consegna del cantiere e inizio lavori [9 gennaio 2017]
Nulla osta al progetto esecutivo dei poli liturgici dagli organismi della CEI [24 maggio 2017]
Sottoscrizione incarico con gli artisti [6 agosto 2018]
Benedizione campane [24 ottobre 2018]
Fine lavori chiesa [inizio febbraio 2020]
Apertura Porta Santa chiesa provvisoria (anno giubilare parrocchiale) [24 novembre 2020]
Traslazione statua di San Magno alla nuova chiesa [16 febbraio 2020]
Assemblee parrocchiali con presentazione del progetto architettonico e artistico della chiesa [17-18 febbraio 2020]
Veglia di preghiera e celebrazione rito di dedicazione [20, 22 febbraio 2020]
Fine lavori complesso parrocchiale [15 aprile 2020]

Dimensioni architettoniche

Pianta chiesa, sagoma esterna [lunghezza 41,46 m ca, larghezza massima 33,90 m ca]
Pianta aula liturgica, sagoma interna [lunghezza 31,30 m ca, larghezza massima 23,50 m ca]
Pianta cappella feriale sagoma interna [lunghezza 16,60 m ca, larghezza media 8,31 m ca]
Interno aula liturgica [altezza massima 16,62 m ca]
Esterno aula liturgica [altezza massima 18,55 m ca]
Campanile [altezza 24,36 m ca]
Portale [altezza 6,78 m, larghezza 3,36 m]

Autore della scheda
arch. Giuseppe Giccone