A
dieci anni dalla sua inaugurazione il Museo Diocesano continua a svolgere
pienamente la sua azione offrendo ai fedeli della diocesi e ai visitatori percorsi
personalizzati, interagendo con le scuole, predisponendo laboratori educativi o
semplicemente accogliendo i visitatori.
Le
opere esposte non sono soltanto testimonianze di un tempo passato, destinate
per il godimento estetico o la fruizione culturale, ma sono stimoli per
annunciare il Vangelo all’uomo del nostro tempo e per presentare gli elementi
fondanti del Cristianesimo. Il percorso museale è strettamente connesso alla
Cattedrale, e si configura come “custodia” dei suoi tesori.
Siamo lieti di inaugurare i
“festeggiamenti” per i nostri
primi dieci anni – dichiara don
Giuseppe Pontillo, direttore del Museo Diocesano – con iniziative nuove fortemente identitarie e indicative del percorso
intrapreso dal museo dalla sua fondazione.
Il Museo diocesano è nato in Cattedrale ed oggi
tre sale del Mudia sono allestite all’interno della Chiesa per far aiutare a
comprendere che le due realtà non sono separate ma interconnesse.
Il Museo
Diocesano come oggi lo vediamo nasce dalla triste storia legata ai dissesti della
Cattedrale. Nel 2010 nuovi dissesti hanno causato la chiusura
della cattedrale, per 8 anni, così come l’esposizione museale che custodiva, curata
da Gabriella Costantino. Nel 2011, il vescovo Francesco
Montenegro (2008-2021) ha voluto un nuovo percorso museale allestito nelle
sale del Palazzo arcivescovile come sede
definitiva del nuovo Museo Diocesano di Agrigento. Il nuovo allestimento, pur
avvalendosi della precedente opera, ne ha rielaborato il percorso arricchendolo
di nuove testimonianze artistiche. Il nuovo percorso ha seguito una nuova
logica di fruizione, coniugando al rigore scientifico la vocazione pastorale e
didattica dei musei diocesani, secondo gli auspici della Lettera circolare
della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa su La funzione pastorale dei musei
ecclesiastici (15 agosto 2001).
In
occasione dell’arrivo del nuovo arcivescovo Alessandro Damiano (2020-2021), la
collezione permanente degli argenti è stata rimodulata ed implementata. Un
nuovo percorso ha permesso di fruire della Biblioteca dei vescovi del Palazzo
arcivescovile.
Il
Museo Diocesano oggi si presenta come museo diffuso sull’asse di via Duomo
includendo le Collezioni del Palazzo Arcivescovile, la Torre dei Montaperto, la torretta medievale e l’ex aula capitolare sede del Museo Turano in
Cattedrale, le sale espositive della cattedrale con il progetto Arkeo&Fede con i quattro sarcofagi di età ellenistico-romana ed infine la Chiesa di santa Maria
dei Greci con il suo antiquarium, prima sede episcopale di
San Gerlando.
Celebriamo il decennale – sottolinea padre Pontillo –con il grandioso ritorno dei sarcofagi
nella sala Mudia della Cattedrale dopo che per 54 anni sono stati custoditi nella
Valle dei Templi. In questi suoi primi dieci anni, il Museo Diocesano si è
dimostrato aperto al territorio e alle
diverse espressioni culturali, con l’obiettivo di creare un dialogo costruttivo
con il contemporaneo.
Il Museo
Diocesano di Agrigento è cresciuto non solo negli allestimenti e nei percorsi
interni ma è diventato anche uno degli attori culturali e turistici più importanti
del centro storico della città ed è collocato in ambito regionale tra i musei più
visitati tanto da competere con le più importanti gallerie regionali per
numero di visitatori.
Il Museo
Diocesano è cresciuto anche con le sedi distaccate di Sambuca di Sicilia,
Aragona e Sciacca e con i persorsi Arte&Fede di Caltabellotta.
Un grazie da parte della Diocesi e mio
personale – dice don
Giuseppe Pontillo – esprimo
all’Associazione Ecclesia viva con i diversi volontari che in questi anni hanno
reso possibile quello che oggi è il Museo, ed oggi alla società Anthos srl, che
scaturisce dall’esperienza gestionale di Ecclesia viva e che oggi cura la fruizione dei percorsi
Arte&Fede e Arkeo&Fede del Mudia sul colle di Agrigento. Siamo
orgogliosi anche dell’aver generato una start up per la fruizione del
patrimonio ecclesiastico. Rivolgo il mio ringraziamento – continua padre
Pontillo – a tutto lo staff dell’Ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi che ha
sostenuto il progetto del Museo Diocesano e la sua affermazione nel panorama
ecclesiale e culturale.