Roletto

Chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine

Chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine

Fin dal 1386 si parla della chiesa di Santa Maria di Roletto, allora dipendente dalla diocesi di Torino. In effetti tra i suoi prevosti del XVI secolo, tutti di cognome Vigna, il più antico era stato anche canonico della cattedrale di Torino. Nel 1817 la Parrocchia passerà alla ricostituita diocesi di Pinerolo, che in epoca napoleonica era stata annessa a quella di Saluzzo.

In origine la chiesa doveva essere più piccola di quella attuale, forse frutto dell’ingrandimento di una cappella rurale preesistente che potrebbe coincidere con l’odierna zona absidale, di struttura cubica e alta meno della metà del resto della chiesa. A dispetto di questa ipotesi e anche dei riscontri documentari, lo stile del campanile anticiperebbe la presenza di una chiesa vera e propria sul sito di quella attuale già in epoca romanica: la torre è a sei piani con finestre bifore e monofore, anche se il livello sommitale appare più recente. In adiacenza al campanile e all’abside vi è la sacrestia, che sembrerebbe di molto posteriore alla torre, avendone inglobato la parte bassa che mostra elementi decorativi tipici di una parete esterna.

A inizio Cinquecento la chiesa viene parzialmente ricostruita, assumendo l’aspetto che ancora oggi presenta, a tre navate con volte a crociera ribassata. Nella visita pastorale del 1585 la chiesa, nella sua nuova versione, è valutata essere in buono stato. Nel 1847 si richiedono riparazioni alle navate laterali. La facciata della chiesa, con tripartizione basilicale, coronamento ad archetti pensili e tre rosoni, intonacata, è il risultato di un intervento che la fa somigliare da vicino a quella della cattedrale di Pinerolo così come si presenta dopo i restauri di fine XIX secolo.

Nella visita pastorale del 1585 ad una sacrestia ben corredata di paramenti si contrappongono gli arredi della chiesa piuttosto essenziali, come un fonte battesimale in laterizio col catino in rame, assenza di balaustra, semplice altar maggiore. Dei due altari, posti in capo alle navate laterali, quello di S. Maria è fornito di icona e ben curato, mentre quello di S. Marta, e anche altri minori, sono nudi e indotati. Nella predetta visita non si fa citazione degli affreschi esistenti nella zona absidale, opera di un artista di ispirazione jaqueriana. La presenza nel sottarco di due stemmi, uno Savoia l’altro del vescovo di Torino Ludovico da Romagnano, morto nel 1468 e attivo nel Pinerolese negli anni 1452-53 per il problema della presenza valdese, porterebbe a datare il ciclo intorno alla metà del secolo.

La teoria pittorica è andata quasi perduta sulle pareti, al contrario è ben conservata sulla volta, e ciò permette di apprezzarne la qualità e i particolari. Sulla prima vela, la scena della natività di Maria – cui è dedicata la chiesa – rappresenta S. Anna sdraiata nel letto subito dopo il parto, nell’atto di prendere da una ciotola un confetto che le viene offerto da San Gioacchino; ai piedi del letto una nutrice seduta per terra tiene tra le braccia Maria neonata avvolta in fasce. A caratteri gotici un’iscrizione intitola la scena “Nativitas beatae Mariae”. La seconda scena raffigura la “Purificatio beatae Mariae” avvenuta dopo il parto, in occasione della presentazione di Gesù al tempio. All’interno di un’architettura gotica, il sacerdote, Simeone, accoglie Gesù in fasce dalle braccia di Maria. Giuseppe, porge ad un altro personaggio un cesto con due colombe bianche per l’offerta. Un cartiglio riporta le parole di Simeone “Nunc dimittis servum tuum, Domine, secundum verbum tuum in pace…” riferite nel cantico in cui esso riconosce in Gesù il Messia. La terza vela riporta l’Assunzione di Maria: la Vergine è accolta in cielo da Cristo e attorniata da quattro angeli vestiti con la dalmatica e sta consegnando all’apostolo Tommaso la sua cintura. La scena della quarta vela è l’incoronazione di Maria da parte della Trinità: il Padre a sinistra con abito porpora e manto blu, il Figlio a destra con manto rosso e lo Spirito Santo in forma di colomba bianca sopra la testa della Vergine; lo sfondo  è occupato da un elaborato trono con motivi architettonici gotici. Sul pilastro dell’arco di trionfo che funge da raccordo tra l’abside e il resto della chiesa sono rappresentati come detto gli stemmi dei Savoia e di Ludovico da Romagnano.

Nel 1835 si ricordano gli altari: il maggiore dedicato alla Natività della Vergine con balaustra, marmoreo e di pregevole fattura, e quelli laterali del Rosario e di S. Antonio. La medesima situazione incontriamo oggi. A livello decorativo, sulle pareti perimetrali, dipinte con colore uniforme e pochi abbellimenti, è distribuita una Via crucis inquadrata, dallo stile tardo-settecentesco piemontese, mentre il presbiterio è decorato con ampie pitture raffiguranti Natività, Ultima cena e Crocifissione. Notevole il pulpito in legno intagliato presente nella navata centrale.  La festa patronale si celebra il 8 settembre.

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