Val Noce: percorsi di arte, natura e fede

Frossasco

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La prima notizia di una presenza religiosa a Frossasco è del 1038, quando sul territorio compare una cappella che appartiene all’abbazia di San Giusto di Susa. Per tutto il medioevo e nell’età moderna, il feudo di Frossasco è stato un territorio ricco, retto da famiglie importanti legate a casa Savoia, che hanno lasciato tracce del loro potere in arredi e donazioni alla chiesa parrocchiale, che compare col titolo di San Donato sin dal 1220, e alle numerose cappelle campestri che punteggiano l’abitato e la campagna circostante.

Tra queste, decorata di affreschi riconducibili all’inizio del Cinquecento è la cappella del Boschetto, dedicata alla Madonna della Mercede. Si ha notizia dal 1542 della cappella di San Rocco, mentre risale al 1561 quella di San Bernardo, ricostruita nel 1879. Sulle rovine di un piccolo sacello dedicato a San Grato, di cui si ha notizia dal 1594, fu innalzata intorno al 1635 la cappella della Gra, intitolata alla Madonna delle Grazie e a San Grato, detta anche della Madonna della Neve. Risalgono al XVII secolo quelle di San Giovanni Battista alla Baisa e della Sacra Famiglia ai Rubiani (privata); nel XVIII secolo incontriamo San Giusto e San Sisto: quest’ultima, sita sul monte omonimo, è nel territorio della parrocchia di Tavernette (Oliva di Cumiana), ma fu sempre amministrata dai pievani di Frossasco. Oltre a quelle presenti ancora oggi, vi era la chiesa del Corpus Domini, fondata dalla omonima Compagnia nel 1546 in centro al paese; al suo interno fu eretto un altare in onore di San Sebastiano, dopo l’abbattimento di una cappella a lui intitolata, avvenuto nel 1603. Questa chiesa andò in decadenza dopo il 1791, chiusa al culto i suoi muri passarono a far parte di una casa privata, donata nel 1884 alla parrocchia per la sede dell’asilo e al Cottolengo per un ricovero di anziani.

Il parroco è detto “pievano”: si tratta di una dicitura propria delle parrocchie più antiche. Sino al 1749, quando la parrocchia passa all’arcidiocesi di Torino, compaiono tredici pievani; dal 1749 al 1817 tre; dopo il passaggio alla diocesi di Pinerolo se ne contano nove. Dal 1606 al 1946 è stato presente un terzo prete che godeva di un beneficio fondato dalla famiglia Galleani per officiare nell’antica chiesa del Corpus Domini, sino al 1791, poi nella chiesa di San Bernardino. Dalla seconda metà dell’Ottocento sino agli anni ’40 del Novecento vi è anche la presenza di un prete maestro di scuola. La festa patronale si celebra la prima domenica di agosto, ma anche il giorno di S. Sebastiano, patrono della comunità civile, a gennaio.

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