Percorso

Un crocevia di linguaggi. Tavole e polittici nel Levante genovese (XIV-XVI secolo)

Un crocevia di linguaggi. Tavole e polittici nel Levante genovese (XIV-XVI secolo)

MENU

Realizzato dal Museo Diocesano di Chiavari in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali, Arte Sacra ed Edilizio di Culto, il Percorso si inserisce nell’ambito del progetto MAB Santi Patroni: storia, arte e antiche devozioni nella Diocesi di Chiavari e rientra nelle attività dedicate alla valorizzazione integrata del patrimonio museale, archivistico e librario diocesano.

L’itinerario è stato progettato per far conoscere una serie di opere già indagate dagli specialisti ma ancora poco note al grande pubblico.

Il  viaggio si articola per temi e si concentra su tavole e polittici realizzati tra il XIV e il XVI secolo: frammenti o veri e propri complessi decorativi che testimoniano le forme più antiche della spiritualità locale e, al tempo stesso, sono capaci di raccontare l’evoluzione dei linguaggi figurativi in un’area niente affatto periferica – il Levante Genovese – che mantiene con Genova una connessione costante, dimostrandosi dapprima una cassa di risonanza e diventando a sua volta terreno di scambio e luogo di sperimentazione nel segno di una marcata pluralità culturale.

Ad emergere è un crocevia caratterizzato dalla compresenza di influssi diversi – toscani, lombardi, nordici – che si innestano sulla tradizione locale e ne forgiano la fisionomia. Attraverso le singole opere ad essere tratteggiata è anche la storia di un formato, quello del polittico, che – in questo lembo di territorio ligure – si rivela di lunga fortuna e pienamente funzionante per quasi tutto il Cinquecento.

Il nucleo di manufatti conservato nella cosiddetta sala delle tavole del Museo Diocesano di Chiavari costituisce il punto di partenza di una narrazione che si estende poi oltre le mura che custodiscono la collezione, invitando il lettore a esplorare il territorio, a raggiungere chiese e cappelle dove dipinti analoghi sono tuttora conservati nel loro contesto originario.

Luogo privilegiato per l’osservazione ravvicinata,  punto di partenza per comprendere l’origine e la funzione liturgica di questi dipinti, rifugio che accoglie esemplari che non possono più essere conservati in situ, il museo non tronca il legame con i contesti di provenienza, ma si trasforma in una “porta aperta”, uno strumento essenziale per la conoscenza del patrimonio diffuso.

Your browser doesn't currently support this component
Please , update your browser

Sezioni del sito

Selezione lingua

  • Italiano
  • English
  • Deutsch
  • Français
  • Español