Trapani, le chiese scomparse
Il culto di santa Lucia a Trapani
Il culto di santa Lucia a Trapani
MENU
Insieme con quello tributato a san Liberale e a sant’Alberto, il culto di santa Lucia era molto diffuso nel mondo dei pescatori. Questo legame con il mondo del mare costituisce una particolarità tutta trapanese, non se ne trova riscontro in altre comunità, e continua ancora adesso. In particolare devoti alla Santa erano i pescatori di corallo che le dedicarono nei secoli numerosi e preziosi ex voto e che ne custodirono e dotarono la chiesa.
La comunità dei pescatori trapanesi, una delle più antiche della Sicilia, si divideva in due gruppi: inizialmente i pescatori erano concentrati nel quartiere del Casalicchio o di San Pietro, dove si trovava l’antica chiesa in cui allora si riunivano, Santa Maria delle Grazie presso la Porta dei Pescatori; in seguito, con l’espansione verso occidente della città e l’incremento demografico, un nucleo consistente di pescatori si addensò attorno alla chiesa di Santa Lucia, costruita intorno al Trecento nel quartiere Palazzo, la zona ad ovest della città, dove sorgevano varie isolette, sui quali i trapanesi costruirono alcune case e le Nazioni marinare eressero i loro consolati.
I pescatori del quartiere Palazzo divennero sempre più autonomi rispetto agli altri, proprio in quanto si dedicarono principalmente alla pesca del corallo, che consentiva un guadagno sicuro collegato all’incremento degli scambi commerciali di oggetti di lusso. Per la campagna di pesca partivano nella prima decade del mese di maggio e ritornavano nel mese di settembre successivo con le loro barche, dette coralline o ligudelli, stracolme del prezioso prodotto pescato. Tornati dalla pesca, allineavano le loro piccole barche nella rada di ponente e nel tratto che dalla Porta Serisso conduceva al forte di San Francesco, e qui sbarcavano il prezioso carico, attesi dai mercanti, che lo acquistavano per rivenderlo ai mastri corallai, agli orafi e agli artisti che lo avrebbero lavorato nelle loro botteghe trasformandolo in meravigliosi oggetti d’arte.
In occasione della scoperta di nuovi banchi corallini nelle isole del trapanese, che diede nuovo impulso a quest’attività, i pescatori vollero ricordare questo evento come un dono ricevuto dalla divinità, un dono così grande da volerne fissare la memoria su due lapidi, datate rispettivamente al 1651 e al 1673 e affisse all’esterno della chiesa di Santa Lucia.
Il corallo non venduto sulle banchine del porto veniva ammassato nella chiesetta e i compratori trapanesi e forestieri potevano scegliere e comprare tra le varie merci. Non a caso molti degli oggetti devozionali dedicati alla santa e che ancora oggi nelle occasioni solenni adornano la sua statua erano oggetti in corallo.
Nei primi del 900 la statua di santa Lucia venne trasferita nella chiesa dell’Epifania, in piazza Generale Scio, accanto all’ex convento dei Cappuccini, dove veniva venerata dai trapanesi durante i festeggiamenti del 13 dicembre. Da qui l’equivoco di confondere la chiesa di santa Lucia con quella dell’Epifania, oggi purtroppo lasciata in condizioni di abbandono e degrado. Il simulacro è oggi custodito presso la chiesa di S. Francesco d’Assisi, che ha ereditato la funzione di luogo sacro per i marinai trapanesi.
Please , update your browser